Bandiere del Gusto: tutte le delizie a tavola regione per regione

Salgono al numero record di 4813 le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2014 sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale

Ricette regionali, specialità regionali, prodotti agroalimentari tradizionali, tipicità da mettere a tavola: c’è da leccarsi i baffi con le “Bandiere del Gusto” conferite all’Italia nel 2014 sulla base delle tipicità alimentari presenti sul territorio nazionale per opera di Coldiretti.

Con un nuovo capitolo dedicato alle birre, le bandiere raggiungono il numero record di 4813, tutte specialità che sono ottenute secondo sapienti regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni secondo la quattordicesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni. È quanto emerge all’Assemblea della Coldiretti che ha tracciato la mappa regionale della classifica del patrimonio enogastronomico che i turisti italiani e stranieri potranno gustare quest’estate.

Sono ben 115 i prodotti in più rispetto allo scorso anno: “È questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari“, afferma il presidente della Coldiretti Roberto.

Sul podio delle bandiere del gusto assegnate a livello regionale salgono la Toscana con 463 prodotti, la Campania con 429 prodotti e il Lazio con 386 prodotti. Seguono poi il Veneto (371), l’Emilia-Romagna con 356 prodotti davanti al Piemonte con 341 specialità e alla Liguria che può contare su 295 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 246, la Sicilia con 235, la Puglia con 233, la Sardegna con 184, il Molise con 159, il Friuli-Venezia Giulia con 156, le Marche con 152, l’Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 107, quella di Bolzano con 92, la Basilicata con 90, l’Umbria con 70 e la Val d’Aosta con 32.

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Le specialità regionali che prevalgono? Certamente i 1468 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1334 verdure fresche e lavorate, 781 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 487 formaggi, 192 piatti composti o prodotti della gastronomia, 158 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 158 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro) e 146 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.

LE NEW ENTRY – In Campania entrano nella nuova lista 2014 la ricotta di fuscella di Sant’Anastasia (provincia di Napoli) e il fagiolo di cera (caratterizzato da un seme color avorio con buccia sottilissima e coltivato nella fascia pedemontana del massiccio del Matese); in Basilicata i “viscuttini di Lauria (una specie di tarallo ricoperto da glassa di zucchero che viene donato agli ospiti durante i matrimoni), nelle Marche le paccucce di Colmurano (Macerata), spicchi di mela, preferibilmente rosa, messi ad essiccare al sole o al forno e conservati per l’inverno immersi nella sapa, per essere utilizzate in vario modo, in particolare nella preparazione di dolci e crostate; in Sardegna la sindria call’e boi, una pregiata anguria coltivata a Gonnosfanadiga, nel Medio Campidano, ritenuta tra le migliori dell’isola sino agli anni Sessanta ed ora a rischio d’estinzione e gli “ndremappi di Jenne, tipico piatto della transumanza nell’Alta valle dell’Aniene a base di pasta povera ottenuta da farina integrale, acqua e sale, condita con un sugo fatto con olio, aglio, peperoncino, pomodoro e alici.

LE BIRRE – Le prime ad essere censite sono la birra di Savignone (Liguria), la birra della Valganna (Lombardia) e la birra di Fiemme (Trentino), tre preparazioni che vantano le loro caratteristiche artigianali che si fondano, rispettivamente, sulla leggerezza e il contenuto di vitamine, sulla qualità dell’acqua e sulla storia (nelle grotte della Valganna nel 1977 nacque la prima birra di Angelo Poretti) e sui pregi del lupino e dei luppoli selvatici lavorati usando tecniche e metodi di una volta, riscoperti dopo lunghe ricerche sul territorio valligiano trentino.

Germana Carillo

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