Moria delle api: gli insetticidi altererebbero il loro DNA

Moria delle api. Gli insetticidi si trovano nuovamente sotto accusa. Un nuovo studio pone in correlazione la moria delle api all’impiego di pesticidi. Mentre gli Stati Uniti hanno negato la connessione tra declino delle api e impiego di pesticidi tossici, la Commissione Europea ha imposto una messa al bando temporanea di tre neonicotinoidi, in attesa di nuove conferme scientifiche sulla loro effettiva azione negativa nei confronti delle api.

Moria delle api. Gli insetticidi si trovano nuovamente sotto accusa. Un nuovo studio pone in correlazione la morte diffusa delle api all’impiego di pesticidi. Mentre gli Stati Uniti hanno negato la connessione tra declino delle api e impiego di pesticidi tossici, la Commissione Europea ha proposto una messa al bando temporanea di tre neonicotinoidi, in attesa di nuove conferme scientifiche sulla loro effettiva azione negativa nei confronti delle api.

Una ricerca condotta di recente presso l’Università di Nottingham ha dimostrato che una determinata categoria di insetticidi è in grado di provocare alterazioni del DNA delle api. Lo studio mostra una chiara correlazione del fenomeno con l’insetticida imidacloprid. I risultati delle ricerche sono stati pubblicati sulla rivista PlosOne.

Secondo gli esperti, è sufficiente un’esposizione a sole 2 parti per milione del pesticida imidacloprid, un neonicotinoide, per provocare dei mutamenti nell’organismo delle api. I geni che operano per regolare l’energia che deve essere utilizzata dalle cellule dell’organismo delle api sono colpiti negativamente dall’azione dell’insetticida.

Inoltre, i geni che devono occuparsi di eliminare le tossine accrescono la propria attività a causa dell’esposizione al pesticida neonicotinoide sotto accusa. I mutamenti genetici dovuti all’insetticida non riguardano soltanto le api. I ricercatori hanno infatti mostrato come simili cambiamenti genetici siano in grado di ridurre la durata della vita delle mosche della frutta e di diminuire la possibilità che le loro larve raggiungano l’età adulta. Il neonicotinoide in questione agirebbe in modo negativo anche sulle larve delle api.

“Sebbene le larve possano ancora crescere e svilupparsi in presenza del pesticida imidacloprid, la stabilità del processo di sviluppo appare compromessa. Se le api fossero esposte ad uno stress aggiuntivo, dato da pesticidi, malattie e condizioni climatiche sfavorevoli, è possibile che i problemi di sviluppo vengano incrementati”, ha dichiarato Reintard Stoger, professore di epigenetica, esperto di mutazioni dei geni.

Ecco dunque una nuova prova scientifica che correla lo stato di malessere delle api con l’impiego di pesticidi tossici in agricoltura. È necessario intervenire al più presto per la protezione delle api, dato che questi insetti si occupano dell’impollinazione della maggior parte dei vegetali da cui ricaviamo i nostri alimenti. Lo scorso inverno, nei soli Stati Uniti, si è verificata la scomparsa di 1 ape su 3. Se le api scomparissero, tra gli scaffali dei negozi di alimentari svanirebbero molti dei più comuni frutti, ortaggi e prodotti vegetali. Proseguiamo dunque a sostenere la campagna di Greenpeace Salviamo Le Api e l’abolizione dell’impiego di pesticidi tossici in agricoltura.

Marta Albè

FOTO: Simona Falasca

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