Dead Drops: un muro da abbattere? No da condividere!

In pratica, i passanti sono invitati a fermarsi e caricare o scaricare file con i propri laptop. Prende vita, così, una rete d’informazioni condivisa, un database creato dai cittadini per i cittadini. Lo spirito è semplice e geniale: lasciare un proprio file ogni volta se ne scarica uno. Una canzone per un film, una poesia per una foto, un racconto per filmato e così via. Un innovativo dialogo a distanza tra sconosciuti. Il primo caso di file sharing offline, un’inedita quanto interessante nuova forma di comunicazione.

La condivisione, qualunque essa sia, è una pratica ecosostenibile. Senza ombra di dubbio. Condividere è una forma di risparmio: intelligente, originale, accessibile a tutti ed economica. A pensarla così è, probabilmente, anche Aram Bartholl che con la sua trovata a metà strada tra e arte sta facendo dilagare a New York una vera e propria mania.

Il ragazzo di Brema, già in passato aveva manifestato la sua voglia di inglobare il mondo digitale nella realtà di tutti giorni, mai come questa volta sembrerebbe, però, esserci riuscito. Con il suo progetto chiamato Dead Drops ha deciso, armandosi di cemento e trapano, di piazzare 5 chiavette USB in altrettanti punti strategici della Grande Mela, infilandoli praticamente all’interno dei muri degli edifici. Ha poi pubblicizzato il tutto attraverso il web, cercando di sponsorizzare questa sua trovata il più possibile.

In pratica, i passanti sono invitati a fermarsi e caricare o scaricare file con i propri laptop. Prende vita, così, una rete d’informazioni condivisa, un database creato dai cittadini per i cittadini. Lo spirito è semplice e geniale: lasciare un proprio file ogni volta se ne scarica uno. Una canzone per un film, una poesia per una foto, un racconto per filmato e così via. Un innovativo dialogo a distanza tra sconosciuti. Il primo caso di file sharing offline, un’inedita quanto interessante nuova forma di comunicazione. Nelle Flash USB è anche possibile trovare un file readme.txt che contiene una spiegazione del progetto scritta dall’artista. Per ora, come detto, le chiavette piazzate sono solo 5, ma l’iniziativa vuole crescere immediatamente.

La notizia è apparsa prima sul sito del progetto (dove si può trovare l’elenco aggiornato dei posti, il manifesto e le eventuali richieste per aderire al progetto) per poi diffondersi velocemente su tutto il web. Social network e passa parola della rete hanno fatto sì che le chiavette si siano riempite in pochissimo tempo, facendo diffondere un vero e proprio spirito di emulazione. Tanto è vero che stanno comparendo su i muri di tutto il mondo, dal Canada, alla Germania, finendo in Gran Bretagna. Era proprio questo l’intento di Aram Bartholl lanciare un input, uno stimolo e sperare che fosse raccolto da un numero consistente di persone. A quanto pare, sembra esserci riuscito. Per questo motivo il sito, da lui creato, è ancora più utile, divenendo una vera e propria comunità di persone che vogliono lanciare questa tendenza. Dead Drops, oltretutto, in gergo spionistico stava a significare i luoghi nascosti dove lasciare messaggi e informazioni accessibili solo a chi conosceva il nascondiglio.

L’unica remora è che, ogni tanto, bontemponi e simpaticoni di turno ci inseriscono porno o virus vari, sperando di tarpare le ali a questa iniziativa. Non ci riusciranno: la dead drops mania è appena cominciata!

Alessandro Ribaldi

 

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