IdeaTre60, il social network sociale. E green

I social network non sono solo luoghi deputati alla socializzazione ma possono anche assumere un ruolo utile. Ne è un esempio IdeaTRE60, il primo social network italiano a preoccuparsi di iniziative di pubblica utilità e di ambiente

Tutti pazzi per i social network. O almeno così pare. Ma c’è un modo di “sfruttarli” per buone cause, ad esempio a sfondo sociale o green? La risposta è IdeaTRE60, il primo social network italiano dedicato alla realizzazione di iniziative innovative di pubblica utilità, sociali e ambientali. Alla creazione, cioè, di quello che viene solitamente definito il bene comune.

Il progetto di IdeaTRE60 si deve alla Fondazione Italiana Accenture. È stato chiamato così proprio perché intende far tesoro di tutte le buone idee e creare un contesto in cui è possibile seguirle dall’inizio alla fine, a trecentosessantagradi appunto, cioè dal lancio dell’idea alla sua concreta realizzazione.

Si tratta di una piattaforma online che offre tutte le funzionalità dei social network per mettere in contatto da una parte le organizzazioni (aziende socialmente responsabili, organizzazioni non profit, fondazioni, enti e istituzioni pubbliche, università, centri di ricerca), dall’altra le persone che sentono di avere qualcosa da dire e da dare per il bene comune. Così da poter utilizzare le risorse, le competenze di chiunque le vuol mettere a disposizione, in sinergia con le possibilità, economiche e non solo, di cui solo le organizzazioni dispongono.

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Basta guardare alle tematiche di IdeaTRE60 per vedere che fra le aree di cui il social network intende occuparsi c’è molta attenzione allo sviluppo sostenibile e al green: si parla ad esempio di green procurement e di mobilità urbana sostenibile, di impatto ambientale, ma anche di educazione alla sostenibilità e al risparmio energetico.

Cosa si può fare con IdeaTRE60, insomma come funziona? Si basa soprattutto sul modello cosiddetto del crowdsourcing (avete mai sentito parlare di siti come Innocentive, Zooppa, BootB o Takeacoder?), cioè sulla sollecitazione e l’utilizzo dell’intelligenza collettiva per ideare soluzioni ed elaborare progetti che servano alla collettività.

Ecco come: qualunque organizzazione, pubblica o privata, profit o non profit, che sta pensando ad un progetto di cui la collettività possa beneficiare e che ha bisogno di qualche buona idea, di collaborazione, di qualcuno che la aiuti a realizzarlo, lancia sul sito un vero e proprio concorso d’idee. E mette in palio un premio per chi offrirà l’idea migliore, la più adatta a soddisfare il “brief”, cioè le linee guida del progetto stesso. A stabilire il vincitore sarà una giuria online (con criteri che guardano a originalità, innovazione, beneficio per la collettività e sostenibilità economica delle proposte) ma anche tutta la community, cioè tutti i membri del network, che potranno discutere, confrontarsi, commentare le varie proposte.

Un esempio? Il primo concorso è stato lanciato dal Museo della Scienza e della Tecnologia di Leonardo Da Vinci di Milano sull’educazione alimentare, con un premio di 5.000 euro (e un budget per la realizzazione di 100.000 euro): si chiede di trovare un modo o, meglio, degli strumenti per fare educazione attraverso l’uso delle nuove tecnologie sul tema della sana e corretta alimentazione.

Dunque, che aspettate? Se avete qualche idea per colorare di green questo vecchio (e un po’ affaticato) mondo, mettetela in circolo su IdeaTRE60. Poi mescolate un po’, aggiungete una scorzetta di limone e vedete se c’è modo di creare un po’ di bene comune in più.

Andrea Di Turi

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