Il sole e l’asilo: in provincia di Napoli un nuovo impianto termico

Qui la Enam, una società a totale capitale pubblico istituita dal Comune di Pomigliano per la gestione della rete di distribuzione del gas naturale e la promozione e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili sul territorio, fa sul serio.

Per bimbi sfrenati e timide bimbette, neonati strepitanti e maestrine premurose – tutti ospiti di un asilo nido di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli – tra giochi colorati, cambio pannolino, pappe, cacchette e pianti, ecco che spunta il solare termico. Qui la Enam, una società a totale capitale pubblico istituita dal Comune di Pomigliano per la gestione della rete di distribuzione del gas naturale e la promozione e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili sul territorio, fa sul serio.

Con la ferma intenzione di raggiungere entro il 2012 gli obiettivi stabiliti dal Piano Energetico Comunale di Pomigliano d’Arco, infatti, con il fotovoltaico, con il solare termico, con circa 3 MWh in impianti di cogenerazione alimentati a fonti rinnovabili, con un impianto a digestione anaerobica che produrrà gas e quindi energia dall’organico, la Enam mira ad abbattere del 6,5% le emissioni di CO2.

Ed è così che il solare termico dell’asilo nido è solo la punta di diamante. Un marchingegno, questo, chiamato Jumbo Solar e che parla tedesco. Viene proprio da Amberg, in Germania, infatti, la tecnologia dell’impianto adottato dalla Enam. Si tratta, in buona sostanza, di un sistema che consente di ricevere all’interno dell’asilo aria calda ricavata dai raggi del sole, con la novità di riscaldare aria e non acqua.

E non finisce qui: questo tipo di riscaldamento si aggiungerà a quello tradizionale, permettendo in questo modo di raggiungere un abbattimento di almeno il 24% sul consumo di gas metano. Il progetto dell’asilo nido è, comunque, in attesa di finanziamento nell’ambito del Bando del Ministero dell’Ambiente “Il Sole negli Enti Pubblici”.

Non solo, ma la Enam di Pomigliano d’Arco vanta anche un altro programma, che è quello di avere un impianto in grado di produrre energia elettrica ricavata dalla parte organica dei rifiuti urbani con sistema di gestione anaerobica. L’impianto sarà in grado di produrre a regime 3 MWh ora di energia elettrica all’anno e circa 7000 tonnellate di ammendante (per ammendante si intende qualsiasi sostanza, naturale o sintetica, minerale od organica, capace di modificare e migliorare le proprietà e le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche di un terreno) da utilizzare in agricoltura o per le bonifiche.

Quando si dice… “se si vuole si può”.

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