Senza sesso anche i moscerini affogano i dispiaceri nell’alcol

Bere per dimenticare, affogando le delusioni d'amore nell'alcool. Non lo fanno solo gli uomini: secondo un originale, e un po' bizzarro, studio, una vita sessuale insoddisfatta spinge anche i moscerini maschi ad "ubriacarsi". Lo rivela la ricerca condotta sul comportamento alcolico degli esemplari di Drosophila melanogaster, il comunissimo moscerino della frutta, realizzato dai ricercatori della University of California, San Francisco (UCSF) e pubblicato su Science.

No sesso? Si alcol. Anche per i moscerini. Bere per dimenticare, affogando le delusioni d’amore nell’alcool. Non lo fanno solo gli uomini: secondo un originale, e un po’ bizzarro, studio, una vita sessuale insoddisfatta spinge anche i moscerini maschi ad “ubriacarsi”. Lo rivela la ricerca condotta sul comportamento alcolico degli esemplari di Drosophila melanogaster, il comunissimo moscerino della frutta, realizzato dai ricercatori della University of California, San Francisco (UCSF) e pubblicato su Science.

L’esperimento è stato condotto analizzando il comportamento di un gruppo di moscerini maschi e un gruppo di femmine, alcune già fecondate, altre ancora no. Quando i maschi sono stati rifiutati ripetutamente dagli esemplari già fecondati, che non avevano interesse all’accoppiamento, hanno dimostrato di preferire nel 70% dei casi i cibi con un tasso alcolico, contro il 50% registrato nei moscerini che erano riusciti ad accoppiarsi.

Se i moscerini della frutta maschi non attivi si danno all’alcol, è tutta “colpa” di una molecola, la neuropeptide F, che agendo sui vuoti di appagamento sessuali, attiva dei meccanismi di ricompensa sostitutivi, mentre nei moscerini sessualmente attivi il suo livello nel cervello è risultato basso. “Si tratta di un interruttore che rappresenta il livello di ricompensa nel cervello e lo traduce in un comportamento di ricerca della ricompensa“, spiega Galit Ophir-Shohat, primo autore dello studio.

Ma ora arriva il bello, perché, pur facendo certamente sorridere, questa ricerca potrebbe rivelarsi importantissima nelle cure delle dipendenze, visto che la neuropeptide F è simile alla neuropeptide Y presente negli uomini. “Se il neuropeptide Y risultasse essere il trasduttore tra lo stato psichico e la pulsione ad abusare di alcol e droghe, si potrebbero sviluppare terapie per bloccare i recettori per il neuropeptide Y”, aggiunge Ulrike Heberlein, direttore della ricerca. Insomma, probabilmente manipolando la molecola sarebbe materialmente possibile diminuire la dipendenza da alcolici e droghe, ma anche regolare ansia, disturbi del sonno e dell’alimentazione, collegati a loro volta ai livelli di neuropeptide. In tal caso, dovremmo ringraziare proprio il piccolo moscerino sfortunato e le sue dolorose delusioni amorose…

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