Obesity Day 2015: ecco perché è così importante camminare almeno 150 minuti a settimana

In vista dell’Obesity Day in programma domani 10 ottobre, ADI, l’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica, lancia il suo motto per la quindicesima edizione dell’iniziativa: “Camminiamo insieme”

Il segreto per mantenerci in linea e in salute? Camminare! Non si scappa, bella gente: quella pancetta e quei chili di troppo scompaiono solo se ci si muove e si mangia sano. Così, in vista dell’Obesity Day in programma domani 10 ottobre, ADI, l’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica, lancia il suo motto per la quindicesima edizione dell’iniziativa: “Camminiamo insieme”.

Bastano soltanto 150 minuti in una settimana (suvvia, davvero roba da poco!) per raggiungere risultati ottimali. Secondo alcuni studi, infatti, sembrerebbe che non camminare nemmeno due ore in sette giorni non modifichi significativamente il peso, mentre livelli al di sopra determinano modesti decrementi (2-3 chili) e livelli compresi tra 225-420 minuti a settimana dimostrano un calo ponderale dai 5 ai 7 chili e mezzo.

Attività fisica, insomma, è la parola d’ordine, almeno per provare a cominciare a perdere qualche chilo e ad avere un buono stato di salute. Il tutto associato, naturalmente, alla consapevolezza degli alimenti che portiamo in tavola, magari facendoci aiutare, se lo troviamo necessario, da un esperto di alimentazione.

obesita

Praticata 2/3 volte a settimana, a una media intensità, l’attività fisica nei pazienti obesi o sovrappeso è un importante strumento terapeutico che influenza positivamente il calo ponderale, il mantenimento del peso perduto e migliora nei pazienti diabetici il compenso glicometabolico – dichiara Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI – La persona obesa o in sovrappeso richiede un’attenta valutazione prima di iniziare un programma di esercizio fisico a causa delle frequenti patologie associate (cardiovascolari, respiratorie, osteo-articolari)”.

Rapporto dose/risposta – Così come nell’alimentazione, anche nel movimento deve esserci il giusto equilibrio nel “dosaggio”, per non affaticare troppo il fisico e anche per non cadere in un meccanismo di dipendenza, che anche con l’attività fisica può verificarsi. Infatti, chi pratica sport in maniera assidua e non agonistica, a volte può presentare sintomi come irritabilità se non si riesce a fare gli esercizi o tende a trascurare altri interessi, fino a far diventare il programma di allenamento l’unico obiettivo della giornata.

Per favorire un’educazione e una cultura del movimento soprattutto nei giovani, l’11 ottobre si potrà passeggiare nei parchi e nei centri storici di tutto il paese: in Italia e in Europa, esistono già diversi programmi che, nati dalla collaborazione fra pubblico e privato, si stanno rivelando virtuose pratiche di educazione al movimento. Si pensi all’iniziativa EUROBIS (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study), che ha visto l’Umbria come regione pilota in Italia e che nasce proprio con lo scopo di combattere la tendenza al sovrappeso e dell’obesità dei bambini umbri e anche al programma internazionale BEAT THE STREET, nato con l’obiettivo di incoraggiare i bambini ad andare a scuola e tornare a casa a piedi, risultato particolarmente motivante, in quanto si è svolto come una competizione tra le diverse classi e scuole.

Per avere una vita più lunga e sana, insomma, basta solo che vi prendiate cura del vostro corpo ogni giorno, insegnando la stessa cosa, magari, anche ai vostri figli.

Germana Carillo

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