India, sentenza storica: mai più corse con carri trainati da buoi (FOTO e VIDEO)

La Corte Suprema Indiana ha messo al bando le corse con carri trainati da buoi, incluso il controverso festival nazionale di Jallikattu in cui tori molto giovani vengono terrorizzati e rincordi dalla folla che tenta violentemente di afferrarli per la coda e le corna. È una sentenza storica per i diritti degli animali e per gli attivisti che da tempo si battono per il divieto di questa sorta di crudele corrida.

La Corte Suprema Indiana ha messo al bando le corse con carri trainati da buoi, incluso il controverso festival nazionale di Jallikattu in cui tori molto giovani vengono terrorizzati e rincordi dalla folla che tenta violentemente di afferrarli per la coda e le corna. È una sentenza storica per i diritti degli animali e per gli attivisti che da tempo si battono per il divieto di questa sorta di crudele corrida.

I tori che partecipano al Jallikattu, infatti, vengono regolamento umiliati, tormentati, mutilati, accoltellati, picchiati, inseguiti e lasciati senza cibo e acqua, come documenta bene una recente investigazione della Peta.

Ora, però, la Corte Suprema Indiana ha detto stop al controverso festival e a tutti gli eventi di intrattenimento sul territorio nazionale che prevedono l’uso di questi animali. La sentenza si basa sulle evidenti violazioni delle leggi nazionali sul benessere animale.

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Anche la coordinatrice in India di Animal Equality, Amruta Ubale, in collaborazione con alcune associazioni e una squadra di avvocati molto preparata, ha lavorato con impegno negli ultimi anni per porre fine a queste competizioni crudeli e violente. La svolta, che ha portato a questa decisione storica per la difesa degli animali in India, è stata la presentazione di quattro casi, denunciati nel 2012, di violenze e crudeltà sui buoi usati nelle corse.

Nelle parole di Amruta il significato di un risultato così importante:

“Questo divieto è una pietra miliare per i diritti degli animali in India. Indica che stiamo facendo significativi passi in avanti nella nostra società, e che alcune tradizioni non possono essere considerate più importanti della sofferenza inflitta agli animali”.

Roberta Ragni

Foto Credit

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