Puglia: altre pale eoliche nelle terre del Primitivo. La Provincia dice No

Qualcuno salvi il Primitivo. L'eolico in Puglia sta dando qualche grattacapo. Non la tecnologia in sé, sia chiaro, ma l'eccesso, che finisce per rendere antipatiche anche le fonti rinnovabili. L'eccesso, dunque. Solo nel territorio di Manduria, in Provincia di Tarantino, sarebbero stati presentati progetti per circa 200 torri alte oltre 100 metri. Ma c'è chi parla anche di un nuovo progetto che prevede la posa in opera e l'attivazione di 64 torri eoliche da tre megawatt ciascuna

Qualcuno salvi il Primitivo. L’eolico in Puglia sta dando qualche grattacapo. Non la tecnologia in sé, sia chiaro, ma l’eccesso, che finisce per rendere antipatiche anche le fonti rinnovabili. L’eccesso, dunque. Solo nel territorio di Manduria, in Provincia di Tarantino, sarebbero stati presentati progetti per circa 200 torri alte oltre 100 metri. Ma c’è chi parla anche di un nuovo progetto che prevede la posa in opera e l’attivazione di oltre 60 torri eoliche da tre megawatt ciascuna.

Il Primitivo, sì. Proprio lui. Il vino, fiore all’occhiello dell’area di Manduria e non solo. Come denuncia Manduriaoggi, potrebbero sorgere “21 nuove mega pale eoliche nel territorio di Avetrana, 24 in quello di Torricella e 23 in quello di Erchie, che, aggiunte alle 63 dei tre parchi che si vorrebbero attivare nella città messapica, portano il totale a 136 in pochi chilometri quadrati”.

L’estremo lembo della provincia di Taranto e la parte alta del Salento brindisino potrebbero dunque trasformarsi in parco eolico qualora tali progetti ricevessero esito positivo per la Valutazione d’impatto Ambientale.

L’ipotesi progettuale di installare torri eoliche nelle campagne di Manduria, nel cuore del Primitivo, ha convinto l’assessore provinciale all’Ambiente, Giampiero Mancarelli a convocare una riunione per “coordinare utilmente tutte le azioni amministrative del caso” e per questo la giunta ha chiamato a raccolta i comuni di Manduria, Avetrana ed Erchie, l’Arpa Puglia, le associazioni Legambiente, Lipu, WWF, Archeoclub, Coldiretti e Italia Nostra e altri consorzi per discutere sulle conseguenze legate alla possibile realizzazione del progetto.

Riunione svoltasi il 7 gennaio scorso, quando la Provincia di Taranto ha espresso il proprio dissenso riguardo all’ipotesi di installare 63 pale eoliche nell’area. Senza tanti giri di parole, a dire No al termine dell’incontro è stato il Presidente della Provincia Gianni Florido: “Diciamo no perché non condividiamo la localizzazione dell’investimento in questione. Installare pale eoliche nella terra del Primitivo mi sembra un’assurdità. Esprimeremo perciò la nostra contrarietà nel procedimento amministrativo in corso e siamo pronti a muoverci anche in sede politica per far valere le nostre ragioni“. Tuttavia, precisa Florido, la provincia non è affatto contro le rinnovabili.

Rassicurazioni da parte della Regione, tramite l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro, secondo cui: “La delicata questione degli impianti eolici nella zona compresa tra Erchie e Manduria è all’attenzione delle strutture tecniche dell’assessorato alla Qualità dell’Ambiente. Desidero tranquillizzare tutti coloro che in queste ore sollecitano sul tema il Governo regionale: siamo sul pezzo, anzi lo siamo da tempo. Nello specifico almeno da quando il Comitato Regionale ha deliberato l’assoggettabilità degli interventi alla Valutazione di Impatto Ambientale innescando, in questa maniera, tutti i meccanismi di garanzia che la normativa prevede”.

Intanto, entro domani 10 gennaio, la Provincia di Taranto raccoglierà le osservazioni di associazioni, imprenditori e operatori del settore per poi articolare il parere negativo che finirà nel procedimento autorizzativo gestito dalla Regione Puglia.

Anche le rinnovabili, dunque, soffrono il cosiddetto effetto NIMBY (acronimo inglese che sta per Not In My Back Yard, letteralmente “Non nel mio cortile”). Come dire, sì alle energie rinnovabili ma non in casa mia. Dall’altra parte, non hanno torto i residenti e le associazioni ambientaliste, ma anche la Regione e la Provincia, pronti a tutelare le coltivazioni del loro prodotto d’eccellenza, il Primitivo. Perché in Italia qualsiasi cosa genera profitto, produce anche abuso. E l’eolico selvaggio non è da meno.

Francesca Mancuso

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