Allevamenti da pelliccia: l’Olanda li vieta e salva i visoni. E in Italia? Se ne uccidono 150mila all’anno

Allevamenti da pelliccia: in Olanda non l’hanno spuntata gli allevatori di visoni che, dopo l’approvazione nel 2012 della legge che metteva al bando questa forma di allevamento, hanno provato – invano – a far valere qualche loro diritto

Allevamenti da pelliccia: in Olanda non l’hanno spuntata gli allevatori di visoni che, dopo l’approvazione nel 2012 della legge che metteva al bando questa forma di allevamento, hanno provato – invano – a far valere qualche loro diritto.

Ma “l’interesse generale è più importante degli interessi dei singoli allevatori di visoni” e così la decisione finale della Corte di Appello olandese sul contenzioso avviato dagli allevatori contro il Governo dell’Aja è stata presa e si profila un po’ come un macigno sull’industria della pellicceria, ponendo la parola fine all’allevamento di animali al mero scopo di ricavarne pellicce.

Nel dicembre 2012, il Parlamento approvò la legge che bandiva questo tipo di allevamento. Ora il bando entrerà effettivamente in vigore dopo un lungo periodo di transizione che si concluderà solo nel 2024 e prevede compensazioni economiche per gli allevatori, che invece erano state ritenute inadeguate nella prima sentenza del 2014.

In quell’anno, gli allevatori di animali per la produzione di pellicce provarono a far ricorso contro lo Stato, sulla base del fatto che quella legge avrebbe segnato la fine della loro attività economica. Ma a nulla è servito nemmeno il richiamo alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, con riferimento alla proprietà dei cittadini.

Nel nuovo pronunciamento, infatti, il lungo periodo di transizione è stato ritenuto sufficiente per consentire agli allevatori di recuperare gli investimenti, assorbendo gli effetti negativi conseguenti all’impossibilità di proseguire nella loro attività.

Ad oggi, l’Olanda è il quarto Paese allevatore di visoni nel mondo, con una produzione annuale di circa 6 milioni di animali, mentre solo il 7% degli olandesi sarebbe favorevole a questa forma di allevamento.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Qui sono circa 150mila i visoni uccisi ogni anno nei 20 allevamenti ancora attivi. Gli italiani contrari all’allevamento di animali per la produzione di pellicce sono in continua crescita: 83% nel 2011, 85,5% nel 2014 sino a raggiungere il 90,7% nel 2015 (Fonte: Eurispes, Rapporto Italia 2015http://eurispes.eu/content/sintesi-rapporto-italia-2015 – Scheda 50).

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Presso le Commissioni Sanità al Senato e Agricoltura alla Camera sono già stati presentati e assegnati tre distinti Disegni di Legge (a firma Sen. Amati -PD-, On. Brambilla -FI-, On. Gagnarli -M5S-) che riassumono le istanze della LAV per porre fine a questa barbarie. Provvedimenti simili sono stati presentati anche presso i Consigli Regionali di Emilia Romagna e Sicilia.

Due Parchi regionali fluviali della Lombardia (Adda Sud e Serio) hanno vietato questi allevamenti entro i loro confini, sia per ragioni di tutela ambientale che di salvaguardia da possibili immissioni involontarie di specie animali estranee all’habitat nazionale, come i visoni americani.

“Negli ultimi tre anni al Parlamento italiano abbiamo già presentato oltre 100mila firme raccolte in diverse petizioni, abbiamo scritto direttamente al Governo (e in particolare ai Ministri dell’Agricoltura Martina, e della Salute, Lorenzin), abbiamo scritto ai Presidenti ed ai Senatori ed Onorevoli componenti delle Commissioni Salute del Senato e Agricoltura della Camera (le due commissioni dove sono assegnate le proposte di legge per il divieto di allevamento). Il Parlamento ed il Governo devono necessariamente dare in tempi rapidi una risposta concreta agli italiani e vietare definitivamente anche nel nostro Paese questa anacronistica forma di allevamento”, dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV Campagna Pellicce.

L’esortazione è che l’Italia non sia, almeno in questo, il fanalino di coda. Prima dell’Olanda, già Inghilterra, Irlanda del Nord, Scozia, Austria, Croazia, Bosnia, Slovenia e Danimarca (per ora limitatamente alle volpi) hanno messo al bando gli allevamenti di “pellicce”. L’Italia, che nel 2004 vietò per prima la produzione e il commercio delle pellicce di cani e gatti e di foca, non può ora rimanere indietro!

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