M’ama o non m’ama? Te lo dice una risonanza magnetica

Degli scienziati cinesi hanno per la prima volta messo a punto una "mappa" dei cambiamenti che si susseguono nel cervello quando si prova amore per qualcuno

Può l’amore essere riconosciuto dalla scienza? A quanto pare sì, basterebbe una risonanza magnetica! Insomma, per sapere se si è innamorati, o ricambiati, basterebbe sottoporsi a questo esame e mappare così l’innamoramento nella nostra testolina. L’amore, infatti, sarebbe la causa di alcune alterazioni del flusso sanguigno in determinate zone cerebrali e se siamo cotti o no uscirà irrimediabilmente fuori da uno scanner.

È questa la rivelazione fatta da alcuni scienziati cinesi che hanno preso in esame le reazioni del cervello di 100 soggetti nel corso delle varie fasi di una relazione delineando quella che sarebbe la prima “mappa” dei cambiamenti che si susseguono in quest’organo quando si prova amore per qualcuno. Così facendo, sarebbe possibile capire se nel cervello ci sono o meno dei sentimenti romantici.

Lo studio – Durante gli esperimenti, i ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in tre gruppi: quelli innamorati, quelli appena usciti da una relazione e quelli che non sarebbero mai stati innamorati (?!).

Tutti sono stati sottoposti a un imaging a risonanza magnetica, che ha misurato l’attività cerebrale e ha rivelato i cambiamenti nel flusso sanguigno nelle diverse aree del cervello. A ognuno è stata poi mostrata la foto del proprio partner attuale o dell’ultimo partner e a tutti è stato raccomandato di non pensare a nulla per non alterare i risultati della risonanza.

amorerisonanza

A questo punto, gli studiosi hanno paragonato le reazioni degli individui innamorati con quelle degli individui non innamorati, classificando le aree del cervello collegate all’amore: ben 12 aree dell’encefalo che rispondono agli stimoli delle fotografie e una sola zona, cosiddetta “nucleo caudato“, dedicata al termine di una storia importante.

E, secondo lo studio condotto dal professor Xiaochu Zhang dell’Università cinese di Scienza e Tecnologia di Hefei, vi sarebbe anche un’attività incrociata tra i neurotrasmettitori delle diverse regioni interessate. “Il nostro studio fornisce la prima evidenza delle alterazioni dell’amore correlate all’architettura sottostante del cervello ed i risultati hanno gettato nuova luce sui meccanismi dell’amore romantico“, spiega il professor Zhang Xiaochu.

L’amore, insomma, quello vero, quello fatto di palpitazioni e di attese, regna sovrano (anche) nel nostro cervello, in un viavai costante da una regione all’altra a seconda delle varie sensazioni che si vivono. Dalla ricompensa, al senso di motivazione, alle emozioni e anche alle delusioni: alla base del sentire amoroso ci sono dei meccanismi neurochimici dai quali si ha poco scampo. Se partono in quarta, siamo fritti.

Germana Carillo

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