Una vacanza green (e low cost) in Costiera Amalfitana

Una vacanza low cost in ottica green, tra wilderness e cultura, senza rinunciare a nulla. È possibile? Noi ci abbiamo provato. E questo è il nostro racconto

Una vacanza low cost in ottica green, tra wilderness e cultura, senza rinunciare a nulla. È possibile? Noi ci abbiamo provato. E questo è il nostro racconto.

I media sbandierano ai quattro venti l'”estate della crisi”, parlando di alberghi vuoti e vacanzieri mordi e fuggi. Crisi? Come intonava uno scapigliato chansonnier contemporaneo, “quando inizia una crisi è un po’ tutto concesso“…ed a noi piace pensare in termini di possibilità: think creative!

Così “investiamo” i nostri quattro giorni liberi in un’esperienza sulla Costiera Amalfitana, magnifica perla del Tirreno. Giocando in casa, ma con una destinazione di tutto rispetto.

Visiteremo la terra delle sirene raccontata da Norman Douglas, dove una natura rigogliosa e severa incontra pittoreschi centri abitati, fitte piantagioni di limoni e un pizzico di glamour, che si fonde con il decennale folklore locale. Un autentico concentrato di meraviglie, che sarà difficile esaurire in soli 4 giorni!

IL VIAGGIO E IL “KIT”.

La mia lei è siciliana, ma io in Campania ci vivo… così abbiamo scelto di usare l’auto, almeno sino al “campo base”. Questo ci ha consentito di raggiungere diverse località “fuori mano”, anche se (doveroso precisare) i collegamenti in autobus sono molto efficienti.

E l’alloggio? in tenda, per 3 notti, dotandoci di un kit piuttosto spartano, distribuito in due grossi zaini (e mezzo) più alcuni viveri per gestire il lato cucina. La tenda è una 2 posti, useremo anche dei materassini gonfiabili e un lenzuolino, per il resto il carico prevede tutto l’essenziale per il campeggio.

Pochi cambi, sapone di marsiglia per lavare i panni, sapone d’aleppo per lavarci; qualche medicinale d’emergenza, deodorante alla menta tutto naturale preparato dalla mia lei. I viveri? Per la colazione abbiamo biscotti allo zenzero e biscotti alle fave di cacao. A pranzo/cena useremo prevalentemente cous cous, facile e veloce da preparare. Qualcosa lo reperiremo sul posto, per il resto abbiamo anche una piccola borsa termica con cibarie di vario genere: olive, fagioli, grissini & via di seguito, carne e pesce off limits. Io ho portato anche un libro, “Come spendere meno e vivere felici” di Richard Templar, lettura light ma decisamente in tema per chi aspira a rinunciare al superfluo.

Per non incorrere in divieti (la zona include numerose aree protette) decidiamo di non campeggiare “a caso” e puntiamo all’agriturismo La Selva*, una graziosissima struttura a picco sul mare nel territorio di Positano, raggiungibile a piedi tramite un ripido sentierino. Si tratta di un piccolo e attrezzatissimo agriturismo dotato di numerose piazzole per le tende, ombreggiate da grossi ulivi.

I vantaggi? Tantissimi. Anzitutto i costi, davvero ridotti. Poi l’approccio green dei proprietari, che utilizzano esclusivamente pannelli solari, prodotti naturali (coltivano pomodori, zucchine, olive, limoni e molto altro) e promuovono uno stile di vita ecocompatibile. A disposizione degli ospiti c’è uno spartanissimo bagno e un’altrettanto spartana cucina, giusto per qualche piatto mordi e fuggi….il resto è piuttosto nature, nulla da spartire con un tradizionale camping.

* Purtroppo ad oggi – agosto 2018 – non più disponibile come soluzione di alloggio.

Ma andiamo con ordine…

GIORNO 1

ITINERARI: GIRO DELLA VALLE DELLE FERRIERE – VISITA DI AMALFI E ATRANI. ARRIVO IN CAMPEGGIO.

Il primo giorno decidiamo di non puntare direttamente al campeggio, ma gironzolare un po’ nei dintorni di Amalfi. Scegliamo così di seguire a piedi uno dei tanti sentieri che raggiungono la Valle delle Ferriere, splendida e verdissima valle che da Amalfi percorre i selvaggi monti Lattari, la catena montuosa della Costiera.

La partenza è da Pogerola, piccolissima frazione di Amalfi situata a 428 m d’altezza. Da qui imbocchiamo un sentiero che costeggia il fianco ovest del vallone, addentrandosi in un bosco misto di querce e castagni. Dopo un’oretta di marcia il sentiero cala in picchiata verso il fondovalle, dove ci accompagnano gli scrosci delle prime cascate ed il fresco profumo dell’erba umida.

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La valle delle Ferriere è un luogo davvero magico, ricco di piacevoli cascatelle ed angoli di foresta incontaminata, protetta da una riserva naturale. Dopo un velocissimo bagno presso una cascatella (acqua gelida!!) e pranzo al sacco ci rimettiamo in marcia verso Amalfi, incontrando i ruderi delle antiche cartiere di Amalfi completamente divorati dalla vegetazione, fino a raggiungere una stradella lastricata che ci conduce alle prime case, attraversando fitte piantagioni di limoni.

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Il “salto” dalla natura selvaggia ai negozietti glamour di Amalfi è un po’ traumatico, ma dopotutto piacevole. Sudati e stanchi ci immergiamo in una dimensione estiva più “spinta” e pro-turista, tra negozi tipici, golosi dolci al limone, il caratteristico bianco/nero del duomo, pallidi turisti nordici e scorci da cartolina.

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Decidiamo anche di allungarci, sempre a piedi, verso la vicina Atrani, piccolissimo borgo di poche anime incluso nel club dei comuni più belli d’Italia.

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È ora di tornare: scegliamo di risalire con l’autobus a Pogerola, per riprendere l’auto e spostarci verso il campeggio. Raggiungiamo la piccola frazione di Montepertuso attorno alle 20:00, caricando gli zaini per incamminarci lungo in sentiero che conduce al campeggio. Scopriamo così una ripidissima discesa tra uliveti e cenge rocciose, spettacolare anche di notte con le lucine da presepio di positano e delle imbarcazioni che popolano la costa. Grazie alla torcia frontale troviamo la piazzola adatta (splendidamente panoramica) e montiamo velocemente la tenda, per concederci un bel sonno ristoratore.

GIORNO 2

ITINERARI: DISCESA A POSITANO – GIRO DI MONTEPERTUSO – SENTIERO DEL “BUCO”

Il secondo giorno ci rendiamo conto che la piazzola è ancor più interessante di quanto sembrava… Splendido panorama, più un bell’albero di fichi ricco di succosi frutti. La colazione, così, è servita e rigorosamente nature!

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Facciamo la conoscenza, un po’ alla volta, dei “golosi quadrupedi” (così definiti in un documento ufficiale del campeggio) che popolano la zona… quattro cagnolotti di diverse taglie, più due morbidosi e fieri gattoni, oltre a due asinelli e svariate galline. Cani e gatti saranno una costante lungo tutta la minivacanza, facendoci visita anche a notte fonda per ricevere un po’ di coccole.

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Scendiamo a piedi a Positano, seguendo il ripido sentiero che dalla tenda raggiunge il cimitero del paese. Splendidamente panoramico, il sentierino è ricco di belle piantagioni di rosmarino, del quale preleviamo qualche rametto per aromatizzare le nostre pietanze. Incontriamo anche succose piante di aloe arborescens, tagliando un paio di rami che useremo contro le (imminenti) scottature.

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A Positiano siamo nuovamente in un’atmosfera glamour e patinata, ricca di scorci incantevoli, graziose viuzze e chiese caratteristice. Dominano le maioliche, il giallo dei limoni ed il bianco degli abiti in lino, anche se in tutto questo charme ci sentiamo un po’ fuori posto perché sudati e stanchi. Le casupole di Positano si arrampicano sulla montagna a mò di presepio, invitando alla libera esplorazione del tessuto urbano ed alla fotografia compulsiva. Come sconfiggere la sete? Con un’ottima granita di limoni, rigorosamente locali.

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È ora di tornare. Prendiamo così il piccolo bus per Montepertuso per raggiungere la nostra seconda tappa, il “buco”, un enorme foro naturale nella montagna che dà anche il nome al paese (pertuso in dialetto significa buco). Dal bar di Montepertuso seguiamo una ripidissima scalinata in salita, il cui fondo è cosparso di gustose noccioline (ne preleveremo un bel po’, da utilizzare sempre per le nostre pietanze improvvisate). Il sentiero diventa poi una ripida traccia nel bosco, sino a sbucare proprio alla base del suddetto pertugio. Lo spettacolare foro, alto una cinquantina di metri, può essere attraversato ed anche arrampicato (incontriamo i nostri vicini di tenda in climbing!), e regala suggestivi panorami sulla costa in due direzioni.

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Torniamo alla tenda per una spartana cenetta a base di couscous, olive snocciolate ed harissa, più qualche fico giusto per addolcire la chiusura. Momenti conviviali con i vicini di tenda, quasi tutti giovani climber (spesso in coppia) e poi si va a letto, gustandoci l’aria fresca dopo una piacevole passeggiata notturna tra gli ulivi.

GIORNO 3

POSITANO – SPIAGGIA DI ARIENZO – VALLONE PORTO

Il terzo giorno scendiamo a piedi verso Positano e la spiaggia di Arienzo, raggiungibile con un’interminabile serie di scalini. Piccola ed incassata, la caletta ha sassi grigi e bollenti che obbligano all’uso delle ciabatte fin dentro l’acqua! Piacevole, anche se un po’ affollata, la spiaggia ci regala il primo bagno di mare della nostra minivacanza. Pranzo al sacco con pane, provolone del monaco (tipico della zona) e un mix spalmabile ai carciofi fatto in casa.

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Seconda tappa della giornata è il selvaggio Vallone Porto, che sovrasta una graziosa spiaggetta raggiungibile (pare) solo via mare. Il canyon è tra gli angoli più incontaminati dell’intera Costiera, un biotopo straordinario dove proliferano piante ed animali caratteristici in un ambiente semi-tropicale.

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Ulteriore motivo d’attrazione è la presenza del suo “custode”, il poeta e pittore Gianni Menichetti, che vive in un grazioso e spartano padiglione moresco immerso nel verde, a circa mezz’ora di cammino dalla “civiltà”. Personalità eccentrica e poliedrica, Menichetti ha le fattezze di un guru orientale, con un’attitudine da esteta e grande vocazione per la natura. Non riusciremo ad incontrarlo, ma spulciandone lo spartano sito internet cogliamo tutta la particolarità del suo universo, tra suggestivi dipinti di divinità hindu e delicati versi. Speriamo in una seconda occasione.

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Menichetti vive perfettamente a suo agio con la natura più wild, dividendo i propri spazi con una dozzina di cani ed animali tra i più disparati, sempre impegnato nella difesa di questi luoghi da speculazioni e interventi invasivi.

Torniamo alla tenda, ripercorrendo in salita il sentiero dell’andata. La compagna del gestore dell’agriturismo, accanita sostenitrice del fai da te, ci regala una piccola “lezione intensiva” sull’autoproduzione di cosmetici, mostrandoci i prodotti in vendita e illustrando i principi base per la preparazione di olii, creme e profumi. Il sottoscritto è particolarmente interessato ai prodotti antizanzare, visto l’accanimento con cui gli insidiosi esserini sembrano gradire il proprio sangue!

Le piante “elette”? Geranio, citronella, chiodi di garofano e malva. Chiaramente da “elaborare”, anche se la lavanda, ad esempio, è un ottimo lenitivo anche solo strofinata sulle punture. Dulcis in fundo, la mia lei si lascia tentare da un olio corpo, a base di numerose essenze e profumatissimo!

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A sera prepariamo il solito cous cous, ma stavolta proprio non sappiamo come condirlo.. Ci viene incontro il personale della struttura, regalandoci un bel bicchierino di curcuma, preziosissima spezia dal sapore inconfondibile. Si mangia così un buon cous cous alla curcuma arricchito dal solito rosmarino selvatico e da un po’ di fagioli rossi, piatto che tutto sommato ci soddisfa.

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Avere un fornello ci ha aiutato, è indubbio…ma in caso di emergenze era già pronta l’alternativa, ovvero il cous cous a crudo. Tutto sperimentato: è sufficiente lasciare una mezz’oretta i grani di cous cous (del tipo precotto) in acqua (quanto basta) per ottenere un ottimo cous cous perfettamente commestibile, provare per credere.

GIORNO 4

NERANO E LA BAIA DI IERANTO – SORRENTO

Sveglia presto, ci tocca smontare! Caricati gli zaini affronteremo la faticaccia della risalita sino all’auto, non prima di aver salutato tutti gli abitanti (bipedi e quadrupedi!) e regolato i conti.

Puntiamo così alla baia di Ieranto, spettacolare spiaggetta situata proprio sull’estremità della Costiera, raggiungibile con un sentierino in poco più di 1 ora di cammino.

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Ieranto è un paesino davvero piccolo, toccato solo marginalmente dal turismo che investe la costiera. Il sentiero per la baia attraversa dapprima un piacevole uliveto, lambendo l’ingresso al buen retiro di Norman Douglas, celebre narratore di Capri & dintorni. La seconda parte del sentiero scende verso la baia entrando nell’area protetta, gestita dal Fondo Ambiente Italiano (FAI). Percorrendo un altro splendido uliveto ci si affaccia su una paradisiaca caletta, dove i bagnanti si contano sulle dita di una mano e l’acqua è calma e cristallina. In lontananza, ma ben visibili, sono le suggestive sagome dei 3 faraglioni di Capri.

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Bagno, pranzo al sacco e si ritorna sui propri passi, seguendo l’altro sentiero che si ricollega al primo tratto percorso all’andata. Il sole, implacabile, ci ha trasformati in due peperoni: in soccorso viene la solita pianta di aloe arborescens, che utilizziamo in abbondanza a mò di stick cospargendo soprattutto schiena e collo.

Il segreto? Basta aprire in due in orizzontale la foglia, piegando i lembi su se stessi per trasformarli in una sorta di morbido roll-on, senza il rischio di pungersi.

Ripresa l’auto a Ieranto, facciamo un salto a Sorrento, giusto per mangiare un gelato e godere di qualche nuovo, meraviglioso scorcio. È ora di tornare, purtroppo, anche se la stanchezza ci lascia intendere che forse è meglio così!

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IL RESOCONTO. Spesa complessiva? tre notti + una mezza giornata in giro abbiamo speso circa 70 euro a testa, inclusa la benzina (guidando piano), i biglietti degli autobus e le scorte alimentari. Niente shopping selvaggio, niente vita notturna, solo natura. Siamo però riusciti a conciliare il lato “mondano” della vacanza (ridotto al pomeriggio, perché di notte preferivamo l’intimità della natura) a quello naturalistico e wild, attraversando sentieri e sterrate e limitando l’uso dell’auto allo stretto necessario.

A mio parere una minivacanza del genere, oltre ad essere sostenibile ed economicamente accessibile permette di vivere a 360° i luoghi attraversati, senza cedere alle lusinghe del marketing estivo.

Tutto questo attiva la curiosità e il pensiero laterale, riduce l’impatto sulla natura, ci tiene in movimento, accende il piacere della scoperta genuina, ci fa utilizzare prodotti a km 0 (o quasi) e invita a scoprire i lati meno mainstream delle località più turistiche e gettonate. Mica poco!

Speriamo di riproporre la formula anche per successive vacanze!

Michele D.

Il racconto fa parte dell’iniziativa “Turisti per scelta…(green)

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