La metafora dell’acqua e i 7 chakra spiegati ai bambini con il giovane monaco Aang

Il funzionamento dei chakra in un cartone animato che racconta in modo semplice attraverso la metafora dell'acqua ricevuti dal giovane monaco Aang.

Il funzionamento dei chakra in un cartone animato che racconta in modo semplice attraverso la metafora dell’acqua ricevuti dal giovane monaco Aang.

Solo apparentemente siamo fatti unicamente di materia. Già se guardiamo alle nostre emozioni, per quanto la loro espressione sia anche “incarnata”, non vi è dubbio che abbiano un aspetto meno tangibile e concreto. Così il pensiero. Ma tutte queste manifestazioni altro in realtà non sono che l’evidenza manifesta di qualcosa che avviene prima in un altro piano, ancora più sottile: quello energetico.

Non è certo una novità: la medicina cinese e l’agopuntura in particolare, lo sanno bene. C’è una rete di canali e canaletti, di vie e incroci, di punti di smistamento che regolano il percorso di un certo tipo di energia, che è vibrazione, ed è in qualche modo della stessa sostanza dei nostri corpi sottili (eterico, astrale, spirituale).

Sembra difficile, forse, ma non lo è. Quando il nostro corpo si ammala è perché prima, a livello spirituale, si è registrata una qualche contrazione; la contrazione ha preso forma come sentimento o emozione. Se questa informazione non è stata ascoltata, elaborata, prende la via del disagio del corpo. Come ogni crisi, l’obiettivo è il superamento per tornare ad una condizione di benessere totale, in un’armonia costruttiva ed evolutiva. Nel fluire della vita.

Per rendere l’idea è perfetta anche la metafora dell’acqua, utilizzata da guru Pathik per spiegare al “giovane” monaco Aang il funzionamento dei sette principali chakra (qui sotto il video, che si può impostare con sottotitoli in italiano) del nostro corpo.

Per chi non li conoscesse, loro sono i personaggi principali del cartoon “Avatar, la leggenda di Aang”: il racconto dell’anziano saggio sembra solo una storia fantastica ma in realtà è proprio così che funziona.

Il ckakra è come una fonte di acqua vitale; se per qualche ragione viene bloccata, diventa ferma, poi stagnante, poi imputridirà eccetera eccetera. L’aria intorno non sarà delle migliori. Ma se riportiamo la situazione in equilibrio, lavorando per eliminare la causa del blocco, tutto torna piano piano a fluire e cambiare, come in un domino positivo.

Il primo chakra è legato all’elemento Terra e parla delle tematiche legate alla sopravvivenza, al cibo e al sesso. Si trova nella zona del perineo; la sua influenza sul fisico riguarda direttamente gli arti inferiori, le ossa di tutto il corpo, l’area inguinale; quando è bloccato, siamo nella paura. Il colore è rosso e/o nero.

Il secondo chakra si trova appena sotto l’ombelico. Il suo elemento è l’Acqua, il colore è l’arancio. È l’area del piacere, delle sensazioni a pelle, del senso di colpa e delle emozioni. A livello fisico, è responsabile degli organi sessuali, del bacino.

Il terzo chakra dimora nel plesso solare. Il colore è giallo, come il sole. L’elemento è il Fuoco. È la volontà, la capacità di integrare ed elaborare le esperienze, l’autostima. Controlla lo stomaco. Il suo “demone”, o blocco che dir si voglia, è la vergogna.

All’altezza del cuore, che fa da ponte tra i primi tre chakra, più “materiali” e gli altri tre, più “spirituali”, si trova il quarto chakra. L’elemento è l’Aria. È la sede dell’amore per se stessi e per gli altri; rappresenta il giusto punto di equilibrio, la visione più armonica; il colore è rosa e verde. È ostacolato dalla sofferenza. Fisicamente copre il petto e le braccia.

Il quinto chakra è nel centro della gola. Il colore è azzurro e l’area di influenza della comunicazione, della verità, la creatività per mezzo della parola ma non solo. Riflette tutto quello che è espressione di sé, su tutti i piani. L’elemento è il Suono. È bloccato dalle bugie.

Il sesto chakra, detto spesso anche “terzo occhio”, è collocato al centro della fronte; il colore è violetto e mette in contatto con l’intuizione del pensiero, con la chiara visione delle cose. È la consapevolezza che vede. L’elemento è la Luce. Il suo nemico è l’illusione della spiritualità, il finto spirituale. Controlla la vista, il volto.

L’ultimo chakra, il settimo, è situato sulla sommità del capo. Il colore è giallo-dorato. Consente la connessione con tutte le cose, con il Sè superiore. Rappresenta il pensiero che Comprende, la saggezza della consapevolezza. L’attaccamento è il suo demone più terribile.

Prestando una nuova consapevole attenzione, si potrà notare la presenza dei chakra nella forma del corpo fisico, negli schemi che si presentano nella vita, nei modi in cui si pensa e si affrontano le situazioni della vita. A proposito: non si possono “chiudere” (semmai sono bloccati), nessuno li può “aprire” (sono già aperti, sin dalla nascita); per potenziarli e svilupparli in tutte le loro possibili espressioni, anche sul piano spirituale, serve un serio lavoro personale sui talenti specifici, legati cioè ai singoli chakra, da portare avanti con un’intenzione rivolta al proprio bene e al bene di tutti.

Allora, per restare nelle domande poste dal guru al giovane Aarg: quali sono le resistenze interiori, i comportamenti, le situazioni, le credenze, i pensieri, gli atteggiamenti che riconosciamo nelle descrizioni appena fatte e che ostacolano il regolare fluire di uno o più dei nostri chakra, in questo momento? Ognuno, se vuole, può provare a rispondere nel segreto dei suoi pensieri.

Va da sè che queste indicazioni sul funzionamento dei chakra sono davvero basilari e pensate per spiegarle ai bambini. Per chi avesse voglia di approfondire l’argomento, un ottimo, facile e chiaro testo è “Il libro dei chakra” di Anodea Judit: ovvero il sistema energetico dell’uomo e la psicologia; una ricca mappa per leggere insieme mente, corpo e spirito (chiara per i profani, utile anche per chi pensa di saperne già abbastanza).

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