Le coccinelle amiche dell’agricoltura biologica

Le coccinelle sono piccolissimi insetti, ma con una possibile grande utilità in campo agricolo

Chi durante la propria vita non ha visto una coccinella o non se l’è ritrovata a camminare addosso, sperando così di essere stato toccato anche dalla fortuna? E per chi non lo sapesse, soprattutto in ambito amoroso: infatti il nome di questo piccolo insetto deriva dal termine greco “kokkinos” che significa rosso, proprio come il colore delle ali che ne rivestono il corpo, ma anche dell’amore.

Altre credenze le attribuiscono delle virtù, (ad esempio nella zona di Firenze, dove viene chiamata “Lucia” probabilmente con riferimento alla omonima santa siciliana, si crede che raccogliendone una e facendola volare via si protegga la vista di chi lo fa; ucciderne una vorrebbe dire invece garantirsi la propria cecità), ma anche i meno superstiziosi o scaramantici non possono non trovare simpatia per questi piccoli insetti; sono però gli agricoltori quelli che apprezzano di più alcune sue caratteristiche.

La coccinella è un coleottero appartenente alla famiglia delle Coccinellidae, ampiamente diffusa in tutto il mondo, fino a 6000 specie; in Italia di queste ne esistono un centinaio, differenti tra loro sia per colore che per dimensioni, e la più comune è la Coccinella septempunctata, caratterizzata appunto dall’avere sette puntini neri sulle ali rosse. Ma è grazie alla sua capacità predatoria che viene attribuito a questo coleottero un certo interesse in ambito della lotta biologica: i coccinillidi sono principalmente entomofagi, si nutrono cioè di altri insetti (come gli Afidi, insetti dal corpo molle e fitofagi, e quindi dannosi per la vegetazione); inoltre presentano una elevata voracità che aumenta durante lo sviluppo larvale e raggiungendo il massimo allo stadio adulto. Rappresentano quindi una buona alternativa ai nocivi prodotti chimici utilizzati in agricoltura.

Molto interessante anche la sua capacità di adattamento, sia nella predazione che nella riproduzione. Le coccinelle presentano una elevata fecondità, strettamente dipendente però dal grado di infestazione delle piante da parte di parassiti; inoltre quando la popolazione dei fitofagi diminuisce sotto determinati livelli, esse migrano su altre colture (questo avviene a tarda primavera e dopo gli accoppiamenti che si verificano proprio in tale stagione; permette così di mantenere basso il loro tasso di mortalità). Le uova (a centinaia) vengono deposte sulle foglie delle piante, nelle stesse colonie degli afidi ed altri parassiti, in modo che le larve appena nate abbiano già cibo a disposizione. Le coccinelle presentano anche una grande capacità di adattamento nel caso in cui le condizioni ambientali si presentino avverse: oltre alla migrazione appena descritta, hanno la capacità di cambiare alimentazione, cibandosi così di altri insetti fitofagi o, se anche questi scarseggiano, diventare essi stessi fitofagi, micetofagi, glicifagi, carpofagi, spermatofagi (nutrendosi cioè rispettivamente di tessuti vegetali, miceti fungini, liquidi zuccherini, frutti, pollini); a volte si possono riscontrare anche casi di cannibalismo, e non di rado nella stessa specie.

Possiedono inoltre diversi metodi di difesa: la loro stessa colorazione rappresenta un deterrente per i loro predatori, ai quali collegano un cattivo sapore; infatti le coccinelle, se disturbate, liberano dalle articolazioni delle zampe una sostanza di odore particolarmente sgradevole, oltre che presentare una certa tossicità.

Quindi quando vi capiterà di trovare una coccinella sul bavero della vostra giacca o tra le foglie della cicoria appena comprata al mercato, pensate anche a quanto questo piccolo insetto possa essere amico dell’uomo.

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