Airgun: effetti disastrosi su plancton e altre specie marine

Un nuovo studio conferma quanto già si sapeva, l’airgun è pericoloso per la salute delle specie acquatiche. Il suo utilizzo andrebbe quindi del evitato se vogliamo difendere l’ecosistema marino.

Un nuovo studio conferma quanto già si sapeva: l’airgun è pericoloso per la salute delle specie acquatiche. Il suo utilizzo andrebbe quindi evitato se vogliamo difendere l’ecosistema marino.

Per chi non lo sapesse, l’airgun è utilizzato per le ricerche e le prospezioni petrolifere in mare. Si tratta di uno strumento che, per compiere le sue funzioni esplorative, genera delle bolle di aria compressa nell’acqua, potenzialmente pericolose per la fauna marina. Queste servono alle compagnie petrolifere in quanto, rimbalzando sul fondale, creando un’eco che i sensori sono in grado di decifrare rivelando o meno la presenza di giacimenti. Ma dall’altra parte l’intensità del suono prodotto uccide o disorienta le specie marine.

Secondo il nuovo studio, pubblicato su Nature e condotto dai ricercatori della Curtin University in Australia e dall’Università della Tasmania, l’airgun avrebbe effetti particolarmente deleteri sul plancton, fonte di cibo primaria per i pesci, le balene e altre forme di vita marina ma, visto l’enorme suono che produce, sarebbe anche in grado di far perdere l’orientamento ai pesci. Quindi in sostanza l’utilizzo dell’airgun, in maniera diretta e indiretta, metterebbe a rischio un po’ tutta la fauna marina.

Il team di ricerca ha condotto le sue indagini al largo della costa sud-orientale della Tasmania valutando la situazione della flora e fauna marina prima e dopo aver sparato una serie di colpi ad aria compressa. Si è visto così che gli scoppi effettuati da un solo fucile ad aria compressa causavano in 24 ore un aumento della morte di plancton adulto e zooplancton larvale maggiore di 2/3 volte rispetto ai gruppi di controllo.

Il team ha scoperto che, entro un’ora dalle esplosioni, lo zooplancton era sceso del 64%, la percentuale di morti era aumentata poi del 200-300% arrivando fino a 1,2 km (distanza massima presa a campione). Si teme però ovviamente che l’effetto arrivi ben oltre!

Le potenti onde sonore uccidono i microscopici animali alla base della catena alimentare dell’oceano ma il problema per molti grandi predatori e mammiferi marini non è solo questo. Gli scienziati sanno che questi animali del mare utilizzano il suono per comunicare e che il loro comportamento cambia in risposta a rumori forti.

In questo video potete capire meglio perché l’airgun è particolarmente pericoloso per le specie marine.

Già le associazioni ambientaliste, sulla base di recenti pubblicazioni arrivate tutte allo stesso risultato, avevano più volte denunciato come l’airgun provochi seri danni in mare arrivando addirittura a chilometri di distanza. Una tecnica molto osteggiata anche dalla stessa comunità scientifica oltre che da chi vive di pesca e dalle comunità locali che può volte, anche recentemente con la petizione #StopOilAirgun, si sono mostrate contrarie all’utilizzo di questo strumento esplorativo sfruttato dalle compagnie petrolifere anche nei nostri mari.

airgun

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Lo studio (amara coincidenza!) è stato pubblicato appena due settimane dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di proporre l’apertura di ampie zone della costa atlantica degli Stati Uniti per le indagini sismiche.

Chi proteggerà i mari di tutto il mondo dall’avidità dell’uomo?

Francesca Biagioli

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