Puglia: approvata la legge “ammazza-ulivi”. Parte la petizione online

La proposta di modifica della legge regionale 14 per la Tutela e valorizzazione degli ulivi monumentali della Puglia, tanto temuta dagli ambientalisti, è stata votata oggi all'unanimità. Riassumiamo in breve la vicenda. Tutto parte qualche mese fa, col tentativo di introdurre un termine di 60 giorni per il rilascio di autorizzazioni all’espianto e allo spostamento dei secolari ulivi pugliesi, superati i quali, secondo gli ambientalisti l’ente o il privato proprietario del fondo su cui insistono gli alberi monumentali può spostarli o reimpiantarli nella stessa proprietà.


Nessuno tocchi gli ulivi di Puglia!“. Questa la richiesta inviata online da un gruppo di cittadini al Presidente della Regione contro la proposta di legge presentata da Massimo Cassano, consigliere regionale del Pdl, che mira all’esportazione dei presiozi ulivi salentini.

La proposta di modifica della legge regionale 14 per la “Tutela e valorizzazione degli ulivi monumentali della Puglia“, tanto temuta dagli ambientalisti, è stata votata oggi all’unanimità. Riassumiamo in breve la vicenda. Tutto parte qualche mese fa, col tentativo di introdurre un termine di 60 giorni per il rilascio di autorizzazioni all’espianto e allo spostamento dei secolari ulivi pugliesi, superati i quali, secondo gli ambientalisti “l’ente o il privato proprietario del fondo su cui insistono gli alberi monumentali può spostarli o reimpiantarli nella stessa proprietà“.

Sebbene le autorità abbiano ribadito che lo spostamento degli ulivi non coincide necessariamente con la sostituzione delle piante con colate di cemento, ma con altre iniziative legate allo sviluppo sostenibile, gli ecologisti e i pugliesi non vedono di buon occhio, la cosiddetta leggina, che da oggi, su proposta di Massimo Cassano prevede 90 giorni per la raccolta dei pareri: “Le modifiche stabiliscono che le opere di miglioramento fondiario consentite nei terreni con notevole presenza di ulivi monumentali devono essere eseguite senza arrecare danno alle piante già esistenti. Il ddl assorbe una proposta di legge che introduce il termine di 90 giorni entro cui devono essere comunicati ai richiedenti i pareri in merito all’eventuale spostamento degli ulivi”.

Sulla questione è intervenuto anche l’assessore alla Qualità dell’ambiente Lorenzo Nicastro, che in una nota sul sito della Regione, fa sapere: “In primo luogo quella che tendenziosamente si sta definendo una ‘leggina che autorizza l’espianto’ di fatto nasce dalla volontà di colmare un vulnus della precedente legge che, giova ricordarlo, già prevedeva la facoltà per la commissione di autorizzare l’espianto e che, contenendo il limite temporale di tre anni dall’approvazione, avrebbe esaurito la propria funzione di tutela al termine del 2011. In questa ottica quindi la Regione ha normato in tutela del vincolo sugli ulivi monumentali, non per eliminarlo ma per rafforzarlo scongiurando il pericolo di un espianto selvaggio“.

Ma secondo l’Assessore, in più sarà previsto il coinvolgimento degli enti locali: “Nell’emendare la legge esistente inoltre, è stata introdotta la possibilità di coinvolgimento degli enti locali attraverso la partecipazione alla commissione regionale, proprio in virtù di una volontà di valorizzare l’ascolto dei territori coinvolti“.

E poi la giustificazione riguardante il termine ultimo di 90 giorni, che secondo Nicastro, “sarebbe la scorciatoia offerta agli espianti: attualmente la commissione regionale valuta le richieste entro un arco temporale di 30 giorni, per questo il limite introdotto è ampiamente sufficiente ad assicurare il corretto iter delle pratiche di richiesta di espianto senza rischi di violenza del patrimonio naturale“.

Ma come fare a tutelare queste pezzi di storia naturale, che rischiano seriamente di essere danneggiati? Un esempio, ahinoi negativo, è quello di Carpignano, luogo in cui sono stati strappati dalla terra migliaia di ulivi, di cui 140 monumentali. E pensare che di recente Ostuni, Brindisi e Fasano hanno avviato l’iter per il riconoscimento di tali splendide piante come patrimonio dell’Unesco.

Chissà cosa succederà con la legge ammazza-ulivi.

Francesca Mancuso

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