Vacanza green in Val Passiria

Ed è proprio il desiderio di silenzio e tranquillità che quest'estate ci ha spinto fino in Val Passiria, una delle valli più antiche dell'Alto Adige, che si dirama a nord della città di Merano, chiusa, nella parte settentrionale, dal Parco Naturale del Gruppo di Tessa. Protetta dalle Alpi dello Stubai e dai Monti Sarentini, la Val Passiria è ancora poco conosciuta dal grande turismo italiano, ma è ricchissima di paesaggi vasti e variegati: si va dai folti boschi profumati alle pareti rocciose argentee e ricche di minerali, dalle distese verdeggianti agli imponenti e luminosi ghiacciai.

Profumi dimenticati di fieno appena tagliato, pino mugo, resina dai rami di alberi appena tagliati, bacche, mirtilli e lamponi, more rosse selvatiche, fragoline di bosco piccole ma succose e l’allegro scrosciare dei torrenti, che dalla sorgente alpina scendono fragorosamente a valle, insinuandosi tra rocce e ciottoli e formando spesso cascate piene di vitalità: una vacanza in montagna fa rima con pace e serenità.

Ed è proprio il desiderio di silenzio e tranquillità che quest’estate ci ha spinto fino in Val Passiria, una delle valli più antiche dell’Alto Adige, che si dirama a nord della città di Merano, chiusa, nella parte settentrionale, dal Parco Naturale del Gruppo di Tessa. Protetta dalle Alpi dello Stubai e dai Monti Sarentini, la Val Passiria è ancora poco conosciuta dal grande turismo italiano, ma è ricchissima di paesaggi vasti e variegati: si va dai folti boschi profumati alle pareti rocciose argentee e ricche di minerali, dalle distese verdeggianti agli imponenti e luminosi ghiacciai.

Affascinati dall’idea di una vacanza green ed ecosostenibile, abbiamo scelto di alloggiare in un tipico maso altoatesino: un’antica costruzione rurale, costruita in legno, pietra e calce, abitata da contadini e successivamente adattata – in modo rustico – per ospitare anche turisti in cerca di pace. Accanto all’abitazione sorgono un fienile e un’ampia stalla, dove trovano rifugio placide mucche e vispe caprette, ma anche tacchini, galline, oche e maiali.

maso moarhof

Non c’è piscina, né solarium: per abbronzarsi basta salire nella stanza in legno che la famiglia di contadini ci ha riservato, affacciarsi al balcone ricco di fiori dai colori sgargianti e lasciarsi abbracciare dai silenziosi raggi di montagna, piacevolmente caldi e freschi allo stesso tempo.

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Qui l’aria è pura e frizzante, l’ambiente verdissimo e incontaminato: il luogo ideale per dimenticare il caos urbano, l’odore acre delle città e la routine quotidiana.

La montagna – con i suoi colori e profumi delicati e penetranti allo stesso tempo – è in grado di regalare un particolare stato di grazia, che a volte sembra quasi rasentare il divino, in una parola: beatitudine.

A spasso sui sentieri

Punteggiata da boschi ancora semi-inesplorati e percorsi alpini poco battuti, la Val Passiria offre più di 300 chilometri di sentieri (molti dei quali molto ripidi) che permettono di scoprire e apprezzare scorci rari e panorami mozzafiato.

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Tra i vari percorsi suggeriti dalle cartine locali, acquistabili nelle APT (non sempre affidabili sui tempi di percorrenza e talvolta poco esaustive) consigliamo il sentiero che arriva alla Malga Pfistrad (Sant’Anna). Partendo dall’ufficio del turismo di San Leonardo, si procede verso la scuola e la chiesa, raggiungendo l’albergo Sonnerhof, si segue l’indicazione del sentiero numero 13 e – attraversando punti piuttosto ripidi e freschi boschi – si arriva (dopo circa 2 ore) fino alla splendida Malga Pfistrad, a più di 1300 metri di altitudine, dove consigliamo di assaggiare lo yogurt fatto in casa.

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Se non siete particolarmente allenati, questo percorso (specie nel primo tratto) risulterà particolarmente faticoso, ma una volta arrivati in cima, dopo aver attraversato scorci quasi inesplorati e sentito profumi ormai dimenticati, la fatica si trasformerà improvvisamente in un lontano ricordo e a prevelare sarà la sensazione di benessere e felicità!

Se invece volete fare una passeggiata poco impegnativa ed immergervi nei colori e nei profumi delle coltivazioni di mele, vi consigliamo “la passeggiata di Andreas Hofer” (l’eroe altoatesino indipendentista) che parte da San Leonardo (via dei Carbonai) prosegue verso il maso Sandwirt, dove si trova il museo, si continua sul marciapiede della statale per circa 150 metri e poi si svolta a sinistra, su un sentiero che porta nei boschi e magari salire fino alla malga che lo ha visto rifugiarsi dalle truppe Francesi.

Tra le escursioni più impegnative e suggestive segnaliamo quella del Lago Erensee: il lago non è particolarmente attraente, ma una volta arrivati in vetta godrete di una vista mozzafiato unica! Si parte da Plan e si segue il sentiero per Lazins, dopo circa 500 metri di salita nel bosco si giunge alla Malga Faltschnal e si segue il sentiero numero 7, che conduce a 2300 metri, fino al lago Erensee. Ma attenzione ai ripidi gradoni e al dislivello!

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A oltre 2000 metri di altitudine – dove la pace e il silenzio regnano sovrani rotti solo dallo scorrere dei ruscelli e dal volteggiare di rapaci– si incontrano marmotte, scoiattoli, cavalli selvaggi, caprette e naturalmente le mucche: alla vista di questa natura placida e intatta, sparisce ogni segno della fatica fatta per giungere in vetta.

Le miniere di Monteneve

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Raggiungere il vecchio villaggio dei minatori, a Monteneve, non è affatto una semplice passeggiata! Si percorre un lungo sentiero ripido di circa 2,5 ore e si arriva (esclusivamente camminando) ai piedi di un promontorio roccioso, dove fino alla fine degli anni Sessanta era attivo un intero villaggio minerario, con tanto di case dei minatori, ospedale, spazi per il dopo-lavoro e chiesa.

Anche in questo caso, dopo ore di faticoso cammino, la stanchezza verrà ampiamente ricompensata dagli splendidi scorci alpini, laddove si arriva altrimenti solo in elicottero e per rifornire il Rifugio. E se qualcuno -a causa dello sforzo e della fatica – rinuncia ad arrivare in cima, non potrà visitare il museo perché, a parte le gambe, non c’e nessun altro mezzo di trasporto in grado di condurre i turisti in cima alla montagna.

Il castello di Trauttmansdorff: il parco botanico più bello d’Italia

Situato ad est della città di Merano, il parco che circonda il castello di Trauttmandorff è un vero e proprio tempio per gli amanti di piante e fiori dai colori sgargianti e dai profumi intensi: piante e alberi si estendono su 12 ettari di terreno sul quale sono stati ricostruiti circa 80 ambienti botanici differenti. Ci sono “i giardini del sole”, ovvero i tipici scorci mediterranei, “i boschi del mondo”, le macchie verdeggianti tipiche dell’America e dell’Asia, “i giardini acquatici e terrazzati”, che ricalcano quelli del nord Europa, e naturalmente “i paesaggi dell’alto Adige”, ricchi di frutteti, vigneti, curiosi ponticelli in legno e orti.

Adiacente al parco botanico, ricco di rose, dalie, erbe aromatiche e alberi ad alto fusto, sorge il Castello, diventato famoso con la principessa Sissi, che in estate si trasferiva qui per passeggiare indisturbata all’aria aperta in un ambiente salubre.

L’incontro con gli animali rari della Val Passiria

La suggestione dell’incontro con animali rari e preziosi è un’esperienza magica che solo la montagna può regalare, come il nostro incontro notturno con un cerbiatto. Stavamo ritornando al nostro maso, percorrendo una stradina stretta e buia, il sole era ormai tramontato da un pezzo quando all’improvviso, con la coda dell’occhio, abbiamo scorto delle zampe velocissime che si arrampicavano agilmente sul promontorio che stavamo costeggiando. Era un piccolo cerbiatto – alto, snello, di color nocciola – che, avvertendo la nostra presenza, si è fermato improvvisamente, si è voltato verso di noi guardandoci con occhi intensi e penetranti per qualche secondo, poi si è girato di nuovo per proseguire veloce il suo cammino tra i boschi.

Qualche sera dopo, percorrendo lo stesso sentiero verso il nostro maso, più o meno alla stessa ora, abbiamo ripetuto la stessa esperienza, ma questa volta i cerbiatti erano due: un capriolo e il suo piccolo.

Alla nostra vista, il capriolo è subito fuggito a valle, scomparendo tra i cespugli, mentre il piccolo -decisamente più coraggioso e intraprendente -ci ha guardati con una certa diffidenza e ha continuato a mangiare indisturbato il cibo che aveva in bocca.

Solo il tempo di prendere il cellulare per scattare un foto che anche lui, rapidissimo, si è dileguato tra le piante facendo perdere le sue tracce.

Tra le esperienze più suggestive vissute in Val Passiria tra boschi e pendenze rocciose c’è anche l’incontro con le marmotte, grandi batuffoli marroni e grigi, dal muso allungato e zampe piccolissime, che escono dalle loro tane in cerca di cibo solo quando regna il silenzio: perlustrano i dintorni con lo sguardo furtivo e appena scorgono la presenza umana emettono un lungo e fragoroso sibilo di avvertimento, per poi rifugiarsi immediatamente tra le rocce.

Il rispetto per l’ambiente

Se in molte altre zone dell’Alto Adige, o del più frequentato Trentino, l’ambiente è un bene fondamentale da rispettare, in Val passiria è un vero e proprio culto da preservare gelosamente e con estrema cura. A costo di scontentare turisti e mettere un freno all‘economia locale. Lo dimostra la quasi assenza di seggiovie e funivie, la mancanza di trenini porta-turisti,servizi di navette e così via, anche per raggiungere note attrazioni del luogo difficili da raggiungere a piedi.

Da queste parti, a differenza di molte altre valli vicine, le abitazioni sono essenziali, senza decorazioni e tutte rigorosamente in legno. In Trentino ad esempio, o in altre aree dell’Alto Adige, una casa non può definirsi tale se la facciata non è rifinita con decorazioni pittoriche, in Val passiria predominano invece masi e malghe, costruzioni realizzate prevalentemente in legno, vero protagonista di questa valle incantata, dove il tempo sembra essersi fermato. Non per tutto però.

I sud-tirolesi hanno infatti saputo trarre vantaggio dalle comodità della modernità per valorizzare e distribuire i loro prodotti freschi a chilometri zero: in ogni paesino della valle troviamo infatti un attrezzatissimo distributore del latte crudo, attivo giorno e notte. Anche nelle nostre città se ne vedono sempre di più naturalmente, ma non ancora con questa capillarità!

Il cibo, quello vero!

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Il cibo da queste parti ha un sapore diverso. Autentico. I dolci serviti nei vari masi, o nelle malghe che punteggiano l’intero territorio, sanno di burro e uova fresche, perché vengono fatti con il burro delle mucche che pascolano indisturbate tra queste montagne e con le uova dalle galline che scorrazzano vicino ai fienili.

Tra i prodotti tipici della Val Passiria – oltre alle famosissime mele – ricordiamo lo speck (in tante varianti diverse, più o meno speziate), i formaggi d’alpeggio (tra cui quello condito con i profumatissimi fiori di fieno), i finferli, le verze, le erbe aromatiche, i frutti di bosco.

Tra i piatti più diffusi vanno menzionati naturalmente i canederli, polpette di pane, condite con uova, speck ed erba cipollina, ma anche la minestra di semola di grano duro, i pani di montagna impreziositi da cumino, segale, semi di zucca, lo strudel di mele, la torta di grano saraceno, le varietà di torte al cioccolato, le frittelle ripiene di semi di papavero (quelli che noi chiamiamo krapfen da queste parti sono frappe ripiene di mele o marmellata) e la frittata dolce ai mirtilli rossi.

A garantire la qualità del cibo servito ai visitatori – e più in generale – delle attività di masi e malghe c’è il Gallo Rosso, una certificazione che garantisce ingredienti, sistemi e tecniche di produzione autentiche, secondo i principi dell’antica tradizione contadina.

Arrivati su queste montagne, anche voi vi chiederete: perché ho aspettato tutto questo tempo per venire qui?

Indirizzi utili:

http://www.valpassiria.it/it/

http://www.trauttmansdorff.it/

http://www.moarhof.bz.it/default.asp?sprache=it&seite=homet

http://www.valpassiria.it/it/montagne-val-passiria/malghe-ristori-rifugi/nell-alta-val-passiria/

Verdiana Amorosi

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