Cascina degli orrori: carcasse di cani e vitelli ovunque (FOTO)

Vitelli morti da diversi giorni gettati su cataste di legno, cani bruciati, ossa di bovini e di cane sparse ovunque. Questa la raccapricciante scena in una cascina degli orrori di Nuvolera, in provincia di Brescia, dove i Comandi Stazione di Brescia, Gavardo e Salò del Corpo forestale dello Stato hanno sequestrato 26 vitelli perché detenuti in gravi condizioni incompatibili con la loro natura.

Vitelli morti da diversi giorni gettati su cataste di legno, cani bruciati, ossa di bovini e di cane sparse ovunque. Questa la raccapricciante scena in una cascina degli orrori di Nuvolera, in provincia di Brescia, dove i Comandi Stazione di Brescia, Gavardo e Salò del Corpo forestale dello Stato hanno sequestrato 26 vitelli perché detenuti in gravi condizioni incompatibili con la loro natura.

L’operazione è scattata in seguito ad una segnalazione di presunto smaltimento illegale di carcasse di animali pervenuta da un’associazione animalista locale, il Partito Protezione Animali (PPA), al Comando Provinciale di Brescia della Forestale.

I primi accertamenti effettuati intorno alla cascina hanno portato alla scoperta di alcune ossa di animali, che riportavano evidenti segni di bruciature. I resti degli animali, probabilmente dei cani, erano stati parzialmente occultati con l’ausilio di una ruspa che è stata immediatamente posta sotto sequestro.

La più accurata seconda perlustrazione ha portato alla scoperta di moltissime altre ossa di animali e successivamente, sotterrata in un campo lontano dall’azienda agricola, di una carcassa di cane in avanzato stato di decomposizione.

I Forestali hanno quindi posto sotto sequestro non solo la carcassa dell’animale, ma anche l’intera area del ritrovamento. I resti rinvenuti sono stati portati all’Istituto Zooprofilattico di Brescia, al fine di essere conservati per l’autopsia che verrà richiesta al Magistrato.

Sono stati messi in atto ulteriori accertamenti all’interno, in particolare nella stalla, dove sono stati scoperti bovini detenuti in condizioni non idonee alla loro natura, poiché erano rinchiusi in box fatiscenti con numerose sporgenze in ferro, che avrebbero potuto ferire gli animali.

All’esterno anche le carcasse di tre vitelli adagiate su bancali di legno probabilmente in attesa di smaltimento. Un vero e proprio film dell’orrore. A far ancor più rabbrividere è il fatto che l’azienda agricola risulti essere di proprietà di un veterinario D.P. di 56 anni. Al momento sono ancora in corso accertamenti da parte del Corpo forestale dello Stato utili alle indagini.

Roberta Ragni

Foto Geapress

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