Protesta contro i rifiuti in Libano: i manifestanti invadono il ministero dell’ambiente

Non si ferma la protesta contro la mancata raccolta dei rifiuti in Libsano. E a Beirut, i manifestanti chiedono le dimissioni del ministro dell'ambiente

#You Stink, ovvero “tu puzzi”. Non si ferma in Libano il movimento di protesta contro la crisi dei rifiuti e ieri circa 30 attivisti hanno fatto irruzione nel palazzo del ministero dell’Ambiente a Beirut, chiedendo le dimissioni del ministro dell’ambiente Mohammad al Mashnuq. Richiesta respinta, per ora, dal primo ministro Tammam Salam.

Si tratta di una campagna di dissenso civile che ha preso piede dal fatto che almeno per un mese la spazzatura non è stata raccolta per le strade della capitale (che ospita più della metà della popolazione del Libano), e nei dintorni, dopo la chiusura di una discarica. La raccolta dei rifiuti è poi ripresa, ma il governo non è stato ancora in grado di trovare una soluzione efficace.

E non solo: la scorsa settimana in migliaia sono scesi in piazza a Beirut in una protesta contro la corruzione, “la più grande del suo genere nella storia del Libano” si legge sulle testate inglesi, e più in generale contro il governo Salam. E, ovviamente, non sono mancati scontri con la polizia e ferimenti di parecchie persone.

beirut rifiuti1

beirut rifiuti2

Le proteste, insomma, portano la bandiera dello sconfortante problema dei rifiuti, ma sono rivolte per lo più verso la classe politica del Libano: il mandato dell’ultimo presidente, Michel Suleiman, si è concluso nel maggio del 2014, ma da allora il Parlamento non è riuscito a trovare un nome condiviso per eleggere il suo successore.

E ora in conflitti interni si sono esacerbati con la disastrosa situazione della vicina Siria.

beirut rifiuti3

Il ministro dell’Interno libanese, Nihad al Machonuk, ha affermato che dietro le proteste degli ultimi giorni a Beirut ci sarebbe in realtà un piccolo paese arabo. Parlando al giornale egiziano “al Ahram“,non ha specificato di quale paese si tratti ma ha aggiunto che “questo paese finanzia le manifestazioni e farà il suo nome al momento opportuno“.

Intanto, i manifestanti dicono che la crisi dei rifiuti, diventati puzzolenti sotto il sole estivo, riflette il marcio all’interno di un sistema politico pieno di politici settari, incompetenti e corrotti.

Mi vien da ridere. Vi ricorda qualcuno o qualcosa?

Germana Carillo

Photo Credit

LEGGI anche:

Crisi dei rifiuti? Storia di due punti di vista

Produciamo meno rifiuti, ma paghiamo più tasse: il paradosso della Tari

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook