Amare il caffe’, un fatto di geni

L’amore o l’avversione per il caffè sarebbero un fatto genetico. Una nuova ricerca inglese sostiene che ad influenzare il nostro rapporto con la caffeina sarebbero 6 varianti genetiche

Dopo gli studi che hanno voluto valutare gli effetti del Dna sul rendimento scolastico e sulla ricerca delle amicizie più idonee, oggi anche l’amore o l’avversione per il caffè diventano un fatto genetico. Una nuova ricerca inglese ha infatti individuato alcuni geni che influenzerebbero il nostro rapporto con la caffeina.

Ognuno di noi è diverso e quello che ha voluto mostrare la ricerca è che reagiamo in maniera differente all’assunzione di caffè a seconda del nostro organismo e più nello specifico alla presenza o meno di alcuni geni. Per arrivare a questa conclusione lo studio, condotto da un team della Harvard School of Public Health e del Brigham and Women’s Hospital, ha voluto servirsi di un campione molto ampio, ben 120mila bevitori abituali di caffè, uomini europei o afro americani a cui è stato esaminato il genoma.

La componente chiave alla quale si reagisce nelle ore successive a cui si beve un caffè è ovviamente la caffeina e sarebbero 6 le varianti genetiche a rendere la bevanda solo un piacere per alcuni, motivo di tachicardia, agitazione e difficoltà a prender sonno (soprattutto la sera) per altri. Ognuno di noi comunque, da quanto emerso dallo studio, sembra sappia istintivamente regolare il consumo quotidiano di caffè per ottimizzarne gli eventuali benefici.

La ricerca potrebbe aiutare a far capire in quali persone e in che quantità il caffè può avere effetti benefici e quando invece è da evitare. “Caffè e caffeina sono stati collegati a effetti sia benefici che negativi sulla salute. I nostri risultati potrebbero permettere di identificare sottogruppi di persone con più probabilità di beneficiare di un aumento o di una diminuzione del consumo di caffè per migliorare la loro salute” ha dichiarato Marilyn Cornelis, autore principale dello studio.

Francesca Biagioli

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