Tirreno Power: 26 rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario della centrale di Vado Ligure

Un altro capitolo si aggiunge alla saga di Tirreno Power, la centrale di Vado Ligure, le cui emissioni potrebbero aver provocato numerose vittime. Il gup di Savona ha accolto le 26 richieste di rinvio a giudizio dei pm Daniela Pischetola e Vincenzo Carusi

Un altro capitolo si aggiunge alla saga di Tirreno Power, la centrale di Vado Ligure, le cui emissioni potrebbero aver provocato numerose vittime. Il gup di Savona ha accolto le 26 richieste di rinvio a giudizio dei pm Daniela Pischetola e Vincenzo Carusi.

Manager ed ex manager della società saranno processati per disastro ambientale e sanitario colposo. Il processo alla centrale avrà inizio l’11 dicembre prossimo.

Tra i rinviati a giudizio anche Giovanni Gosio, direttore generale di Tirreno Power dal 2003 al 2014, e Massimo Orlandi, presidente del Cda in vari periodi e membro del Comitato di Gestione.

Il 17 giugno 2015 l’inchiesta aveva portato al coinvolgimento di 86 indagati, tra cui anche politici e amministratori locali. Precedentemente, nel 2014, la centrale di Vado Ligure, era stata sequestrata per presunte violazione delle Aia. Allora, la procura indagò anche su oltre 400 morti sospette tra il 2000 e il 2007 per malattie respiratorie e cardiovascolari.

Secondo i magistrati, in dieci anni l’inquinamento della centrale a carbone aveva provocato 440 morti e 1700 ricoveri per un costo sociale per lo Stato tra i 770 e gli 860 milioni. “Oltre a 450 bambini ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’asma, tra il 2005 e il 2012”.

“Il rinvio a giudizio è un passaggio obbligato dopo un decennio di indagini e imputazioni che si sono progressivamente alleggerite. Il processo sarà l’occasione per fare finalmente chiarezza su una vicenda in cui alcuni consulenti tecnici della procura sono i medesimi che avevano chiesto la chiusura dell’impianto a carbone e le cui metodologie sono già state sconfessate in altre sentenze. Tirreno Power ha sempre rispettato scrupolosamente tutte le leggi che regolavano l’esercizio della centrale alimentata a carbone e tutti i limiti di emissione, fatto non contestato dalla stessa accusa. Le rilevazioni ufficiali dimostrano che i contributi delle emissioni della centrale nell’ambiente erano irrilevanti e infatti ad anni di distanza dalla chiusura dell’impianto a carbone i dati della qualità dell’aria non si sono modificati” si difende Tirreno Power con un comunicato pubblicato oggi.

Il processo vedrà come parti civili anche 6 alcune associazioni come Greenpeace, Medicina Democratica, Legambiente, Uniti per la salute, Wwf e Anpana, oltre al Ministero dell’Ambiente, inizierà il prossimo 11 dicembre.

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Francesca Mancuso

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