Vivisezione: aumentano animali usati per la ricerca. Tutte le statistiche dell’Ue

E' allarmante l'aumento degli animali usati per ricerca di base, cioè quelle in cui non c'è alcun obbligo di legge, ma sono a discrezione dei ricercatori. Si passa, infatti, dal 38% al 46%. Nei nostri laboratori sono ancora uccisi 11 milioni e mezzo di animali, tra cui 18.000 cani, 6000 scimmie e 4.000 gatti. Anche i pesci impiegati aumentano (+29%), così come cavalli (+12%), volpi, foche, furetti (+ 75%) e conigli (+8%).

È allarmante l’aumento degli animali usati per ricerca di base, cioè quelle in cui non c’è alcun obbligo di legge, ma sono a discrezione dei ricercatori. Si passa, infatti, dal 38% al 46%. Nei nostri laboratori sono ancora uccisi 11 milioni e mezzo di animali, tra cui 18.000 cani, 6000 scimmie e 4.000 gatti. Anche i pesci impiegati aumentano (+29%), così come cavalli (+12%), volpi, foche, furetti (+ 75%) e conigli (+8%).

Sono questi alcuni dei numeri presentati dal settimo Rapporto sulle statistiche europee relative all’uso degli animali nei laboratori della Commissione UE, che raccoglie le statistiche di 27 Paesi Membri per l’anno 2011 e mostra come ancora siano utilizzati e uccisi milioni e milioni di innocenti animali.

Inoltre si assiste anche a un aumento del 16,9% dei topi usati per studi di biologia di base (numero che rispecchia il forte sviluppo degli animali geneticamente modificati). Tra i Paesi “peggiori”, infine, ci sono Irlanda, Repubblica Ceca, Estonia e Lettonia, che mostrano un assurdo aumento del numero di animali, fino al 135% in più rispetto all’anno precedente.

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La Coalizione europea contro la sperimentazione animale, di cui la LAV è il rappresentante per l’Italia, sottolinea, parlando di dati oltretutto fortemente sottostimati, come non ci sia stato alcun concreto miglioramento. Unica nota positiva, una leggera flessione nel numero di animali coinvolti (-4,3%), riduzione dovuta non a una chiara applicazione dei metodi alternativi, come voluto per legge, ma probabilmente legata alla difficile situazione economica che attraversa l’Europa, spiega la Coalizione.

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“Mentre accogliamo con cautela la diminuzione di animali utilizzati nei laboratori europei, è deludente che non siano stati compiuti ulteriori progressi. Il 55% delle sperimentazioni sono effettuate solo in tre paesi – Francia, Germania e Regno Unito – paesi che dovrebbero essere all’avanguardia nella alternative più pionieristiche che non prevedono crudeli esperimenti sugli animali. Questo non è il progresso significativo che avevamo sperato per gli animali usati nei laboratori”, commenta Michelle Thew, Chief Executive di ECEAE.

La biologa Michela Kuan, responsabile LAV vivisezione, parla di un quadro generale disarmante. Se alcuni Stati “continuano a finanziare pratiche obsolete e inutili chiaramente influenzati dalla lobby vivisettoria e dagli enormi interessi economici”, dice la Kuan, oltreoceano esistono laboratori robotici che testano centinaia di sostanze chimiche in pochi giorni.

“Qui si continuano ad allevare, torturare e uccidere milioni di animali, con gravi problemi etici, tempi di ricerca lunghissimi e dati non trasferibili all’uomo. In Italia, a breve vedrà luce il nuovo decreto legislativo e il nostro Paese non può perdere l’occasione di risorgere economicamente e culturalmente lasciandosi alle spalle gli obsoleti modelli animali e la frangia di ricercatori che ignora il futuro difendendo la vivisezione”, conclude l’esperta.

Per consultare la statistica Ue clicca qui

Roberta Ragni

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