Il pompelmo aiuta i malati di cancro

Bere succo di pompelmo per ridurre l'assunzione di farmaci antitumorali. Secondo uno studio della University of Chicago Medicine, coordinato dal dottor Ezra Cohen e pubblicato sull'edizione di agosto della rivista Clinical Cancer Research, bere ogni giorno il succoso liquido derivato da questo agrume aumenta più di tre volte gli effetti del sirolimus, farmaco efficace per la lotta ai tumori.

Bere succo di pompelmo per ridurre l’assunzione di farmaci antitumorali. Secondo uno studio della University of Chicago Medicine, coordinato dal dottor Ezra Cohen e pubblicato sull’edizione di agosto della rivista Clinical Cancer Research, bere ogni giorno il succoso liquido derivato da questo agrume aumenta più di tre volte gli effetti del sirolimus, farmaco efficace per la lotta ai tumori.

Dopo aver suddiviso i pazienti affetti da cancro in tre gruppi, i ricercatori hanno somministrato loro il sirolimus da solo, in combinazione con il ketoconazolo, un farmaco che aumenta di 5 volte i livelli del sirolimus, e insieme al succo di pompelmo, scoprendo che chi aveva bevuto il pompelmo aveva bisogno di livelli di assunzione del farmaco pari a 25-35 mg alla settimana. Una quantità notevolmente ridotta rispetto a chi aveva preso solo il farmaco, per una dose pari a 90 mg alla settimana.

Il succo di pompelmo e i farmaci che agiscono con un meccanismo simile aumentano notevolmente i livelli di questi farmaci nel sangue. Una somministrazione controllata del succo potrebbe incrementare l’efficacia e la disponibilità di farmaci come il sirolimus“, spiega Ezra Cohen. In che modo? Inibirebbe quegli enzimi, presenti nell’intestino, che decompongono il sirolimus, così come altri farmaci.

Rispetto al ketoconazolo, però, il succo di pompelmo non è pericoloso né tossico. E non presenta neppure problematiche relative al dosaggio massimo. Ciò, spiegano gli autori, mette a disposizione “un agente che può aumentare significativamente la biodisponibilità e ridurre i costi dei farmaci da prescrizione“. In realtà nessuno dei pazienti coinvolti nello studio è riuscito a sconfiggere il cancro, ma nel 30% dei casi i ricercatori sono riusciti anche a stabilizzare il tumore nel medio-lungo termine.

Roberta Ragni

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