6 sagre e feste paesane in cui si spreca cibo, che non vorremmo più vedere

Farina, arance, uva, pomodoro, zucchero, caramelle sono solo alcuni degli alimenti che ogni anno, in diverse città del mondo, vanno sprecati in nome di “divertenti battaglie di cibo”. Sembra quasi che, oltre a bypassare l’insegnamento che con il cibo non si gioca, ci si dimentichi anche dei dati allarmanti sullo spreco alimentare, quelli per esempio diffusi dal Rapporto 2014 Waste Watcher- Knowledge for Expo che denunciano che ogni anno più di 8 miliardi di euro di cibo vengono gettati nella spazzatura.

Farina, arance, uva, pomodoro, zucchero, caramelle sono solo alcuni degli alimenti che ogni anno, in diverse città del mondo, vanno sprecati in nome di “divertenti battaglie di cibo”.

Sembra quasi che, oltre a bypassare l’insegnamento che con il cibo non si gioca, ci si dimentichi anche dei dati allarmanti sullo spreco alimentare, quelli per esempio diffusi dal Rapporto 2014 Waste Watcher- Knowledge for Expo che denunciano che ogni anno più di 8 miliardi di euro di cibo vengono gettati nella spazzatura.

Perché non diamo più valore agli alimenti delle nostre tavole? È veramente necessario lanciarsi addosso le arance per divertirsi? Non sarebbe meglio andare a vedere la raccolta o partecipare per esempio a una vendemmia? Il cibo da sempre è il miglior aggregatore sociale, facciamone il giusto uso dicendo no alle sagre e feste dello spreco. Eccone sei che non vorremmo più vedere.

Battaglia degli Enfarinats, Spagna

Ogni anno il 28 dicembre, durante Els Enfarinats, il Festival di Ibi, in provincia di Alicante i cittadini festeggiano con una battaglia di farina, uova, fumogeni e petardi. Una festa che va avanti da oltre 200 anni e che vede due fazioni rivali: da un lato, ci sono gli uomini sposati Els Enfarinats che per un giorno prendono il controllo del villaggio, dall’altro La Oposicio che cerca di ristabilire l’ordine.

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Battaglia delle arance, Italia

Durante la Festa del Carnevale a Ivrea, in provincia di Torino si svolge la battaglia delle arance, che originariamente era dei fagioli. Lo scontro avviene nel centro storico e commemora la rivolta popolare contro il tiranno Ranieri di Briandrate.

I carri sono trainati da cavalli, in ognuno di loro una decina di aranceri, sia uomini che donne, lanciano le arance contro chi partecipa da terra.Sul Carnevale di Ivrea il dibattito è sempre infuocato, per diversi motivi. Ci sono gli animalisti che denunciano l’utilizzo di cavalli per trainare i carri durante la battaglia, ci sono i sostenitori delle tradizioni a tutti i costi e poi ci sono coloro che pensano sia tutto uno spreco.
Basta farsi un giro sul web per sentire le diverse campane. L’obiezione principale è che le arance utilizzate nella battaglia non siano destinate all’uso alimentare ma, sono coltivate appositimanente per la manifestazione. In un’intervista a La Stampa Alberto Alma, presidente della Fondazione del Carnevale spiegava: «Si tratta di agrumi destinati al macero prodotti da aziende che lavorano appositamente per la nostra manifestazione e grazie alla nostra manifestazione vivono, lavorano e danno occupazione a decine di famiglie».
Ma quei 600 quintali di arance invece di essere lanciate a terra non potrebbero essere riutilizzate in altro modo? Che poi nel mondo ci siano tanti altri sprechi, nessuno lo mette in dubbio, ma non ci sembra una buona giustificazione per continuare ad avallare una pratica che per noi, tradizione o non tradizione, potrebbe essere rivisitata in chiave sostenibile e sicuramente meno pericolosa (solo l’anno scorso la seconda giornata di battaglia si è chiusa con 128 feriti).

Va detto che gli organizzatori dell’evento stanno studiando dei modi per riutilizzare i resti della battaglia, in futuro sperano di trasformare le arance in compost o addirittura fibre vegetali per tessuti. Ma non è forse inutile pensare a soluzioni per riutilizzare un prodotto (che solo dopo la battaglia diventa scarto), invece che risolvere il problema alla radice? Così qualcuno sui social sggerisce: usate palline al posto delle arance. La tradizione sarà salva. E i frutti pure.

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Campionato mondiale di torte in faccia, Inghilterra

Nel Kent, precisamente nel villaggio di Coxheath, ogni anno nel mese di maggio c’è il Campionato mondiale di torte alla crema. Una sorta di battaglia a punti in cui lanciatori divisi in squadre da quattro componenti si sfidano, vince chi colpisce per primo tutti gli avversari. I giocatori si travestono da ballerine, supereroi, vecchiette, alla fine però tutti sono ricoperti di crema dalla testa ai piedi.

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La Tomatina, Spagna

Nella valenciana Buñol dal 1945 in piazza, l’ultimo mercoledì di agosto, si fa la battaglia dei pomodori, la cosiddetta Tomatina. Ogni anno, partecipano più di 40 mila persone da tutto il mondo. Vengono impiegati oltre 125 mila chili di pomodori.

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Battaglia delle caramelle, Spagna

Durante il Carnevale a Vilanova y la Geltru, vicino Barcellona gli abitanti si sfogano con la battaglia delle caramelle. La festa risale al 1940 e rappresenta una sorta di ribellione alla decisione del dittatore Franco di non fare i festeggiamenti del Carnevale.

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Battaglia del vino, Spagna

La mattina del 29 giugno, giorno di San Pedro, ad Haro, gli spagnoli si lanciano litri e litri di vino. Durante la battaglia, la gente indossa abiti bianchi e fazzoletti rossi e si utilizza qualsiasi mezzo per combattere. Dal 2004 partecipano anche i bambini, la replica viene fatta con le botti piene di mosto.

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Dominella Trunfio

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