I 10 terremoti più violenti del mondo (sisma in Giappone incluso)

Di fronte alle catastrofi naturali ci sentiamo piccoli e impotenti: proprio come è accaduto venerdì 11 marzo quando, al risveglio, ci è arrivata la notizia del violento terremoto che ha colpito il Giappone, la terza economia del mondo. All’inizio, forse, non ci siamo resi conto della gravità dell’accaduto: sappiamo, infatti, che l’arcipelago nipponico è un’area fortemente sismica e che il tecnologico paese del Sol Levante è tra i più preparati in casi come questo, grazie ascelte urbanistiche e di edilizia improntate alla prevenzione.

Di fronte alle catastrofi naturali ci sentiamo piccoli e impotenti: proprio come è accaduto venerdì 11 marzo quando, al risveglio, ci è arrivata la notizia del violento terremoto che ha colpito il Giappone, la terza economia del mondo. All’inizio, forse, non ci siamo resi conto della gravità dell’accaduto: sappiamo, infatti, che l’arcipelago nipponico è un’area fortemente sismica e che il tecnologico paese del Sol Levante è tra i più preparati in casi come questo, grazie ascelte urbanistiche e di edilizia improntate alla prevenzione.

Solo in un secondo momento abbiamo compreso a pieno l’enormità della scossa e delle sue conseguenze. Il terremoto, con epicentro al largo della città di Sendai, 300 km a nord di Tokyo, è stato di magnitudo 8.9-9.0. Un’intensità che lo colloca al quinto posto nella triste classifica dei terremoti più violenti registrati fino ad oggi, che ricordiamo qui di seguito, tenendo ben presente che ogni catastrofe naturale va considerata una tragedia a sé, al di là della freddezza dei numeri, delle statistiche e delle cifre:

 

1. Valdivia, Cile – 22 maggio 1960 – magnitudo 9.5

terremoto_cile

Immagine: Wikipedia.com

Passato alla storia come il grande terremoto cileno, il sisma che colpì l’area della città di Valdivia, nella parte meridionale del Paese latino-americano, è il più intenso mai registrato al mondo. Il movimento tellurico provocò uno tsunami di dimensioni imponentissime, con onde alte fino a 25 metri che raggiunsero diverse località dell’Oceano Pacifico, tra cui le Hawaii e l’arcipelago giapponese. Il bilancio del disastro fu di circa 3.000 vittime e 2 milioni di sfollati.

2. Prince William Sound, Alaska – 28 marzo 1964 – magnitudo 9.2

terremoto alaska

Immagine: youreporter.it

Il sisma colpì uno stretto di mare circondato da montagne e situato 80 km a sud della più grande e popolosa città dell’Alaska, Anchorage. La scossa causò uno tsunami che, spingendosi verso sud, raggiunse le coste della California. Il bilancio fu di danni ingenti ai centri abitati e più di cento vittime.

3. Sumatra, Indonesia – 26 dicembre 2004 – magnitudo 9.1

sumatra-tsunami

Molti di noi ricorderanno il violentissimo tsunami che il 26 dicembre 2004 ha investito tutto l’Oceano Indiano, seminando morte e distruzione dalle coste africane al sud-est asiatico. La causa di quella catastrofe è stata un terremoto di magnitudo 9.1 con epicentro 160 km a est dell’isola indonesiana di Sumatra, in una zona caratterizzata da un’altissima sismicità. Il bilancio è stato di oltre 200 mila vittimee di diverse decine di migliaia di dispersi, oltre che di danni ingenti al tessuto economico e sociale delle zone colpite.

5. Kamčatka, Russia – 4 novembre 1952 – magnitudo 9.0

russia

Quasi sessant’anni fa, una violenta scossa in una zona altamente sismica ma scarsamente popolata provocò un imponente tsunami che raggiunse diverse località dell’Oceano Pacifico, determinando danni ingenti ma – fortunatamente – nessuna vittima.

5. Sendai, Giappone – 11 marzo 2011 – magnitudo 8.9-9.0

terremoto giappone

Il sisma che ha colpito il Giappone nel primo pomeriggio dello scorso 11 marzo è stato il più potente mai registrato nell’area ed è stato seguito da uno sciame di oltre quaranta scosse di magnitudo superiore a 5.0. L’epicentro è stato a 130 km a est di Sendai, nella prefettura di Miyagi. In un paese come il Giappone, preparato ad affrontare terremoti di una certa intensità, i danni più ingenti sono stati causati dallo tsunami successivo alla scossa, con onde alte fino a 10 mche si sono abbattute sulle coste nord-orientali del Paese ad una velocità di circa 750 km/h.

È ancora troppo presto per fare un bilancio del disastro: si parla di diverse migliaia di vittime, di milioni di sfollati e di danni ai reattori di due centrali nucleari. La speranza, ora, è che al dramma del terremoto e dello tsunami non si sommi anche il disastro nucleare.

6. Ecuador – 31 gennaio 1906 – magnitudo 8.8

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All’alba del XX secolo, a largo della costa tra Ecuador e Colombia si registrò una scossa di magnitudo 8.8. Il terremoto che arrivò a distruggere anche San Francisco, causò uno tsunami che sconvolse numerose località dell’Oceano Pacifico, determinando diverse centinaia di vittime (dalle 500 alle 1.500, stando alle stime).

7. Costa di Maule, Cile – 27 febbraio 2010 – magnitudo 8.8

Terremoto Cile 2010

Il sisma, con epicentro a largo della costa di Maule, a circa 115 km a nord-est dalla seconda città cilena per abitanti, Concepción, ha provocato danni in numerose città del Paese, con crolli agli edifici della stessa capitale, Santiago del Cile. La scossa è stata avvertita distintamente anche in Argentina, fino a Buenos Aires. Il bilancio ufficiale parla di 452 vittime e circa 2 milioni di sfollati.

8. Sumatra, Indonesia – 28 marzo 2005 – magnitudo 8.7

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A breve distanza dal disastroso tsunami del 2004, Sumatra e l’arcipelago indonesiano vengono nuovamente colpiti da una scossa violentissima, con epicentro 200 km a nord delle coste dell’isola. Il bilancio delle vittime, drammaticamente approssimativo, come accade spesso nel caso di disastri naturali di proporzioni enormi, è di circa 1.300 morti, concentrati in massima parte sull’isola occidentale di Nias.

9. Isole Rat, Alaska – 4 febbraio 1965 – magnitudo 8.7

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Le isole Rat sono situate in una zona altamente sismica ma non sono abitate. Per questo, il sisma di magnitudo 8.7 che le colpì nel 1965, provocando unotsunami con onde alte fino a 10 metri, non provocò vittime o danni ingenti.

10. Assam e Tibet – 15 agosto 1950 – magnitudo 8.6

tibet

Il terremoto, con epicentro nei pressi di Rima, in Tibet, seminò distruzione sia in Tibet che nel nord dell’India, nella regione di Assam. Il bilancio fu di distruzioni nei centri abitati e di oltre 1.500 vittime.

Oltre all’intensità di un terremoto, sul bilancio finale dei danni e delle vittime incidono in modo determinante anche altri fattori, come la densità dell’area colpita e le tecniche di costruzione utilizzate: in Giappone, per via dell’avanzata edilizia antisismica, non è stata la pur violentissima scossa a provocare morti e distruzione, quanto la furia inarrestabile dello tsunami, come già era accaduto nel sud-est asiatico nel 2004.

Stando alle statistiche, il terremoto che ha determinato il bilancio più pesante di vittime è stato quello che ha colpito Haiti nel gennaio del 2010, con unamagnitudo di 7.0, quasi 300 mila morti stimati, 300 mila feriti e circa un milione di sfollati. Numeri da apocalisse in un piccolo Stato già duramente provato dalla povertà.

E in Italia? Anche il nostro Paese è caratterizzato da un’alta sismicità e nei secoli è stata teatro di diversi terremoti particolarmente intensi: l’ultimo, in ordine di tempo,il sisma di magnitudo 6.3 che ha colpito L’Aquila e la sua provincia la notte del 6 aprile 2009.

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Per gravità e numero di vittime, il terremoto più violento e distruttivo mai registrato è stato quello di Messina e Reggio Calabria del 1908, di magnitudo 7.2: il sisma, che sconvolse le due città dello Stretto nella notte del 28 dicembre, causò circa 120 mila morti.

Lisa Vagnozzi

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