Albergo diffuso per la rinascita del borgo: il progetto di Sauris

Degli alberghi diffusi vi avevamo già ampiamente parlato, spiegando come funzionano e le prospettive aperte da questa formula sia per fare vacanze all'insegna della sostenibilità, sia per far rinascere borghi che, altrimenti sarebbero totalmente spopolati.

Durante l’Alpin Crossing 2011, però, abbiamo avuto l’occasione di visitare e soggiornare nel primo albergo diffuso d’Italia in cui abbiamo potuto toccare con mano e vedere con i nostri occhi questa alternativa ecologica a campeggi, hotel e b&breakfast.

L’alberdo diffuso, infatti, rappresenta la soluzione ideale per chi vuole dormire in una struttura ricettiva che offra tutte le comodità di un servizio alberghiero, ma che allo stesso tempo valorizzi strutture già esistenti, come ad esempio stalle o vecchi immobili rurali, senza dover ricorrere così all’edificazione di nuove.

Il concetto di Albergo Diffuso, nasce proprio a Sauris, una delle 24 Alpine Pearls, le perle alpine in cui ci si dimentica dell’auto e di cui non ci stancheremo mai di parlare. Ed è qui, nel cuore della Carnia (Friuli Venezia Giulia) che, beneficiando all’inizio degli anni ’80 di una legge regionale nata per la salvaguardia dei valori ambientali e storici dopo la distruzione provocata dal terremoto del Friuli nel 1976, ha preso vita il Progetto Sauris grazie al quale il paesino che contava ormai pochissimi abitanti, è tornato a vivere, recuperando le infrastrutture esistenti e trasformandosi nel primo Albergo Diffuso d’Italia.

Una forma alternativa di alloggio low cost e soprattutto di basso impatto ambientale, che ha permesso a molti borghi della nostra penisola di far fronte allo spopolamento sfruttando l’aspetto turistico della zona, il paesaggio, i prodotti genuini e soprattutto l’ospitalità degli abitanti.

Soggiornare in un Albergo Diffuso, vuol dire infatti, vivere l’esperienza di vita del piccolo centro storico di un paese, alloggiando in appartamenti (attrezzatissimi e confortevoli, se in montagna anche provvisti di un caldo caminetto di fronte al quale rilassarsi) o camere, ubicati nel cuore del borgo, potendo però usufruire di tutti i servizi alberghieri, come la ristorazione tipica locale, l’accoglienza o gli spazi comuni che distano a pochi metri dall’Albergo.

Far parte della comunità ma allo stesso tempo poter godere del paesaggio e del silenzio che l’ambiente circostante offre, con minor impatto possibile, è questo dunque ciò che gli ospiti dovranno attendersi da una soggiorno in questa particolare ed originale forma ricettiva.

Dopo il Progetto Sauris, il modello di ospitalità “albergo diffuso” che è stato messo appunto da Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing turistico, è nato successivamente nel 1995 a Bosa in Sardegna poi ad Alberobello, in Puglia. Oggi vi sono alberghi diffusi anche nelle Marche e in altre regioni del centro e nord Italia, quali l’Abruzzo, anche se il Friuli-Venezia Giulia resta la regione dove se ne contano di più (12 a fine 2009).

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Ovviamente perché una struttura alberghiera si possa chiamare Albergo Diffuso, deve avere dei requisiti che la differenziano dai comuni hotel e allora vediamo in sintesi quali sono quelli affissi nel Manifesto dell’Albergo Diffuso:

– la gestione unitaria;

– l’offerta di servizi alberghieri e di ambienti comuni a tutti gli ospiti alloggiati nei diversi edifici che lo compongono;

– un ambiente “autentico” fatto di case ammobiliate e ristrutturate non “per turisti”, ma pensando a residenti, anche se temporanei;

– una distanza tra gli immobili che non è tale da impedire alla gestione di offrire a tutti gli ospiti, non solo i servizi alberghieri, ma anche l’esperienza stessa della formula ospitale, massimo 200;

– la presenza di una comunità viva, per un’integrazione nel territorio;

– una gestione professionale non standard, non simile a quella che caratterizza gran parte degli alberghi che fanno parte di catene alberghiere, ma coerente con la proposta di autenticità dell’esperienza, e con le radici nel territorio;

– uno stile riconoscibile, una identità in tutte le componenti della struttura ricettiva, che non configura come una semplice sommatoria di case ristrutturate.

L’Alberto diffuso Borgo S. Lorenzo di Sauris è tutto questo: vivere in una delle case dalllo stile tipicamente rurale, vecchi stavolo e stalle attentamente restaurate per godere appieno dell’ospitalità, dei colori e dei profumi del luogo e immergersi in un universo di genti e luoghi unici dove scroprire produzioni artigianali, assaporare la cucina tradizionale e divertirsi nelle sagre e feste popolari.

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La reception diventa un po’ il cuore dell’albergo diffuso dove trovare il materiale informativo per organizzare al meglio la propria vacanza, scambiare due chiacchiere con i gestori e con gli altri ospiti che diventeranno quasi dei “compaesani”. Una vacanza sulle Alpi con tutte le comodità, a buon prezzo e con la consapevolezza di aver contribuito a far tornare a vivere un intero paese.

Per tutte le info: www.albergodiffusosauris.com

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