Balneazione: in Liguria è allarme alga tossica

“Mare, puzza di mare, con le alghe io voglio giocare”: suonerebbe più o meno così il famoso tormentone di Little Tony se fosse canticchiato da un bagnante ligure, di certo un po’ scanzonato. La situazione in cui versano le coste liguri è, infatti, davvero devastante: sono più di 24 gli scarichi fognari non collegati al depuratore che, scaricando direttamente i liquami in mare, favoriscono la prolificazione di alghe e batteri.

Mare, puzza di mare, con le alghe io voglio giocare”: suonerebbe più o meno così il famoso tormentone di Little Tony se fosse canticchiato da un bagnante ligure, di certo un po’ scanzonato. La situazione in cui versano le coste liguri è, infatti, davvero devastante: sono più di 24 gli scarichi fognari non collegati al depuratore che, scaricando direttamente i liquami in mare, favoriscono la prolificazione di alghe e batteri.

Individuati da un sistema di telemetria a raggi infrarossi in grado di leggere l’innalzamento della temperatura provocato dalle acque fognarie, gli scarichi fuori legge stanno provocando, con la complicità delle alte temperature di questi giorni, la fioritura dell’alga tossica Ostreopsis Ovata, oltre che di numerose colture di coliformi fecali, streptococchi, escherichia coli.

A rivelarlo sono gli ultimi bollettini dell’Arpal, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure, che alla data dell’8 Luglio segnalavano la presenza dell’alga tossica in due zone, una tra Genova, Bogliasco, Pieve, Camogli, indicata con il colore verde, e l’altra tra Punta Chiappa e Punta Manara, cioè tutto il litorale tra Chiavari e Sestri Levante, indicata con il colore giallo.

Ciò equivale ad un livello di allarme più alto, dal momento che sono stati osservati valori di cellule per litro superiori alle 10mila e condizioni favorevoli al rilascio di tossina nell’aria. Tanto che ai sindaci è stato consigliato di installare cartelli con la dicitura “Attenzione a bagnarsi in tratti di mare con acqua ferma, piccole insenature chiuse o con barriera a mare affiorante o sommersa“, nonostante non siano stati imposti divieti di balneazione.

Le aree più a rischio, segnala l’Arpal, sono quelle con acqua poco profonda, basso ricambio idrico, con fondo roccioso-ciottoloso e macroalghe, mentre non sono a rischio i tratti di costa alta, le aree battute dalle correnti, le spiagge aperte e quelle sabbiose.

Roberta Ragni

 

 

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