Reati sugli animali: non saranno più depenalizzati (forse)

Chi commetterà reati contro gli animali non la passerà così liscia. L'ipotesi di una depenalizzazione si fa sempre più lontana. La commissione Giustizia, nel parere approvato oggi, ha posto, infatti, alcune condizioni restrittive su sevizie, crudeltà o violazione del sentimento di pietà per gli animali, contenute nel decreto legislativo sulla tenuità del fatto

Chi commetterà reati contro gli animali non la passerà così liscia. L’ipotesi di una depenalizzazione si fa sempre più lontana.

La commissione Giustizia, nel parere approvato ieri, ha posto, infatti, alcune condizioni restrittive su sevizie, crudeltà o violazione del sentimento di pietà per gli animali, contenute nel decreto legislativo sulla tenuità del fatto, che riguarda i reati puniti con pena massima fino a 5 anni o esclusivamente pecuniaria.

“Il provvedimento è equilibrato e non deve essere confuso con la depenalizzazione. Chi lo fa o non conosce il testo o mente. Si tratta infatti solo di norme che tengono conto della scarsa gravità dei fatti, tanto che l’omicidio colposo ne è escluso perché è incompatibile con il concetto di tenuità”, afferma il relatore del parere, Davide Ermini, deputato democratico della Commissione Giustizia, “ci sono condizioni molti restrittive rispetto al riconoscimento della ‘tenuità del fatto”: sono cioè esclusi reati connotati da motivi abietti o futili, sevizie o crudeltà o in violazione del sentimento di pietà per gli animali e ai danni di persone indifese, come i minori o gli anziani”.

Il parere espresso è un atto di indirizzo e non è pertanto formalmente vincolante per il Governo, ma rappresenta un segnale fortissimo; importante sarà anche il passaggio per l’analogo parere che dovrà esprimere il Senato. Concluso l’iter in Parlamento, l’Esecutivo dovrà modificare la bozza di decreto specificando, con la richiesta nuovamente avanzata da cittadini e associazioni, che dal provvedimento di non punibilità vengano esclusi i reati contro gli animali.

“Il parere espresso oggi dalla Commissione Giustizia della Camera sulla bozza di decreto legislativo in materia di depenalizzazione e che chiede, tra l’altro, l’esclusione per i reati commessi in violazione del sentimento nei riguardi degli animali, rende manifesto che siamo davvero sulla buona strada rispetto a quanto auspicato non soltanto dalle associazioni ma anche dall’opinione pubblica italiana: vale a dire che vangano esclusi dalla norma i reati in danno agli animali”, dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali.

Da quando si è iniziato a parlare di depenalizzazione, più di 1,2 milioni di cittadini hanno espresso la loro indignazione, anche attraverso un serrato mail bombing, contro un provvedimento che renderebbe di fatto inoperativa la normativa italiana in materia di protezione e tutela di animali e ambiente. Una normativa che, ricorda l’Enpa, è una delle più avanzate del mondo e che deriva anche dall’adesione a convenzioni internazionali e a direttive europee in materia di reati commessi non soltanto in danno agli animali, ma anche contro l’ambiente.

“Con il voto di oggi della Commissione Giustizia della Camera si inizia a bloccare concretamente il progetto di depenalizzazione dei reati contro gli animali, la cosiddetta tenuità del fatto. È una prima significativa vittoria che ferma la paventata impunità di maltrattatori e uccisori di animali e spiana la strada al Ministro della Giustizia Orlando per inserire nel testo finale del Decreto Legislativo una esclusione ancora più efficace”, commenta la LAV, sottolineando come questo primo risultato si ancora più importante visto che quella sugli animali è una delle uniche tre esplicite esclusioni dettate come “condizione” dal Parlamento.

L’auspicio è che ora il premier Renzi, sulla scia della chiara presa di posizione del Ministro Orlando, dia seguito così alle parole pronunciate poco prima di Natale: “[…] vorrei rassicurare che queste norme non sono ancora legge, saranno modificate. Ascoltiamo sempre tutti. Si può anche sbagliare e modificare in corsa qualche riforma che facciamo”. Ora il Governo dalla prossima settimana è autorizzato a emanare il testo finale per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Roberta Ragni

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