Fotovoltaico: cristalli liquidi per le celle solari e lenti del futuro. La ricerca tutta italiana

Una nuova scoperta scientifica riguardante l’impiego dei cristalli liquidi potrebbe segnare una svolta in un futuro non molto lontano per quanto concerne la realizzazione di celle fotovoltaiche ad altissima tecnologia. Per la prima volta infatti gli esperti del settore si sono rivelati in grado di scomporre i cristalli liquidi in piccole gocce, che in seguito potranno essere nuovamente assemblate in forme più grandi a seconda delle necessitò di applicazione pratica

Una nuova scoperta scientifica riguardante l’impiego dei cristalli liquidi potrebbe segnare una svolta in un futuro non molto lontano per quanto concerne la realizzazione di celle fotovoltaiche ad altissima tecnologia. Per la prima volta infatti gli esperti del settore si sono rivelati in grado di scomporre i cristalli liquidi in piccole gocce, che in seguito potranno essere nuovamente assemblate in forme più grandi a seconda delle necessità di applicazione pratica.

In questo modo sarà possibile ottenere lenti di nuova generazione con focale variabile, che potranno essere utilizzate sia nel campo del fotovoltaico che nella fotografia. Quando parliamo di cristalli liquidi, ci riferiamo a quelli normalmente presenti in oggetti di uso quotidiano, come schermi di telefoni cellulari, computer e televisori. La ricerca relativa all’innovativo trattamento dei cristalli liquidi è stata condotta da alcuni ricercatori membri del dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Napoli guidati da Pietro Ferraro, in collaborazione con l’Istituto di Chimica e tecnologia dei polimeri del Cnr (Ictp-Cnr) e con il Dipartimento di scienze fisiche dell’Università Federico II di Napoli.

I risultati della ricerca tutta italiana sono stati descritti e pubblicati sulla rivista scientifica di settore “Advanced Functional Materials”. La ricerca ha avuto inizio dalla volontà degli esperti di manovrare piccole quantità di cristalli liquidi. La sua concretizzazione è avvenuta depositando delle goccioline di cristalli liquidi su di un apposito substrato di nimbato di litio, ricoperto con un particolare polimero. In questo modo, per la prima volta i cristalli liquidi sono stati frammentati in goccioline piccolissime, riassemblabili in seguito.

Ciò potrà trovare applicazione nella fotografia, permettendo la realizzazione di lenti in grado di mettere a fuoco contemporaneamente oggetti a diversa profondità, e nel fotovoltaico, in modo da catturare la luce solare da qualunque angolazione con una lente di forma sferica. Altre applicazioni si aprono in sensoristica e nelle nano e biotecnologie, così come dichiarato da parte di Simonetta Grilli, membro dell’Ino-Ocr. Non resta dunque che attendere gli ulteriori sviluppi provenienti dagli studi presenti e successivi, che sembrano promettere la possibilità di realizzare pannelli fotovoltaici dalle celle ancora più efficienti ed in grado di orientarsi con facilità a seconda della direzione percorsa dei raggi solari.

Marta Albè

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