El Diablo, il ristorante che cucina con… il vulcano (video)

Aprire un ristorante nei pressi di un vulcano potrebbe suonare come una pazzia. Lo sembrerebbe un po’meno nel caso il vulcano in questione fosse quiescente. E se poi si pensasse di sfruttare il calore da esso sprigionato proprio per la cottura delle pietanze da servire? Si tratta di un’ipotesi che è in effetti già realtà sull’isola di Lanzarote, su uno dei cui vulcani, dal 1970, sorge il ristorante El Diablo.

Aprire un ristorante nei pressi di un vulcano potrebbe suonare come una pazzia. Lo sembrerebbe un po’meno nel caso il vulcano in questione fosse quiescente. E se poi si pensasse di sfruttare il calore da esso sprigionato proprio per la cottura delle pietanze da servire? Si tratta di un’ipotesi che è in effetti già realtà sull’isola spagnola di Lanzarote, nelle Canarie, su uno dei cui vulcani, dal 1970, sorge il ristorante El Diablo.

In uno dei punti in cui il vulcano, la cui ultima eruzione risale al 1824, continua a sprigionare il proprio calore è stata sistemata un’ampia griglia che i cuochi del ristorante sfruttano per le loro preparazioni ormai da decenni. La realizzazione del ristorante è stata una vera e propria sfida architettonica, che ha richiesto l’impegno di alcuni esperti, tra cui César Manrique Eduardo Caceres e Jesus Soto, che decisero di impiegare, per la costruzione delle fondamenta del locale, degli strati di rocce basaltiche di origine vulcanica, non essendo possibile effettuare i lavori necessari in maniera consueta, a causa del forte calore sprigionato dal vulcano.

Il ristorante è situato all’interno del Parco Nazionale di Timanfaya, i cui magnifici panorami possono essere ammirati proprio mentre si degusta una delle pietanze offerte dal locale, che organizza inoltre delle visite guidate destinate ai turisti.

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Il vulcano è parte della catena montuosa delle Montagne di Fuoco. I cuochi del ristorante sono soliti spiegare ai propri clienti come possa essere semplice, grazie ad un progetto ben realizzato, sfruttare il calore geotermico per la preparazione delle portate.

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La griglia sormonta quello che a prima vista appare come il più comune dei pozzi, ma, non appena ci si accinge a guardare all’interno di esso, non si scorge dell’acqua, bensì si avvistano delle rocce vulcaniche e del liquido ribollente. L’arredamento interno del ristorante si lascia notare per la propria eccentricità ed in particolare per la presenza di un vero e proprio albero all’interno della sala da pranzo.

La temperatura della griglia raggiunge i 400 gradi centigradi e viene sfruttata per la cottura di piatti appartenenti alla tradizione locale. Si può scegliere di pranzare presso il ristorante optando per un’unica soluzione comprensiva di tre portate, visite guidate lungo i sentieri dell’isola e trasporto da e verso il proprio albergo. La soluzione individuata dai proprietari del ristorante sembra ingegnosa, mentre noi non possiamo che sperare che la loro attività, ormai avviata da oltre quarant’anni, venga svolta con il minimo impatto possibile sull’ambiente circostante.

Marta Albè

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