Green Hill, la Brambilla replica al sindaco Zanoli: “questo lager alla fine chiuderà”

Continua la lotta di attivisti e media per chiedere la chiusura di Green Hill, l'allevamento lager di beagle destinati agli esperimenti in laboratorio e alla vivisezione, situato nella provincia di Brescia, a Montichiari.

Continua la lotta di attivisti e media per chiedere la chiusura di Green Hill, l’allevamento lager di beagle destinati agli esperimenti in laboratorio e alla vivisezione, situato nella provincia di Brescia, a Montichiari.

Dopo le manifestazioni della scorsa settimana e l’inizio dello sciopero della fame di 7 manifestanti davanti agli uffici transennati del Comune, il sindaco Elena Zanola ha finalmente incontrato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, consegnandole le 17mila firme raccolte in tutta Italia per chiedere l’immediata chiusura del canile.

E, se l’ormai noto sindaco di Montichiari ha più volte rimandato la questione, portando come motivazione il fatto che non fosse di sua competenza procedere alla chiusura di Green Hill e mostrandosi persino indignata davanti alle telecamere di Striscia la Notizia, il neo ministro Cancellieri ha invece reagito diversamente: Ho chiesto a Brescia un rapporto dettagliato. Voglio vederci chiaro, è stato il commento seguito alla consegna delle firme.

Prosegue inoltre il botta-e-risposta tra Zanola e l’On.le Michela Brambilla, da sempre sostenitrice della causa: l’ex ministro al Turismo era infatti stata accusata di disturbare l’ordine pubblico nella cittadina lombarda e di fomentare i manifestanti verso una questione che non poteva essere risolta dal sindaco. La stessaBrambilla, presente alla conferenza stampa indetta dal gruppo che ha avviato lo sciopero della fame, risponde così: “Il sindaco la deve smettere di scaricare sugli altri le responsabilità. Green Hill deve chiudere. Non darò tregua a questo lager e a tutti quelli che lo proteggono fino a quando lo scempio non sarà chiuso”. Gea Press riporta inoltre un’intervista in cui l’onorevole ambientalista afferma: “Mi sono resa conto che ha una certa ossessione nei mie confronti e dell’amico Stoppa, vorrebbe impedirci in ogni modo di raccontare a tutta l’Italia quello che succede nella sua città. Invece di preoccuparsi di me, inizi a preoccuparsi di Green Hill”.

Parole dure, insomma, che denotano come siano tanti e diversi gli interessi verso la chiusura di questo allevamento: “La commissione Affari sociali in Parlamento — ha proseguito la Brambilla — ha approvato la norma che emenda la legge comunitaria per vietare in Italia l’allevamento di animali da laboratorio. L’emendamento in questione dovrebbe arrivare in aula per la discussione al massimo verso la metà di gennaio. Dobbiamo fare in fretta, è necessario interrompere questo orrore senza perdere altro tempo prezioso”.

Nel frattempo, anche la Asl di Brescia ha chiarito la sua posizione, spiegando in un comunicato stampa ufficiale i controlli effettuati su Green Hill: “Nel corso dei controlli svolti negli anni (compreso il 2010) il distretto veterinario dell’Asl di Brescia ha sanzionato la società per le seguenti inadempienze: mancata registrazione in anagrafe canina regionale di 160 cani deceduti; registrazione degli animali non esaustive per quanto attiene il carico/scarico dei cani al di sotto dei 60 giorni e degli animali morti in quest’età; mancata registrazione delle carcasse non ancora identificate con tatuaggio; incompletezza della documentazione di smaltimento carcasse”. Di queste, alcune sono risultate successivamente risolte, mentre altre no e, si legge sempre nel comunicato, “l’ASL di Brescia in più occasioni ha contestato la violazione da parte di Green Hill srl della disciplina normativa che impone di garantire la separazione e la distinzione tra la struttura dedita all’allevamento e quella dedita alla fornitura di cavie”.

Speriamo ora che il nuovo ministro si faccia carico di questa situazione che sta assumendo tratti assurdi e che viene rimandata e rimbalzata da un’istituzione all’altra ormai da troppo tempo.

Eleonora Cresci

Foto: Il Giorno.it

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