We have a dream. Ed è fotovoltaico

Due illustri scienziati alle soglie degli ottant'anni ci spiegano come e perché il futuro sarà solare

Sir David King e Lord Richard Layard hanno un sogno: il mondo unisca le forze per lo sviluppo del fotovoltaico e l’abbandono del nucleare, del petrolio e del carbone. E pongono target al 2025 e al 2030.

Che non si dica che gli inglesi mancano di “vision“, al contrario ne hanno e da vendere. Sir David King è un chimico 74enne di fama mondiale, da anni consigliere per le tematiche scientifiche di numerosi Governi inglesi (sia di destra che di sinistra: all’estero, a differenza che in Italia, la scienza non ha partito). Lord Richard Layar, che di anni ne ha 79, è invece un economista che ha fondato e diretto il Centre for Economic Performance della London School of Economics.

Questi due illustri giovanotti, che durante la loro lunga vita hanno visto con i loro occhi la nascita e lo sviluppo dell’economia occidentale basata sul petrolio, il nucleare e l’energia a basso costo e ad alto impatto ambientale, alle porte degli ottanta hanno oggi un sogno: un mondo che funzioni a energia solare.

E che collabori, pensate un po’, nella realizzazione di questo sogno. Per raccontare questo sogno il Sir e il Lord hanno scelto il sito del Guardian e un titolo abbastanza esplicito: “Dobbiamo raccogliere l’energia del sole“. La teoria è semplice:

Su cosa dovremmo puntare? Ci saranno sempre molte forme di energia a zero emissioni di carbonio: fissione nucleare, idroelettrico, geotermico, eolico, fusione nucleare (forse) e il solare. Ma la fissione nucleare e l’idroelettrico li abbiamo già da molti anni. Il nucleare è essenziale ma ostacolato politicamente e l’idroelettrico ha dei limiti fisici. La fusione nucleare rimane incerta. E, mentre il vento può avere un grande ruolo nel Regno Uniti, in molti altri paesi il suo sviluppo è limitato. Quindi non c’è nessuna speranza di sostituire completamente i combustibili fossili senza un grande contributo dell’energia dal sole.

Non fa una piega e lo dicono due Signori (con la S maiuscola) che in teoria, vista l’età, potrebbero anche fregarsene del futuro dell’energia, dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento. Ma loro guardano al futuro e alle generazioni future, perché non sono i soli ad aver diritto a vivere.

Quanto sole c’è nella proposta-sogno di King e Layard? Il 10% a livello globale entro il 2025 (cioè dopodomani) e il 25% entro il 2030 (cioè dopodomani l’altro). Come raggiungere queste quote? Con un sostantivo e un aggettivo, scarsamente utilizzati nel mondo di oggi: collaborazione internazionale.

Ecco la nostra proposta. Ci dovrebbe essere un programma mondiale di ricerca, sviluppo e dimostrazione sull’energia solare. L’obiettivo dovrebbe essere, entro il 2025, di produrre elettricità dal sole in grandi quantità e a costi inferiori alle fonti fossili. Tutti i paesi sarebbero invitati a partecipare. Quelli che ci stanno sarebbero invitati, nel loro paese, ai maggiori programmi di ricerca coordinati e a condividere i loro risultati per il bene del mondo.

In tutto questo i Governi nazionali dovrebbero impegnarsi a proseguire nella direzione della collaborazione e della ricerca al fine di abbassare i costi di trasmissione dell’energia dai paesi con più sole a quelli che ne hanno di meno. Ricerca che passa, prima di tutto, dai sistemi di accumulo.

Peppe Croce

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