Indice di Qualità della dieta (IDQ): non contate le calorie ma bilanciate bene i cibi

Il concetto di calorie presenti nei cibi rimane importante ma non è l’unica cosa da tenere presente, è per questo che alcuni ricercatori della Sapienza di Roma hanno ideato l’Indice di Qualità della Dieta(IQD)

Molte volte chi sta a dieta si priva di tutta una serie di cibi considerati troppo calorici o grassi e quindi inadatti a chi vuole perdere peso velocemente. Tutto questo però spesso comporta il fatto di improvvisarsi nutrizionisti seguendo regimi alimentari sregolati, anche sulla scia di diete famose che promettono drastiche e durature perdite di peso.

Il concetto di calorie presenti nei cibi rimane importante ma non è l’unica cosa da tenere presente, è per questo che alcuni ricercatori della Sapienza di Roma hanno ideato l’Indice di Qualità della Dieta (IQD) presentato a Roma al congresso della Società italiana dell’obesità.

Per ogni alimento, questo indice valuta il risultato dell’introito di glicidi (carboidrati e zuccheri non integrali), moltiplicandolo per gli acidi grassi saturi e dividendolo per l’apporto di fibre (cereali integrali, frutta e verdura). Il calcolo può sembrare un po’ complesso, ma in realtà i presupposti da cui parte sono abbastanza semplici: ci sono cibi che fanno ingrassare rapidamente e possono avere effetti di rallentamento del metabolismo come carboidrati raffinati, grassi saturi, zuccheri; e altri alimenti che invece sono in grado di compensare gli effetti dannosi di quest’ultimi, si tratta ovviamente di cereali integrali, ortaggi e frutta.

Per arrivare a questa conclusione e ideare il nuovo indice sono state analizzate le abitudini alimentari di 120 persone: 30 vegani, 30 latto-ovo-vegetariani, 30 onnivori magri e 30 onnivori obesi, con un’introduzione di calorie giornaliera molto simile (oscillava tra le 1970 e le 2140 calorie).

A parità di calorie assunte ogni giorno da vegani, vegetariani che includono latte e uova, magri onnivori e obesi onnivori si evidenziano pesi decisamente differenti. Non è solo l’introito calorico a determinare lo sviluppo dell’obesità e del sovrappeso, ma come si costruisce il menù, bilanciando i cibi contenenti grassi saturi o glucidi con le fibre. In linea con i dettami della dieta mediterranea, i piatti privi di fibre e verdure e ricchi di grassi saturi, in particolare le carni rosse, non solo fanno ingrassare, ma facilitano lo sviluppo di malattie correlate all’obesità” ha dichiarato Andrea Lenzi, professore di endocrinologia e direttore della Sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologia del Dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza.

Ecco allora che è molto più facile essere obesi o sovrappeso se si è onnivori e si fa largo consumo di carni rosse grasse e formaggi senza avere un giusto apporto di frutta e verdura quotidiana. Ciò che importa dunque non è solo la quantità ma anche la qualità di ciò che assumiamo ogni giorno!

Adesso, a detta dei ricercatori, è fondamentale ampliare i risultati di questa ricerca per “poter stabilire come impiegare il nuovo indice IQD su ampia scala e renderlo utile non solo a scopo di ricerca ma fruibile a tutti”.

Francesca Biagioli

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