La Harlan si arrende: le 900 scimmie destinate ai suoi laboratori sono davvero salve dalla vivisezione?

Piccola, grande vittoria per il mondo animalista: nei laboratori della Harlan a Correzzana, nel cuore della Brianza, non arriveranno più scimmie da destinare ai laboratori e i 104 esemplari di macachi che già si trovano al loro interno non verranno spedite all'azienda farmaceutica che le vuole usare in esperimenti scientifici. Questo l’accordo raggiunto, dopo mezz'ora di colloquio telefonico, tra Michela Vittoria Brambilla e il presidente della multinazionale Harlan, David Broken.

Piccola, grande vittoria per il mondo animalista: nei laboratori della Harlan a Correzzana, nel cuore della Brianza, non arriveranno più scimmie da destinare ai laboratori e i 104 esemplari di macachi che già si trovano al loro interno non verranno spedite all’azienda farmaceutica che le vuole usare in esperimenti scientifici. Questo l’accordo raggiunto, dopo mezz’ora di colloquio telefonico, tra Michela Vittoria Brambilla e il presidente della multinazionale Harlan, David Broken.

L’ex ministro del Turismo, è riuscita, dopo una lunga trattativa, a entrare nei capannoni di Correzzana alla fine di una giornata ad alta tensione, segnata da un blitz di tre militanti dell’ associazione ‘100% animalisti’, che hanno scavalcato i cancelli e raggiunto i capannoni, senza riuscire a raggiungere l’area in cui erano detenuti i macachi importati via Roma Fiumicino dalla Cina. Dopo di loro, la Brambilla è stata l’unica a entrare negli stabilimenti, accompagnata dai carabinieri, per poter effettuare un’ispezione. E a ottenere di poter raggiungere telefonicamente negli Usa, a Minneapolis, David Broken, numero uno di Harlan.

Gli animali li ho visti in buona salute – ha detto Michela Vittoria Brambilla – ma non è questo il punto: anche se l’allevamento rispetta le leggi italiane, non è più in regola con le nostre coscienze e con il nostro senso etico, queste pratiche devono cessare e hanno i giorni contati grazie alle leggi che la Regione Lombardia e il Parlamento stanno per approvare”. Dopo aver rassicurato sul fatto che non arriveranno altre scimmie, Broken incontrerà l’ex ministro animalista: “venerdì ci vedremo di persona a Correzzana, ma mi ha già garantito che qui non arriveranno più scimmie da destinare ai laboratori, né quelle che si trovano qui verranno inviate a chi ne aveva fatto richiesta. Gli animali sono salvi, insomma, ma questo è solo un primo risultato”, conclude la Brambilla.

Una piccola, grande vittoria. Forse. È infatti ancora tutto da verificare, in una vicenda su cui non bisogna ancora allentare la pressione per fare in modo che alle parole seguano i fatti. Intanto la Lombardia si sta per emanare una legge regionale che vieti l’allevamento di primati, oltre ai cani e ai gatti, su tutto il territorio lombardo, in modo che aziende come Harlan o Green Hill non possano più sfruttare questi animali.

Ma sono ancora troppi gli interrogativi a restare senza risposta. Le scimmie rapite al loro habitat e naturale dove verranno portate? Cosa si nasconde dietro l’inaspettata arrendevolezza della multinazionale? E se i macachi, invece di passare dal nostro Paese, prendessero semplicemente altre strade? Insomma, se è ancora presto per cantare vittoria, al caso delle sfortunate scimmie della Harlan va quantomeno riconosciuto il merito di aver acceso i riflettore sulla sperimentazione animale e di aver ricordato che il modo migliore per fermarla è metterla in discussione a livello legislativo.

Roberta Ragni

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