E-cat: Rossi rifiuta 1 milione di euro dagli australiani per nuovo test sulla fusione fredda

Continua la sfida a distanza tra Dick Smith, capo degli scettici australiani, e Andrea Rossi. Smith ha offerto all'ingegnere un milione di dollari per testare nuovamente l'E-Cat e fugare ogni dubbio sul suo funzionamento

E-Cat, è guerra aperta tra Andrea Rossi e gli scettici australiani. In particolare, con Dick Smith, che di recente aveva fatto sapere di essere disposto a fornire 1 milione di dollari per finanziare le ricerche sulla fusione fredda targata Rossi, dopo aver messo in dubbio la correttezza dei risultati dei test, per degli errori nel cablaggio.

Ma l’orgoglioso Rossi non sembra essere disposto ad accettare “aiuti” di questo tipo. L’ingegnere ha ribattutto alla proposta dei Smith dicendo che se qualcuno “vuole testare un impianto da 1 MW e dispone di 1 milione da spendere può comprare un dispositivo da 1 MW, con regolare contratto, che gli dà tutte le garanzie necessarie e per noi le garanzie finanziarie. I nostri impianti sono testati dai nostri clienti e dai consulenti che scelgono. Non ho tempo per tutte queste clownerie”.

Dalla lettera di Dick Smith ricevuta da New Energy Times, emerge la sua proposta: “Chiedo di ripetere il test del 29 marzo 2011 che si proponeva di dimostrare che il vostro E-Cat aveva una potenza di uscita maggiore rispetto la potenza in ingresso grazie alle LENR”.

E per farlo, si dice “felice di coprire tutti i costi”, quantificati attorno al milione di dollari, inviando i suoi fidati collaboratori, Kullander ed Essen in Italia per assistere alla ripetizione del test. A quel punto, sarebbe loro compito controllare i cavi. Scongiurando dunque ogni falsificazione, presunta o reale.

Anche la risposta di Rossi va analizzata. È chiaro che il parere degli scettici lo ha irritato, ma al di là delle critiche, ciò che all’ingegnere non è andato giù è stato il discorso dei test indipendenti. Secondo Rossi, se Smith ha la possibilità di acquistare un impianto da 1 MW, (e a quanto pare se lo può permettere) lo faccia pure. E sottolinea che qualora non ottenesse i risultati sperati otterrebbe indietro i suoi soldi indietro. Potrebbe anche attendere di acquistare un piccolo E-Cat, quando arriverà sul mercato.

Perché sprecare soldi?” Si chiede Rossi? E aggiunge: “Io non ne ho bisogno”. Parentesi chiusa. L’ennesimo tentativo di effettuare test indipendenti (o quasi) sull’E-Cat va in fumo. Ma il tempo stringe. Presto il dispositivo verrà commercializzato e allora la verità, qualunque essa sia, verrà a galla.

Francesca Mancuso

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