Pesca sostenibile: tonno RioMare, solo greenwashing?

Greenpeace chiede alla Bolton Alimentari, proprietaria del marchio Riomare, di fare chiarezza sulla dichiarazioni riguardanti la pesca sostenibile

Guerra aperta tra Greenpeace e Bolton Alimentari, proprietario del marchio Riomare. Quest’ultimo, in un comunicato, ha fatto sapere di essere impegnato su obiettivi reali tra cui il raggiungimento del “100% di tonno proveniente da pesca sostenibile entro il 2017. Tali dichiarazioni non sono andate giù agli ambientalisti, da tempo impegnati, con la campagna Rompiscatole, e l’omonima classifica, nella tutela del tonno rosso e nella diffusione di nuove modalità di pesca sostenibile.

Secondo alcuni dati, diffusi da Greenpeace lo scorso novembre, analizzando le scatolette di tonno che troviamo comunemente al supermercato, la metà di esse non indica la specie di tonno che abbiamo acquistato. Inoltre, solo il 7 per cento delle scatolette indica la provenienza del pescato. Per non parlare della tecnica di pesca usata, che manca nel 97 per cento dei barattolini di tonno esaminati dall’associazione.

Alla luce di tutto ciò, la dichiarazione di intenti di Riomare e co. serve a poco se non accompagnata da dichiarazioni più precise. In che senso?

Secondo Greenpeace, dopo un anno circa dalla pubblicazione della classifica “Rompiscatole”, nel maggio del 2011, Riomare ha pubblicato per la prima volta una politica aziendale scritta. Una cosa seria, insomma. Un sorta di patto con i consumatori, in cui l’azienda si sarebbe fatta carica di “impegni importanti a sostegno della creazione di riserve marine in alto mare” e avrebbe iniziato “a muoversi nella giusta direzione per quanto riguarda i metodi di pesca, impegnandosi a portare entro il 2013, al 45% l’utilizzo di tonno proveniente da pesca più sostenibile quale il metodo del Pole and Line (pesca con canna), FAD free (senza utilizzo di FAD) o free schools (pesca di branchi liberi nell’Oceano)”.

Ma a Greenpeace questo non basta. In altre nazioni, come la Gran Bretagna, ad esempio, grazie anche alle sollecitazioni degli ambientalisti, ormai il 100% del tonno in scatola di marchi come Princes e Jhon West proviene da metodi di pesca sostenibili: “Per Bolton non ci sono scuse” dicono. “Se la compagnia vuole davvero avere una ‘Qualità responsabile‘(come afferma nel logo che adesso appare su tutti i loro prodotti) deve raggiungere il 100%, non esiste una sostenibilità a metà”.

Secondo quali criteri il tonno Riomare sarà 100% sostenibile al 2017? Questo il quesito che si sono posti gli ambientalisti: “Senza questi dettagli, la comunicazione di Bolton è priva di significato e, nella peggiore delle ipotesi, un modo costruito ad arte per rassicurare i consumatori”.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook