‘I bambini che hanno gatti sviluppano malattie mentali’, la verità sullo studio choc

Avere un gatto quando si è bambini porta alla schizofrenia? Gli scienziati dello Stanley Medical Research Institute, in Maryland, Usa, hanno scoperto un legame tra le persone che possiedono gatti e lo sviluppo di malattie mentali, tra cui la schizofrenia, e credono che il colpevole sia un parassita, il Toxoplasma gondi.

Questo ultimo studio, pubblicato sulla rivista Schizophrenia Research, ha utilizzato i dati di oltre 2.000 famiglie negli Stati Uniti, analizzando il numero di persone che soffrivano con schizofrenia o disturbo schizoaffettivo e di coloro che, tra questi, avevano posseduto un gatto durante l’infanzia.

Il dato è stato poi confrontato con i dati di studi precedenti, condotti dallo stesso gruppo, allo scopo di confermare un collegamento. Quali sono stati i risultati?

La proprietà del gatto durante l’infanzia è significativamente più comune nelle famiglie in cui il bambino diventa più tardi gravemente malato di mente. Se fosse vero, un meccanismo esplicativo può essere il Toxoplasma gondii. Invitiamo i nostri colleghi a replicare questi risultati per chiarire se la proprietà del gatto in infanzia è davvero un fattore di rischio per la schizofrenia in età adulta”, scrivono gli autori.

Ma quindi dobbiamo davvero preoccuparci? Assolutamente no, ed ecco perché. Questo studio, è vero, è in grado di tracciare un collegamento, ma non può dimostrare il legame di causa ed effetto. Suggerisce che il legame può essere causato dal parassita, che viene trasferito dai gatti agli esseri umani se entrano in contatto con le feci di animali infetti o mangiando e bevendo cibo e acqua contaminati.

È anche vero, però, che i bambini potrebbero infettarsi giocando in un parco giochi pubblico, anche se la loro famiglia non possedeva un gatto. Questo perché il parassita può sopravvivere nel suolo per diversi mesi. Il campione del sondaggio, poi, è neanche rappresentativo dell’intera popolazione.

Come abbiamo ribadito più volte, la toxoplasmosi si può contrarre anche in seguito all’assunzione di alimenti crudi infetti di origine animale e di verdure contaminate e lavate male. La contaminazione per zoonosi, vale a dire attraverso la trasmissione della malattia dall’animale all’uomo, è, invece, una eventualità più unica che rara, in quanto prevede l’ingestione delle deiezioni di un felino infetto.

Da un punto di vista prettamente statistico, quindi, potrebbe essere molto più rischioso mangiare una bistecca che non stare in contatto con il proprio gatto, proprio perché il pericolo è più concreto. Prima che ricerche di questo tipo sfocino in inutili allarmismi, quindi, gioverà ricordare che un micio può dare tantissimi benefici ai bambini e aiutarli a vivere meglio. Come ci rivela il caso di Iris Halmshaw e del suo inseparabile gatto Thula.

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Tutto questo senza considera che la schizofrenia è una condizione molto complessa che può insorgere a causa di una combinazione di fattori ambientali e genetici. Risulta, quindi, molto improbabile che avere un gatto sia un alto fattore di rischio per la condizione.

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