Uova “vergini”: il piatto tradizionale cinese preparato con l’urina umana

Il riutilizzo dell'urina è stato spesso segnalato come una soluzione sostenibile per produrre fertilizzante vegetale, per alimentare il cellulare o dar luce alle case dei Paesi più poveri. Ma avreste mai immaginato di scoprire che può essere anche un ingrediente per preparare un piatto tradizionale?

Il riutilizzo dell’urina è stato spesso segnalato come una soluzione sostenibile per produrre fertilizzante vegetale, per alimentare il cellulare o dar luce alle case dei Paesi più poveri. Ma avreste mai immaginato di scoprire che può essere anche un ingrediente per preparare un piatto tradizionale?

Succede nella città cinese di Dongyang , dove per generazioni e generazioni gli abitanti hanno preparto le loro “uova vergini”, ovvero “Tong zi dam”, utilizzando la pipì dei ragazzi sotto i 10 anni (da cui deriva, appunto, il loro nome). E anche se può sembrare una merenda poco appetibile, si ritiene che possano fornire grande nutrimento e contribuire a rafforzare la resistenza alle malattie.

La domanda che sorge spontanea è: come vengono preparate? Beh, tutto parte con la raccolta di pipì, che arriva direttamente, alla fine di ogni giornata di scuola, da contenitori e vasche utilizzate per incalanare i bisogni degli scolari. L’urina così “collezionata” viene usata come liquido per bollire le uova di gallina. Una volta che è completamente cotto, ognuno uovo viene lasciato a macerare nella sua “acqua” di cottura.

L’intero processo può richiedere anche un giorno. Per questo la prelibatezza locale viene venduta al doppio del prezzo di un uovo sodo cotto “normalmente”. Secondo la tradizione, chi se ne ciba avrà enormi benefici per il corpo. Recentemente, per dissipare il crescente scetticismo, il governo locale ha elencato le uova come “patrimonio immateriale nazionale”.

Roberta Ragni

Fonte e foto

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