Ecoturismo: come scelgono gli italiani più responsabili?

Presentato alla Bit di Milano il V Rapporto: "Gli italiani, il turismo sostenibile e l'ecoturismo"

Turismo responsabile: gli italiani scelgono sempre di più la strada dell’ecoturismo, formule di viaggio che rispettino l’ambiente e le caratteristiche di un territorio e che siano un’opportunità di crescita per le economie locali.

Ma quanto e in che misura il turismo sostenibile cresce in Italia? Cosa offrono realmente le strutture ricettive? A queste e ad altre domande vuole rispondere il V Rapporto: “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo“, realizzato dalla Fondazione UniVerde e IPR Marketing e presentato alla Bit di Milano.

Dal rapporto emerge che gli italiani sono ormai in grado di definire il turismo “verde” come quello che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre il consumo energetico e di risorse del territorio. Il vincolo della sostenibilità per il 47% del campione è un’opportunità di crescita per lo sviluppo economico di un’area turistica.

LA SCELTA – Il 54% degli intervistati dichiara di considerare una serie di cose per fare scelte che non danneggino la natura: nel momento in cui pianifica un soggiorno (per lo più in rete), pensa non solo alla meta, ma anche al mezzo di spostamento. Molti (il 72%), per esempio, sarebbero disposti anche a fare meno della loro auto, qualora la meta scelta fosse facilmente raggiungibile in treno. Il 48% considera la struttura “eco” per l’uso di pannelli fotovoltaici e più del 20% per l’uso di sistemi per il risparmio idrico ed elettrico. Alcuni approfondiscono anche i servizi offerti dall’albergo e giudicano la struttura adatta se fa la raccolta differenziata (36%) e offre menù biologici e a km 0 (35%).

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Un’esigenza cresciuta negli ultimi anni che spingerebbe il 50% circa degli intervistati a dichiararsi disponibile a pagare tra il 10 e il 20% in più pur di fare vacanze sostenibili.

Gli eco turisti, inoltre, prediligono un’area protetta o un parco naturale perché per il 47% consentono di conoscere tradizioni locali e per il 40% perché ci sono percorsi enogastronomici. Il 51%, infatti, sceglie di trascorrere la propria vacanza verde in agriturismo. Gli italiani sono attratti soprattutto dalla possibilità di fare escursioni per conoscere le aree archeologiche e i borghi storici e comprendere le tradizioni locali, pochissimi quelli che puntano a fare attività sportive.

NH Hotel Group – spiega Chema Basterrechea, Amministratore Delegato NH Hoteles Italia – da oltre 10 anni riserva grande attenzione ai temi della sostenibilità e dell’efficienza energetica. Dal 2008 al 2014, il Gruppo ha messo in atto numerose iniziative volte a ridurre il consumo di acqua e di energia, limitare le emissione di CO2 e la produzione di rifiuti. In Italia, in particolare, i risultati sono stati decisamente positivi: il consumo energetico è stato ridotto del 46%, quello idrico del 41%; anche le emissioni di CO2 sono state ridotte del 65%, mentre la produzione di rifiuti del 43%. Questi risultati sono stati ottenuti anche grazie all’adozione di alcune misure concrete nell’ambito dell’efficienza energetica: illuminazione interna ed esterna ottimizzata, materiali biodegradabili, introduzione di dispositivi elettronici di classe energetica A++, solo per citarne alcune“.

IL CIBO – Sul cibo, gli ecoturisti richiedono un’agricoltura sempre più sostenibile e prediligono ristoranti con prodotti biologici o a km 0, a condizione (per la maggioranza dei rispondenti) che ci sia parità di prezzo rispetto a quelli tradizionali. Lo stesso vale per gli esercizi che offrono un menù vegetariano o vegano (l’opzione vegana compare per la prima volta tra le preferenze).

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La sensibilità sui danni che il turismo può portare all’ambiente si mantiene costante, rispetto ai risultati dello scorso anno, con una quota del 47% degli intervistati che ritiene sia un problema per l’Italia in generale, non soltanto per alcune aeree specifiche. Tra i danni segnalati: il 62% sostiene che la cementificazione e la speculazione edilizia rappresentino una minaccia per la natura. Solo il 10% individua l’inquinamento come un possibile rischio provocato dal turismo.

Germana Carillo

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