Dalla dissociazione molecolare una soluzione al problema dei rifiuti

Potrebbe essere veramente l'uovo di Colombo, la soluzione al problema dei rifiuti sotto i nostri occhi da molto tempo,se solo avessimo saputo vederla: a Peccioli, in Provincia di Pisa, si sta sperimentando la dissociazione molecolare, un procedimento capace, addirittura, di trasformare i nostri rifiuti in energia.

Si tratta della prima sperimentazione del genere in Italia, proposta inizialmente, per un breve periodo, a Luglio 2009, così da avere un primo test e giudicare i risultati ottenuti con tutta calma. I risultati sono stati molto incoraggianti e, così, dopo aver incassato il plauso unanime e bipartisan della Commissione Speciale Rifiuti della Regione Toscana, il dissociatore molecolare è stato messo di nuovo in funzione da pochi giorni, alla fine di Febbraio e, stavolta, il procedimento si protrarrà per molto più tempo. L’impianto di dissociazione molecolare è stato realizzato presso l’impianto di smaltimento di rifiuti solidi urbani gestito da Belvedere S.p.A. e situato a Legoli, frazione del Comune di Peccioli. L’impianto di smaltimento di Legoli, nato all’inizio delgi anni ’90 per risolver una situazione di emergenza ambientale, è presto diventato un modello efficace ed effciente di gestione dei rifiuti , tanto da diventare un modello di riferimento in Italia ed essere stato oggetto di numerosi studi, tesi di laurea e pubblicazioni.

Ma che cos’è un dissociatore molecolare ? Non ci si deve far ingannare dal nome che, ai più, potrebbe evocare scenari da film di fantascienza: la dissociazione molecolare è una tecnologia concreta che potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione copernicana nel modo di gestire il problema dei rifiuti facendoli diventare una fonte di approvvigionamento energetico. Il dissociatore molecolare, infatti, è un impianto di piccole dimensioni che tratta i rifiuti con un sistema termo-chimico in grado di “scomporli” grazie alla combustione in assenza di ossigeno (pirolisi) e con temperature ridotte ( 400 gradi centigradi circa).

Il risultato della “dissociazione” dei rifiuti tramite combustione è un gas di risulta, detto syngas, che non viene certo diffuso in atmosfera, bensì recuperato ed appositamente convogliato diventando, così, un vero e proprio vettore energetico. Tra breve, infatti, grazie al syngas del dissociatore, potrebbe sorgere a Legoli una serra agricola sperimentale,riscaldata ed illuminata per mezzo del syngas prodotto dalla disaggregazione dei rifiuti.

In poche parole potrebbe avvenire ciò che era fino a poco tempo fa impensabile: i rifiuti non sarebbero più l’ultimo scarto, il processo finale, destinati ad essere nascosti sotto terra, bensì potrebbero rappresentare una tappa di un ulteriore processo di produzione di energia, termica ed elettrica. Una discarica, quindi, sarebbe assimilabile ad un qualsiasi impianto di produzione industriale. Con la differenza che, oltre a produrre energia e,magari, utili economici, potrebbe produrre anche rilevanti vantaggi per l’ambiente.

L’‘impatto ambientale, infatti, è bassissimo, tant’è vero che quella del dissociatore molecolare è una tecnologia che piace anche agli ambientalisti, che la vorrebbero sostituire ai tanto odiati inceneritori. In virtù delle basse temperature di funzionamento, infatti, le nanopolveri e le diossine sono presenti in quantitativi trascurabili: le diossine, ad esempio, sono 100 volte inferiori a quelle prodotte dai più moderni inceneritori italiani che, pure, rispettano rigidi standard prescritti dalle normative di settore. Le basse temperature fanno sì che non si verifichi la fusione e l’evaporazione di metalli e vetri e, quindi, non si producono particolati contenenti sostanze nocive. Ma c’ è di più: i metalli ed il vetro non si fondono e, quindi, alla fine del procedimento è possibile il loro recupero ed il loro nuovo utilizzo. Anche le ceneri inerti, ad esempio, potrebbero essere usate per i sottofondi stradali.

La sperimentazione condotta a Peccioli da Belvedere S.p.A., che finanzia intermente il progetto (per una somma, fino ad oggi, di 900 mila euro) ha avuto anche il plauso bipartisan della Commissione Ambiente e Territorio e della Commissione Speciale Rifiuti della Regione Toscana, che hanno indicato nel dissociatore molecolare una soluzione ottimale per la situazione dei rifiuti in aree come il Mugello, il Chianti e la Lunigiana in cui il dissociatore, date le dimensioni ridotte ed il suo funzionamento a “moduli” potrebbe essere utilizzato anche con biomasse.

L’impianto ha suscitato grande interesse anche tra gli imprenditori del distretto cartario della Lucchesia che lo hanno visitato guidati dall’assessore regionale Eugenio Baronti e accompagati anche da rappresentanti istituzionali di alcuni comuni della Lucchesia. La visita a Legoli è stata motivata dall’esigenza di capire se c’ è la possibilità di utilizzare il dissociatore per il “pulper” cartario, cioè il risultato di scarto della lavorazione della carta, attualmente destinato in gran parte all’inceneritore di Brescia. Portare il “pulper” a Legoli abbatterebbe sensibilmente i costi dello smaltimento.

La nostra sperimentazione– ha dichiarato Macelloni, Presidente della Belvedere SpA- ha dimostrato che il dissociatore molecolare può avere ottimi risultati con ogni tipo di rifiuto, anche con il cosiddetto “tal quale” indifferenziato e ha evidenziato esiti molto buoni in termini di emissioni. La dissociazione riduce del 90% il volume dei rifiuti elaborato e permette di trasformare i rifiuti in gas di sintesi finalizzato alla produzione di energia elettrica e termica.”

Dopo la trasformazione della materia il gas di sintesi viene ossidato e avviato al recupero energetico senza rischi né per gli addetti, né per la popolazione. Gli impianti in esercizio, dotati di misuratori in continuo delle emissioni in atmosfera, evidenziano emissioni in ordini di grandezza inferiori ai limiti di legge e un residuo di ceneri bianche (prive di carbonio) nell’ordine del 4%.

Questa soluzione impiantistica– ha continuato Macelloni- “può essere operativa in poco tempo ed apre scenari impensabili, anche per la bonifica di impianti di smaltimento, essendo utilizzabile non solo per i nuovi conferimenti di rifiuti, ma anche per quelli già stoccati. Ci permette, quindi, di risparmiare il nostro territorio riducendo sensibilmente lo spazio da adibire a nuove discariche, con evidenti vantaggi ambientali“.

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