Salone del Gusto 2014: 7 cose da elogiare e 3 da criticare

Salone del Gusto 2014. Torino dal 23 al 27 ottobre ospita una nuova edizione del Salone del Gusto e di Terra Madre in collaborazione con Slow Food.

A Torino ha aperto le porte la nuova edizione del Salone del Gusto e di Terra Madre, la manifestazione di Slow Food legata al cibo, all’alimentazione e alla biodiversità. L’agricoltura rurale e familiare e uno dei temi centrali dell’appuntamento di quest’anno, a cui si uniscono diversi aspetti legati al commercio equo e solidale e alla produzione solidale in Italia.

Abbiamo individuato alcuni aspetti positivi del Salone del Gusto 2014 e alcuni spunti critici che potrebbero essere utili per migliorare l’evento che quest’anno si svolgerà a Lingotto Fiere dal 23 al 27 ottobre.

Aspetti da elogiare

1) 10 mila orti per l’Africa

Al Salone del Gusto 2014 viene riproposto il progetto per la nascita di nuovi orti in Africa. Nell’edizione del 2012 si parlava di 1000 orti per l’Africa che ora vorrebbero diventare 10 mila. A Torino proseguirà la raccolta fondi per supportare il progetto, anche grazie alla vendita di calendari 2015 con immagini che ritraggono la vita rurale in Africa. Con questo progetto Slow Food promuove educazione nelle scuole, valorizzazione della biodiversità in Africa e sensibilizzazione su alcuni grandi temi, come Ogm, land grabbing e pesca sostenibile.

2) Pane libero

Al Salone del Gusto 2014 si mangia il pane libero prodotto dai detenuti. Troverete infatti i prodotti del panificio del carcere San Michele di Alessandria, un laboratorio che attualmente dà lavoro a 7 detenuti impegnati nella produzione del “Pane libero”, del “Pane quotidiano” e dei “Grissini salati”. In questo modo i detenuti imparano una nuova professione che potrà essere loro utile per il reinserimento sociale quando usciranno dal carcere.

3) Storie e culture dei migranti

Il Salone del Gusto quest’anno apre le porte ad un’ampia delegazione di migranti, formata da 102 persone che racconteranno il loro contributo alla filiere alimentare italiana, ad esempio lavorando nelle vigne, nelle botteghe artigiane e nei ristoranti. Le loro storie sono legate a temi molto importanti e spinosi, come il land grabbing, lo sfruttamento dei lavoratori e dell’economia locale nei Paesi in via di sviluppo e l’alterazione dei mercati e dell’ambiente rurale.

4) Solidale italiano

Alla manifestazione torinese saranno presenti anche le aziende che hanno aderito al progetto per il Solidale Italiano. L’obiettivo è presentare prodotti realizzati con ingredienti di provenienza italiana, nel nostro Paese e nel rispetto dei lavoratori. In questo modo nascono prodotti d’eccellenza e biologici, che tutelano la biodiversità e il territorio, come la pasta di mandorle di Sicilia, le olive di Cerignola, l’olio extravergine, la pasta, la salsa di pomodoro, i taralli artigianali e i vini locali.

5) Agricoltura familiare

Al Salone del Gusto 2014 l’IFAD presenterà le esperienze degli agricoltori familiari e il loro contributo alla sicurezza alimentare mondiale. Venerdì 24 ottobre, alle 12, si parlerà dell’agricoltura familiare contro la fame e la povertà, mentre sabato 25 ottobre alle 15 ecco un appuntamento con il tema del cibo e delle economie locali per uno sviluppo sostenibile, con le lezioni delle comunità indigene di Terra Madre.

6) Percorso biodiversità

Al Salone del Gusto verrà presentato ufficialmente il percorso che Slow Food realizzerà all’interno di Expo 2015 seguendo il tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. Slow Food promette di voler giocare fino in fondo la sua parte sul piano dei contenuti in occasione dei 6 mesi di Expo in cui all’associazione verranno affidati 3 mila metri quadrati per portare il tema della biodiversità al centro della manifestazione.

7) Arca del Gusto

Un’Arca del Gusto per salvare i grandi sapori tradizionali che nel mondo stanno scomparendo a causa dell’agricoltura industriale e dell’omologazione dei gusti. Queste circostanze, come un diluvio, stanno cancellando alcuni cibi. Ad esempio, sono migliaia le mele selezionate nel tempo dai contadini, ma in commercio se ne trovano davvero poche varietà. In Messico, dove ha avuto origine, il mais nell’ultimo secolo ha perso l’80% della sua varietà. Delle oltre 5000 varietà di patate diffuse nel mondo in passato, secondo Slow Food oggi ne restano solo quattro. Chi partecipa al Salone del Gusto può contribuire a scegliere i prodotti da salvare. Qui tutte le info.

Aspetti critici

1) Costo del biglietto

Il costo del biglietto d’ingresso al Salone del Gusto 2014 è di 20 euro (con sconti per i minori di 18 anni e per gli over 65). Di certo l’accesso alla manifestazione per le persone che si trovano in difficoltà economiche a causa della crisi e della disoccupazione sarebbe facilitato se il costo fosse ridotto alla metà. In alcuni casi, quando ci si trova di fronte a grandi manifestazioni come questa, che vogliono apparire sostenibili, rispettose ed eque, ma che mantengono molto elevati i costi di ingresso, ci si chiede se gli interessi economici non siano ormai ritenuti più importanti dei valori promossi.

2) Promozione eccessiva di prodotti a base di carne

Tanti prodotti del made in Italy e della nostra tradizione sono di origine animale. Certo, il modo di allevamento non intensivo o di produzione non eccessivamente industrializzata di molti di questi ha spinto Slow Food a far rientrare anch’essi nel cosiddetto “cibo buono, pulito e giusto”. Ma è davvero così? Se la manifestazione torinese volesse proporre un modo davvero più sostenibile di alimentarsi, non può non tenere conto che l’alimentazione a base vegetale ha un impatto sull’ambiente decisamente inferiore rispetto alla dieta onnivora. Lo ha confermato di recente anche uno studio tutto italiano pubblicato dalla rivista Foods. 805 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, eppure la Terra produce alimenti sufficienti a sfamare l’intera popolazione mondiale. L’equivalente consumato da una persona che si nutre di alimenti di origine animale sarebbe sufficiente a sfamare ben 5 persone, in virtù di un’alimentazione vegetale. Per sensibilizzare su questo tema, la LAV sarà presente all’ingresso del salone del gusto con un banchetto informativo sulla scelta vegan a favore degli animali e dell’alimentazione sostenibile. Magari potrà contribuire a

3) Presenza di multinazionali

Il Salone del Gusto non dà spazio soltanto a piccole realtà produttive locali, ma anche a vere e proprie multinazionali, che dovrebbero invece rappresentare un “nemico” dal punto di vista della difesa della biodiversità. L’esempio più lampante è rappresentato da Kamut International, che ha brevettato la coltivazione del grano khorasan, ne ha fatto un marchio registrato e un vero e proprio impero con prodotti venduti a prezzi piuttosto elevati in tutto il mondo. Il Kamut® può essere coltivato solo in Montana e nelle province canadesi di Alberta e Saskatchewan. In Italia, come nel resto del mondo, può essere importato e macinato solo presso aziende autorizzate. Anziché un elogio all’azienda Kamut International e al suo presidente, da Slow Food ci aspetteremmo una maggiore attenzione alla produzione di cereali davvero rari e antichi da parte di piccole realtà agricole in Italia e nel mondo.

Marta Albè

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