Fotovoltaico: in arrivo dalla California celle solari liquide e verniciabili

Le celle solari potrebbero presto abbandonare la classica collocazione all'interno dei pannelli solari, a cui ormai da anni siamo abituati. Alcuni ricercatori statunitensi hanno infatti dato vita a delle speciali celle solari liquide, grazie alla messa a punto di una tecnica innovativa che permetterà di comporle grazie all'impiego di nanocristalli così microscopici da essere utilizzati per la creazioni di inchiostri o vernici liquide con le quali potranno essere dipinte differenti superfici esposte al sole, al fine di facilitare la produzione di energia.

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Le celle solari potrebbero presto abbandonare la classica collocazione all’interno dei pannelli solari, a cui ormai da anni siamo abituati. Alcuni ricercatori statunitensi hanno infatti dato vita a delle speciali celle solari liquide, grazie alla messa a punto di una tecnica innovativa che permetterà di comporle grazie all’impiego di nanocristalli così microscopici da essere utilizzati per la creazioni di inchiostri o vernici liquide con le quali potranno essere dipinte differenti superfici esposte al sole, al fine di facilitare la produzione di energia.

I nanocristalli, le cui dimensioni equivalgono a 4 nanometri, pari a 4 milionesimi di millimetro. Essi potranno essere dunque inseriti in sospensione all’interno di sostanze liquide coloranti da impiegare per ridipingere le pareti esterni ed i tetti degli edifici, che si trasformerebbero essi stessi in pannelli in grado produrre energia elettrica una volta colpiti dalla luce solare. È stato calcolato che 250 miliardi di essi potrebbero essere riuniti sulla punta di uno spillo, tanto microscopiche si sono rivelate le loro dimensioni.

La commercializzazione di celle solari liquide potrebbe richiedere ancora numerosi anni di studio ma, a parere di coloro che si sono occupati delle più recenti ricerche in merito, i nanocristalli solari potrebbero trovare applicazione all’interno delle tecnologie di prossima generazione. In futuro, in base a quanto affermato da Richard L. Brutchey, insegnante di Chimica presso il Dornsife College della University of Southern California, le celle solari potrebbero essere stampate così come vengono stampati i quotidiani.

Uno dei lati positivi dell’impiego di nanocristalli è rappresentato dai costi contenuti necessari per la loro produzione, rispetto alle comuni celle solari in silicone. Fino ad ora, il lato negativo era costituito da come i nanocristalli non apparissero ancora in grado di garantire una pari efficienza nel convertire l’energia solare in elettricità, rispetto alle tecnologie attualmente in uso. Ciò avveniva poiché le speciali molecole utilizzate per mantenere i nanocristalli separati l’uno dall’altro avrebbero avuto l’effetto collaterale di provocarne l’isolamento, riducendo la loro capacità di condurre elettricità.

Pare però che David H. Webber, uno dei ricercatori della University of Southern California, abbia scoperto un legante sintetico in grado di collegare tra loro i nanocristalli in modo da favorire il processo di conduzione della corrente. Gli esperti hanno inoltre messo a punto un processo a bassa temperatura che permetterà di stampare le celle solari sulla plastica, senza la preoccupazione che quest’ultima possa sciogliersi. Ciò potrebbe significare che in futuro potranno essere realizzati pannelli solari flessibili, facilmente adattabili alle diverse esigenze energetiche in base alla conformazione di ciascun edificio o dispositivo che richieda elettricità per il proprio funzionamento.

Marta Albè

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