On beauty: il documentario che invita a cercare la vera bellezza nella diversità

Dai media alla rete, il mondo che ci circonda ci propone in continuazione dei modelli di bellezza piuttosto standardizzati, che definiscono il "bello" sulla base della conformita a determinati canoni. Un modo di pensare che viene messo in discussione da On Beauty, un documentario appena uscito nelle sale americane e che ci invita a sfidare convinzioni e pregiudizi e a cogliere la bellezza nella diversità.

Dai media alla rete, il mondo che ci circonda ci propone in continuazione dei modelli di bellezza piuttosto standardizzati, che definiscono il “bello” sulla base della conformita a determinati canoni. Un modo di pensare che viene messo in discussione da On Beauty, un documentario uscito nelle sale americane e che ci invita a sfidare convinzioni e pregiudizi e a cogliere la bellezza nella diversità.

Realizzato dalla regista e produttrice Joanna Rudnick, candidata agli Emmy nel 2008 per In the family, On beauty è un documentario di 31 minuti che ha già ottenuto diversi riconoscimenti negli Stati Uniti.

Il film segue un ex fotografo di moda, Rick Guidotti, nel suo viaggio alla ricerca della bellezza più autentica: un percorso che lo porta a percorrere in lungo e in largo gli Stati Uniti e persino a raggiungere il Kenya, e che è fatto di incontri e ritratti “speciali”. I soggetti scelti da Rick, infatti, sono persone “diverse”, affette da patologie rare e visibili, di cui Guidotti cerca di cogliere la bellezza intima, affinché gli altri possano finalmente vederle con occhi non offuscati da pregiudizi.

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Alla fine degli anni Novanta, dopo aver fotografato per anni le top model più quotate del Pianeta, Guidotti ha deciso di abbandonare il mondo delle passerelle: i canoni restrittivi della bellezza sembravano ingabbiare la sua creatività, impedendogli di esprimersi come avrebbe voluto e facendo montare in lui insoddisfazione e frustrazione. Dopo un incontro casuale con una giovane donna albina, ecco l’idea che ha rivoluzionato la sua carriera: sfidare le convenzioni e ridefinire il concetto stesso di bellezza, guidando lo spettatore alla scoperta del valore della diversità.

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Dapprima Guidotti ha fondato un’associazione, Positive Exposure, per promuovere un nuovo atteggiamento nei confronti delle patologie “visibili”, cercando di mettere in primo piano le persone, non le loro malattie. Ogni sua foto scaturisce dal desiderio associare ad ogni patologia un volto in carne ed ossa, un nome proprio, dei sogni e dei desideri, in modo da rendere meno arido e più umano il lessico della medicina e promuovere accettazione e inclusione.

Successivamente, dall’incontro con la regista Joanna Rudnick è nata l’idea di realizzare un documentario improntato agli stessi valori. Per cinque anni, percorrendo due continenti e migliaia di chilometri, Guidotti ha ritratto tantissime persone “diverse”, cercando di coglierne il volto più vero, sotto lo sguardo vigile della telecamera di Rudnick.

Rick ha dei filtri incredibili, in grado di tagliare fuori tutta la negatività, lo stigma, il pregiudizio e l’isolamento che solitamente accompagnano la differenza.” – ha raccontato in proposito Johanna Rudnick – “Così facendo, ci offre lo spazio, il permesso e gli strumenti per vedere le persone così come lui le vede e come vogliono essere viste, sia che si tratti di una top model, come all’inizio della sua carriera, sia che si tratti di un bambino con una sindrome genetica.”

Tra i tanti volti presenti nel documentario emergono soprattutto quelli di Sarah, una ragazza affetta dalla sindrome di Sturge-Weber, che le ha causato una grande voglia rossa sul viso, e quello di Jayne, una giovane albina africana. Le loro storie parlano di rifiuti, abbandoni, discriminazioni e violenza, ma anche di tanto coraggio.

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Sarah, oltre ad aver subito numerosi interventi chirurgici nel corso degli anni, è stata vittima di bullismo a causa del suo aspetto fisico e ha scelto di abbandonare la scuola in terza media per ricevere lezioni in casa. Jayne, invece, che vive in Africa orientale, è stata abbandonata da piccola dai suoi genitori e deve lottare ogni giorno contro le discriminazioni e le violenze che colpiscono chi, come lei, è affetto da albinismo.

I loro sorrisi, così come gli sguardi pieni di speranza e di allegria di tutti i protagonisti di On Beauty, sono un invito a non fermarci a constatare l’esistenza di una condizione genetica o di una malattia che rende queste persone “diverse”, ma ad andare oltre, spogliandoci di diffidenze e pregiudizi.

Alla ricerca di una bellezza forse un po’ meno evidente, ma più autentica.

Lisa Vagnozzi
Photo Credits: On Beauty

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