Amazon ritira dalla vendita i prodotti a base di carne di balena e delfino

Amazon, gigante del commercio on-line, ha deciso di ritirare dalla vendita i 147 prodotti a base di balene, delfini e altri cetacei, tutte specie a rischio di estinzione, che facevano bella vista di sé sul portale giapponese. Il tutto grazie a una campagna di sensibilizzazione messa in atto da un Ong europea, l’EIA, che, come ricorderete, in un report pubblicato il 21 Febbraio scorso denunciava il contribuito del sito di e-commerce al commercio di carne di balena e di prodotti alimentari contenenti derivati dei mammiferi marini in via d’estinzione. Ma anche grazie alla petizione pro-balene lanciata dall’animalista Melissa Sehgal, attualmente impegnata in Giappone come Cove Guardian dei delfini di Taiji.

Amazon, gigante del commercio on-line, ha deciso di ritirare dalla vendita i 147 prodotti a base di balene, delfini e altri cetacei, tutte specie a rischio di estinzione, che facevano bella vista di sé sul portale giapponese. Il tutto grazie a una campagna di sensibilizzazione messa in atto da un Ong europea, l’EIA, che, come ricorderete, in un report pubblicato il 21 Febbraio scorso denunciava il contribuito del sito di e-commerce al commercio di carne di balena e di prodotti alimentari contenenti derivati dei mammiferi marini in via d’estinzione. Ma anche grazie alla petizione pro-balene lanciata dall’animalista Melissa Sehgal, attualmente impegnata in Giappone come Cove Guardian dei delfini di Taiji.

I risultati sono stati eclatanti. In pochi giorni la petizione su Change.org ha raccolto più di 191,506 adesioni da tutto il mondo. Melissa scrive: “In appena poche settimane a Taiji, in Giappone, sono stata testimone di crudeltà inimmaginabili e spargimenti di sangue. Il film The Cove è terrificante, e anche se sono stata qui prima, non sarei mai stata pienamente pronta per vedere ciò di cui sono stata testimone: il massacro e la mutilazione di centinaia di delfini”. Anche grazie a queste parole, gli animalisti di tutto il mondo si sono scagliati contro il colosso americano, diffondendo la notizia su blog e social network, lasciando messaggi indignati all’azienda, firmando in massa la petizione.

Grazie al loro impegno, Amazon è stata costretta al rispetto della sua stessa politica che prevede il divieto di commercializzare prodotti derivati da questo tipo di animali. Ma è ancora troppo presto per cantare vittoria e l’associazione ambientalista vuole andare avanti. “Siamo soddisfatti della decisione di Amazon di rimuovere i prodotti derivati dalle balene dal suo portale giapponese. Ma adesso chiediamo con forza che vengano messi al bando in tutto il mondo anche i prodotti che contengono carne di delfino e focene”, spiega Clare Parry dell’Eia e la campagna non deve fermarsi qui, come si legge sul sito Eia: gli animalisti non si arrenderanno “fino a quando Amazon non darà un impegno formale a mettere al bando questi prodotti.

amazon

E anche la lettera di Melissa, che affianca la petizione su Change.org, è sulla stessa linea: “il 22 febbraio, Amazon.com ha risposto alle pressioni dei consumatori e ha rimosso la carne di delfino, focena e balena dal suo negozio on-line”, spiega la guardiana dei delfini, “ma non ha ancora adottato una politica chiara sul fatto che non venderà mai più questi oggetti. Togliere tranquillamente i prodotti dal loro sito non è sufficiente. E ‘il momento per Amazon.com di introdurre un divieto permanente alla carne di balene, delfini, focene”. Anche perché se il più grande negozio on-line decidesse di agire, darebbe un messaggio molto forte a tutto il mondo.

Cosa fare? Tutti noi possiamo contribuire affinché questo accada, firmando la petizione, condividendo la campagna dell’Eia sui social network, scrivendo mail di protesta al CEO di Amazon.com Jeff Bezos all’indirizzo jeff@amazon.com (qui una bozza in inglese del testo da inviare). Perché 200.000 persone, o ancora di più, sono davvero difficili da ignorare!

Roberta Ragni

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