E-Cat: la nuova rivale della fusione freddala reazione piezonucleare?

Non solo E-Cat. La polemica si sposta sulle cosiddette "reazioni piezonucleari"

E-Cat. L’attenzione sulla fusione fredda e sul catalizzatore di Andrea Rossi sembra per un attimo essersi placata, per via di un’altra vicenda, quella che riguarda le reazioni piezonucleari e che vede tra i principali soggetti coinvolti il prof. Carpinteri, Presidente dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica che di recente ha presentato una relazione su tali reazioni, spiegando che in futuro potrebbero produrre energia senza dar luogo a radiazioni e scorie.

Da qui è scaturita una sorta di batti e ribatti. Secondo quanto riporta una nota dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica sarebbe stata verificata sperimentalmente la presenza delle cosiddette reazioni piezonucleari: “L’esperimento è stato effettuato tramite una pressa, al cui interno è stato inserito un campione di pietra di Luserna. Sottoposto a compressione e portato fino al punto di rottura, si è appurato come abbia emesso una quantità di neutroni 100 volte superiore al fondo naturale. Il test si è avvalso di due rivelatori, per avere la massima certezza possibile circa il risultato ottenuto” dicono gli esperti.

Ciò ha sollevato un enorme polverone. Nove dirigenti di ricerca sul sito arXiv hanno fatto sapere che a loro avviso i dati sperimentali di Carpinteri “siano il frutto di grossolana manipolazione“. E ieri, il dottor Fausto Fiorillo, uno dei nove ricercatori ha risposto alle nostre domande su NextMe.it sostenendo che è al momento da escludere che la reazione piezonucleare possa produrre energia pulita: “Faccio riferimento al lavoro pubblicato dal Prof. Carpinteri sulla rivista Strain, che ho analizzato insieme ai miei colleghi. Abbiamo studiato, in particolare, la bontà statistica dei risultati composizionali, ottenuti mediante microanalisi in microscopia elettronica, della pietra di Luserna sottoposta a frattura dal Prof. Carpinteri. Abbiamo verificato che i dati composizionali presentati nel lavoro, che si riferivano a 30 punti della superficie fratturata e 30 punti della superficie esterna del campione, non potevano essere il risultato di misure indipendenti. Ciò invalida la conclusione fondamentale del lavoro, che afferma che una frazione misurabile di nuclei di Fe si trasforma in nuclei di Al (o comunque nuclei più leggeri) in seguito al processo di frattura. In poche parole, l’effetto piezonucleare non può essere dimostrato attraverso questi esperimenti sostiene il dott. Fiorillo.

Anche altri esperti hanno creduto poco a quanto sostenuto dal prof. Carpinteri. Tra essi, Alessio Guglielmi, dell’University of Bath che su Oggiscienza avrebbe fatto pubblicare una lettera aperta rivolta a Carpinteri per saperne di più, ribadendo di voler fare chiarezza.

Ecco alcune delle domande più calde rivoltegli da Guglielmi: “È in grado di controbattere puntualmente ed esaustivamente alle accuse di manipolazione dei dati sperimentali che Le sono state rivolte? Può spiegare perché cita lavori che sono stati screditati dalla comunità scientifica?” Ed ecco la risposta di Carpinteri: “La parola ‘manipolazione’ è stata usata dai miei detrattori soltanto per affermare che loro stessi non manipolavano i miei dati. Ma, a parte questo, come si può parlare di manipolazione quando i risultati sono stati ottenuti da team diversi e da specialisti (chimici, fisici e geologi) di grande esperienza e serietà. Oltretutto, i risultati delle microanalisi sono migliaia e tutti inequivocabili: succede qualcosa di strano e inaspettato. Il discredito di certi lavori penso che sia relativo, e addirittura strumentale per altri fini, come si dimostra anche nel mio stesso caso“.

Inoltre, precisa, Carpinteri, “ho buoni motivi per credere fermamente nella realtà dei fenomeni piezonucleari, che non hanno a che fare, come ho visto scritto, tanto con la produzione di energia (che potrà forse essere un’applicazione, ma è tutto da verificare e comunque per ora la questione è di marginale importanza per le mie ricerche), quanto con la misurazione di emissioni di particelle e di pesi atomici. Quindi l’INRIM è la sede ideale per poter misurare con precisione tali fenomeni e verificare la correttezza degli esperimenti condotti in questi anni“.

Ma non è dello stesso avviso il dottor Fiorillo, secondo cui fenomeni come questi sono purtroppo ancora delle chimere: “Sono 23 anni che se ne parla e questi fiumi di parole hanno prodotto nulla. Non sono un fisico nucleare (studio i materiali magnetici) e mi astengo da affermazioni perentorie. Ma mi affido all’opinione della comunità scientifica ed all’insieme di principi e regole che questa si è data per verificare nuovi fenomeni e nuovi concetti (‘extraordinary claims should be matched with extraordinary evidence, ovvero ‘straordinarie affermazioni devono corrispondere a straordinarie evidenze’). La vicenda della fusione fredda ricorda per certi versi alcune grandi mistificazioni del passato: i raggi N, l’acqua anomala, e la memoria dell’acqua.

Dove sta la verità?

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