Pink Slime: la Beef products inc. vuole essere risarcita per i danni d’immagine

Non si placano le polemiche sulla carne separata meccanicamente. Quello che i media americani hanno definito "Slimegate", rifendosi allo scandalo del "pink slime", melma rosa, finisce nelle aule di un tribunale: la Beef Products Inc., il principale produttore americano di carne di manzo separata meccanicamente e trattata con idrossido di ammonio, con sede in South Dakota, ha citato in giudizio la ABC News chiedendo i danni economici.

Non si placano le polemiche sulla carne separata meccanicamente. Quello che i media americani hanno definito “Slimegate“, rifendosi allo scandalo del “pink slime”, melma rosa, finisce nelle aule di un tribunale: la Beef Products Inc., il principale produttore americano di carne di manzo separata meccanicamente e trattata con idrossido di ammonio, con sede in South Dakota, ha citato in giudizio la ABC News chiedendo i danni economici.

L’uso del termine “melma rosa” avrebbe arrecato un grave danneggiamento dell’immagine, del valore di almeno 1,2 miliardi di dollari, tanti i soldi chiesti come risarcimento ai sensi di una legge statale che offre alle aziende agricole la possibilità di citare in giudizio un soggetto quando critica i loro prodotti. Dopo essere diventata una questione politica, con i governatori repubblicani di Kansas, Texas e Iowa a difesa della Bpi e i deputati democratici, guidati da Chellie Pingree, sul fronte opposto, il “Slimegate” approda coì al tribunale del South Dakota.

Qui si deciderà se l’emittente televisiva aveva o no il diritto di chiamare questo prodotto, nato dalla splendida idea della Bpi, per risolvere il problema della vulnerabilità degli scarti della carne alla contaminazione batterica, di immergerli in ammoniaca al fine di uccidere l’Escherichia coli e la salmonella, con il nome così dipregiativo di “melma rosa”, approvato regolarmente dalla USDA e commercializzato in modo legalissimo.

Dan Webb, avvocato che rappresenta la Bpi, spiega come l’ABC abbia diffamato i prodotti del proprio cliente semplicemente chiamando l’additivo “melma rosa”. Ma perché la BPI incolpa proprio l’ABC? Webber dice che l’emittente “ha fatto credere ai consumatori che qualsiasi prodotto di carne bovina, fatto in realtà al 100% di carne di manzo, fosse ciò che ha chiamato “melma rosa”, malsana e ripugnante sostanza liquida che non è nemmeno carne“. Poco importa, invece, che non sia stata la ABC, ma il microbiologo del Food Safety Inspection Service Gerald Zirnstein, a inventare il termine, come racconta in un articolo Fox News.

Roberta Ragni

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