Il fico d’India: un efficace rimedio naturale per stipsi e stitichezza

Il fico d'india è un frutto che, oltre avere innumerevoli pregi e proprietà benefiche - è ricco di vitamine, diuretico, depurativo, dissetante - ha una qualità fino ad ora per nulla descritta e valutata nelle varie pubblicazioni informative e scientifiche: quella di essere un ottimo rimedio contro la stipsi tale da far concorrenza a qualsiasi altro prodotto naturale o artificiale.

Il frutto costituito da una polpa succosa e carnosa nella quale sono immersi tanti semini, è ricoperto da una buccia con delle sottili e minute spine che possono incutere terrore, ma che è possibile eliminare semplicemente sbucciandolo con coltello e forchetta, tagliando prima le calotte per poi incidere longitudinalmente e aprire come si osserva nella foto.

fico d india sbucciarlo

La polpa è costituita da acqua, zuccheri, vitamine e sostanze minerali che danno vita a una sostanza mucillaginosa la quale si concentra quando il frutto viene disidratato. Queste mucillagini producono gli stressi effetti delle sostanze contenute nella polpa delle prugne disidratate, cioè quello di aumentare il volume del cibo ingerito, provocare sazietà, favorire i movimenti peristaltici intestinali, rendere il percorso del cibo nell’intestino più agevole.

I semini di forma discoidale irregolare, delle dimensioni di una lenticchia mignon, di 2-3 millimetri, costuiscono per circa il 30-40% la più importante e restante parte del frutto. Essi sostituiscono egregiamente gli effetti benefici delle fibre vegetali cioè quello di ripulitura delle parete intestinali con un meccanismo facilmente intuibile: i semini producono una delicata azione a contatto con la parete del tubo digerente, durante il percorso del cibo nell’intestino, erodendo quindi le sostanze tossiche accumulate e depurando l’intestino, eliminando fermentazioni gassose e flatulenze.

Il frutto deve essere mangiato semplicemente disgregandolo o sciogliendolo in bocca senza rompere i semini che sono abbastanza duri.

fico d india2

Il fico d’india, quindi sia fresco, ma in particolare quello lasciato essiccare, ovviamente sbucciato, è principalmente un ottimo rimedio completo contro la stitichezza sia per il concentrato delle mucillagini nella polpa disidratata che per i semini contenuti che sostituiscono egregiamente le funzioni delle fibre vegetali.

Da smentire la convinzione per alcuni consumatori, che non osano mangiare il frutto per paura, che possa creare l’effetto opposto cioè la costipazione intestinale. Tale effetto si verifica in pochissimi soggetti predisposti, che hanno consumato il frutto in notevoli quantità in un solo pasto, per questi soggetti se ne consiglia l’assunzione massima di un solo frutto per pasto.

Dal punto di vista storico, i primi utilizzatori del fico d’india disidratato o secco furono i nostri nonni durante la seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco in Siclia degli alleati, ne apprezzarono le qualità non come rimedio per la stitichezza, ma come rimedio per la mancanza di cibo, l’abbondanza del frutto infatti servì a sfamare intere famiglie durante quei periodi come anche nel primo dopoguerra.

fico india

In sostanza, questo prodotto potrebbe fare facilmente concorrenza a qualsiasi altro alimento creato per la funzione lassativa e depurativa intestinale, oltre a vari altri effetti indubbiamente esistenti positivi ancora da affrontare nella ricerca scientifica. Per questo, personalmente, auspicherei la commercializzazione su più larga scala di questo prodotto, esattamente come avviene per le prugne. Produttori e Commercianti dovrebbero davvero valutare attentamente le potenzialità di un nuovo prodotto da porre sul mercato qual è il il fico d’india disidratato.

Dal punto di vista agro-produttivo, potrebbe servire a smaltire la notevole quantità presente in Sicilia e nelle zone della macchia mediterranea che non viene neanche raccolta, in particolare quella del primo fiore dei mesi di agosto e settembre che matura rapidamente. Ciò indubbiamente servirebbe a creare sviluppo di nuove attività industriali.

Dal punto di vista produttivo diventerebbe indispensabile utilizzare dopo la raccolta, le tecnologie già conosciute per l’essiccamento o disidratazione, la conservazione e confezionamento di frutta secca similare alle prugne, per assicurare al consumatore la bontà, sanità e genuinità del prodotto.

Dal punto di vista commerciale sarebbe molto utile far trovare sui mercati il fico d’india disidratato nei periodi dell’anno che vanno, grosso modo da gennaio fino a luglio quando non è reperibile il prodotto fresco, in questo modo il consumature potrebbe provare i propri effetti benefici per il proprio organismo in tutti i periodi dell’anno.

Ai consumatori dico di assaggiare, soprattutto a quelli che non lo hanno già fatto, l’efficacia del fico d’india fresco, almeno per ora fino a quando non ci sarà e se ci sarà, sul mercato il fico d’india disidratato. È un’autentica medicina naturale usato dopo i pasti principali in quantità di due o tre frutti , provatelo non ve ne pentirete.

F. La Manna

lafra62@libero.it

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