Piccioni: a Comocaccia aperta! Arruolati 80 cecchini

E' caccia aperta ai piccioni di Como. La Provincia ha già rilasciato 80 patentini di "coadiutori nel controllo numerico del piccione"

Como, un vero e proprio sterminio autorizzato dei piccioni, per il quale la Provincia ha arruolato 80 cacciatori. Ottanta cecchini pronti a colpire i malcapitati volatili comaschi colpevoli solo di volare.

Per questo l’Assessore alla caccia, che per uno strano scherzo del caso si chiama Mario Colombo, ha pensato, probabilmente, che una soluzione sarebbe stata quella di farli fuori: “Sono migliaia e infestano stalle e magazzini. Oltre a distruggere i campi danneggiando i raccolti, creano anche problemi igienici” ha detto.

E così l’amministrazione, attraverso l’assessorato alla Caccia, ha promosso un corso di formazione per il rilascio del patentino di coadiutore nel controllo numerico del piccione, già conseguito da 80 cecchini/cacciatori.

Ma Colombo, l’assessore, dopo le proteste degli animalisti ha corretto un po’ il tiro spiegando che è pure vero che gli abbattimenti ci saranno, ma avranno uno scopo “dissuasivo”. A suo dire infatti, la speranza è che i pover volatili “venendo continuamente disturbati dalla presenza umana, decidano di allontanarsi dai campi almeno fino a quando i semi saranno germogliati“.

Aria ragazzi, a suon di doppiette. Continua Colombo:Il problema principale è comunque rappresentato dall’animale uomo. In montagna non c’è un sovrappopolamento di piccioni perché là la specie si autoregolamenta in maniera naturale. Nelle città e nelle pianure molto abitate, invece, si trova molto più cibo e di conseguenza proliferano piccioni, ratti e scarafaggi. Ci lamentiamo delle specie infestanti, ma in realtà la più infestante di tutte è la nostra“.

Ma secondo l’assessore, si è trattata di una misura frutto di anni di riflessione e di segnalazioni da parte degli agricoltori. Proprio a causa degli eccessivi danni da essi lamentati, la Provincia ha deciso per una soluzione drastica. Chiaramente c’è anche il risvolto economico: “Ogni volta che piccioni, cinghiali e cervi causano problemi alle coltivazioni la Provincia deve intervenire e rimborsare le perdite. Questo incide notevolmente sul bilancio – continua Colombo – E oltre all’aspetto economico, non bisogna trascurare quello igienico“.

La colpa, come sempre, è dell’uomo. Colombo, almeno questo, sembra averlo riconosciuto. E intanto i piccioni hanno le ore contate. Per far quadrare i bilanci pubblici.

Francesca Mancuso

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