E-cat: scienziati australiani non credono nella fusione fredda di Rossi. Ecco perché

Un team di studiosi australiani avrebbe confutato i risultati dei test dell'E-Cat

E-Cat, la fusione fredda di Rossi fa ancora discutere. Dall’Australia se ne parla in termini piuttosto pesanti. A puntare il dito contro il catalizzatore sono stati i ricercatori dell’Australian Skeptics Society che avrebbero confutato i risultati dei di Rossi effettuati lo scorso anno.

Il report dell’Australian Skeptics Society, associazione no-profit che studia fenomeni paranormali e pseudoscienze attraverso il metodo scientifico, negherebbe dunque che i risultati ottenuti nei test di marzo siano attendibili e soprattutto corretti.

Ma cerchiamo di chiarire meglio la questione. Come più volte abbiamo spiegato, il miracolo energetico connesso alla fusione fredda sta nel fatto che è necessaria una grande quantità di energia per “spingere” i nuclei atomici alla fusione. E non è facile, vista la fortissima resistenza. Infatti all’interno dei nuclei ci sono protoni e neutroni legati insieme da forze nucleari. E l’unico modo per produrre energia è fornire un’energia ancora maggiore. E questo, com’è facilmente intuibile, renderebbe il bilancio finale pressocché nullo se non addirittura negativo.

Ma Rossi, con l’E-Cat, sarebbe riuscito a ribaltare tale bilancio, producendo una quantità di energia maggiore rispetto a quella immessa. Diversi scienziati di tutto il mondo, secondo gli astraliani, avrebbero confermato tale possibilità, conquistata dall’E-Cat, dopo aver assistito ad una dimostrazione o all’analisi dei risultati.

Gli scettici australiani, però, non ne sono così convinti. Secondo loro, infatti, la potenza di uscita era solo apparentemente più grande dell’input iniziale, perché alla base vi sarebbe un errore. Secondo quanto sostiene Dick Smith, leader degli scettici australiani “sarebbe bello se fosse vero, ma è più probabile che si sia trattato solo di una connessione errata del cavo di alimentazione.

Così ha inviato l’ingegnere aerospaziale Ian Bryce facente parte del gruppo, ad un meeting degli investitori al NSW North Coast il 13 gennaio per indagare sulla questione.

Bryce avrebbe rilevato che in tutti e sei i test pubblicati fino a luglio, un cavo di terra era disconnesso e tale fatto potrebbe avere provocato degli errori, bypassando i contatori di potenza. E anche in tutti i test successivi non vi era alcuna misura valida della potenza a causa di contatori mal posizionati.

A questo punto, Smith chiede chiarimenti: “Spetta ora al signor Rossi di rifare gli esperimenti del marzo 2011 anche in prenenza di una ‘persona indipendente‘ che misuri realmente la corrente in ciascuno dei fili dei tre cavi di alimentazione.”

Continua Smith: “Se uno dei fili è stato accidentalmente staccato, le misure reali di corrente non sarebbero equivalenti alla potenza totale del reattore, e ci sarebbe stato un guadagno di potenza apparente”.

Ben lungi dall’acquistare un catalizzatore, Smith invita gli acquirenti a tenere gli occhi bene aperti e a diffidare dall’E-Cat fino a che tale situazione non verrà chiarita: “Fino a quando la possibilità di questa relazione sbagliata accidentalmente non venga smentita da una prova ulteriore, raccomando vivamente al pubblico di non acquistare questa macchina o di investire in questa tecnologia“.

Tempesta in arrivo per Rossi o un tentativo di boicottaggio dell’E-Cat?

Francesca Mancuso

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