Maqui. Viene dalla Patagonia il più potente antiossidante naturale

Dalla Patagonia il Maqui, denominata la pianta di Dio per il suo alto potere di polifenoli contro invecchiamento e radicali liberi

L’impervia e selvaggia Patagonia Cilena, oltre a custodire leggende e racconti di viaggi avventurosi, preserva un vero e proprio patrimonio naturale. Proprio in queste terre cresce quella che i Mapuche chiamano – fin dall’antichità – “la pianta di Dio“. Si tratta del Maqui, un grosso arbusto che può raggiungere i 5 metri di altezza, sul quale maturano quelli che sono considerati dei veri e propri “tesori”: delle bacche dal colore blu intenso, molto simili ai più noti mirtilli.

L’intensità del colore di questi straordinari frutti è dovuto all’alto contenuto di antocianine, un gruppo di polifenoli che proteggono l’arbusto dalle potenti radiazioni solari di quelle zone. Negli ultimi trent’anni il clima dell’emisfero australe, in concomitanza con l’aumento delle radiazioni solari, ha causato un progressivo aumento di questi pigmenti naturali, tanto da far diventare il Maqui la pianta con il maggior contenuto di antociani in assoluto.

Nello specifico, il Maqui è ricco di uno particolare tipo di antocianine, le delfinidine, che sono i più potenti tra i polifenoli: infatti, occorrerebbe bere 500 bicchieri di vino rosso per assumere la stessa quantità di delfinidine contenute in una capsula di estratto purificato di Maqui. E non è un caso se parliamo di capsule di estratto purificato: il Maqui è tanto prezioso quanto raro e delicato. Non è infatti possibile esportarlo nel nostro Paese dalle remote terre cilene. Le bacche vengono quindi disidratate e sottoposte ad una lavorazione meticolosa, che permette di ottenere l’estratto, chiamato “Maqui Rx” per distinguerlo dal frutto vero e proprio.

Ma quali sono le proprietà straordinarie dei polifenoli contenuti nel Maqui?

Per prima cosa sono dei potenti antiossidanti, combattono quindi i radicali liberi e l’ossidazione cellulare, contrastando l’invecchiamento dei tessuti dell’organismo e della pelle. Aiutano le cellule anche a contrastare l’infiammazione, un fenomeno naturale di alterazione che può diventare dannosa quando si conduce una vita stressante e ci si alimenta in maniera non equilibrata.

L’assunzione di polifenoli aiuta inoltre l’organismo a sentirsi meno stressato e più energico, questo perché i polifenoli coadiuvano le cellule nel conseguimento di uno stato energetico ottimale, facilitando lo sviluppo di energia dai grassi, riducendo la sintesi del colesterolo e migliorando il flusso sanguigno.

I polifenoli sono dunque un vero e proprio toccasana per il nostro benessere, come confermano anche diversi studi scientifici.

Barry Sears, massimo esperto mondiale sul controllo ormonale attraverso il cibo, nonché Presidente della Inflammation Research Foundation di Boston, afferma che:

“i polifenoli devono avere un ruolo importante nelle piante, altrimenti esse non impiegherebbero tante preziose energie per sintetizzarli. I polifenoli agiscono infatti da potenti antimicrobici e sono il mezzo con cui le piante si difendono da virus e batteri. Se i polifenoli non facessero parte della nostra dieta, l’organismo ne diventerebbe un facile bersaglio, e sarebbe più soggetto a malattie croniche e a un rapido invecchiamento”.

Ad ulteriore conferma delle eccezionali proprietà del Maqui, riportiamo le dichiarazioni di Juan Carlos Bertoglio, professore associato di Medicina all’Università Austral del Cile:

“Le popolazioni originarie dell’arcipelago di Juan Fernandez, i Mapuche, utilizzano il Maqui da sempre. Hanno richiamato la mia attenzione soprattutto le donne. Ci sono signore molto anziane che arrivano dalla campagna, che stanno al sole tutto il giorno, non hanno mai usato creme, intingoli di bellezza eccetera e hanno la pelle di una donna di 25/30 anni di età. Sicuramente questo è dovuto anche allo stile di vita, di cui fa parte un’alimentazione ricchissima di polifenoli e molto simile alla Zona, cioè essa comprende verdura e pesce, ma anche Maqui e movimento quotidiano”.

Insomma, un tesoro ancora più prezioso di quelli narrati dalle leggende, a cui la scienza sta dedicando studi e risorse, e che sarebbe davvero un peccato lasciarci sfuggire.

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